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La Regione definisce gli “Ambiti ottimali”

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Sono 46 i nuovi "Ambiti ottimali" che rafforzano la cooperazione tra i 348 comuni dell’Emilia-Romagna. A tre mesi dall’approvazione della legge regionale in materia di riordino territoriale, la giunta dell’Emilia-Romagna ha approvato i nuovi "Ambiti ottimali" al cui interno opereranno le unioni e le convenzioni dei comuni in modo da liberare maggiori risorse possibili per i servizi alla persona, alle imprese e per il territorio, ottenendo risparmi sulle spese di funzionamento ed economie di scala.

In particolare la delibera attua quanto stabilito dalla legge 21/2012 che semplifica l’intero sistema regionale e locale e prevede la riorganizzazione delle amministrazioni comunali in “Ambiti ottimali” per la gestione associata delle funzioni e dei servizi ai cittadini, la definitiva soppressione delle comunità montane e incentivi per le unioni dei comuni.

“Siamo molto soddisfatti per questa svolta importante”, sottolinea la vicepresidente della giunta Simonetta Saliera. “E non solo perché la proposta della Regione è stata approvata all’unanimità dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), ma anche perché si tratta di una innovazione condivisa dalle associazioni di categoria degli enti locali, dai sindacati dei lavoratori e dalle realtà locali. Questa legge e la sua applicazione sono il frutto di tre anni di confronto sul territorio, di 100 incontri in tutti i comuni dell’Emilia-Romagna con i sindaci, gli amministratori, le parti sociali e il mondo dell’associazionismo". "In generale - sottolinea la vicepresidente - ci sono alcune amministrazioni che per la prima volta nella loro storia prendono in considerazione di associarsi e lavorare insieme mentre alcuni capoluoghi di provincia, penso ad esempio a Ferrara, Forlì e Cesena, pur non essendo comuni obbligati a norma di legge nazionale, hanno espresso la disponibilità a fare percorsi interessanti. Abbiamo una chance perché il nostro futuro non sia in declino, ma in difesa dei servizi per le nostre comunità”.

Alla delibera della giunta seguirà, conclude Saliera, “oltre ad una prima verifica tra sei mesi, un’intensa attività di riorganizzazione, di formazione delle competenze, di messa a disposizione di dotazioni informatiche per permettere ai Comuni di esercitare azioni di governo più efficaci, accessibili e semplici sia per le aziende sia per i cittadini”.

La legge 21/2012

Composta di 31 articoli, la legge 21/2012 prevede una nuova disciplina di riordino delle funzioni che rafforza l’associazionismo tra comuni, regolamenta le gestioni associate obbligatorie e porta al superamento delle comunità montane trasformandole in unioni dei comuni montani.
Perno della riforma, prevista dalla norma statale, è la definizione in tutta la regione di aree definite “ambiti territoriali ottimali” che riuniscono tutti i comuni (ad esclusione dei capoluoghi di provincia, a meno che non ne facciano richiesta) e che costituiranno i confini di riferimento per la gestione associata di una serie di funzioni (come polizia municipale, pianificazione, servizi sociali, ecc…).
I comuni inclusi nell’"Ambito ottimale" possono aggregarsi ricorrendo o al modello dell’unione di comuni o a quello delle convenzioni. All’interno di ciascun ambito potrà esservi soltanto una unione con determinate dimensioni demografiche (almeno 10mila abitanti oppure di 8mila nel caso di unioni di comuni montani). È pertanto previsto il superamento della pluralità di unioni preesistenti.
La legge, infine, stabilisce una serie di incentivi da parte della Regione per favorire il processo di riorganizzazione tramite le unioni.

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Il quadro della situazione

 

5 COMMENTS

  1. Con un grande esempio di “democrazia” la Regione ha deciso e ha deciso per tutti…. Nella democratica Emilia-Romagna, Villa e Toano non possono fare scelte per il loro Ambito ottimale diverse da quelle decise a Bologna….. Eppure con le recenti infelici esperienze derivate dalla legge sull’accreditamento (vedi ASP Don Cavalletti) creare baracconi non aveva ne aiutato e tantomeno semplificato… Che pretese però che hanno Villa e Toano!!!! Si vorrebbero gestire i loro servizi da soli…. credono forse che a Bologna non sappiano qual è il loro bene e quali sono i nostri Ambiti ottimali?! E poi ci sono stati un mucchio di incontri con sindaci, sindacati ed associazioni varie ma la gente però non ne sa nulla… Eppure si parla di cose importanti come i servizi alla persona….. che strani questi funzionari…. quando le cose le sanno loro è come che le sapessero tutti. Leggendo l’articolo qualche novità sembrerebbe esserci… state a vedere che con tutti questi movimenti la Comunità montana, stavolta, sparisce davvero…. Peccato però che, come d’incanto, con un magico trucco, la faranno ricomparire subito dopo nelle candide vesti dell’Unione dei comuni montani… e niente sarà più come prima…. Era così desiderata dalla classe politica governante nella nostra provincia che come potevamo evitarla?! Con grande soddisfazione della signora vicepresidente, il gregge è ricomposto…. Faremo una bella unione, obbligatoria, a cui affidare in dote qualche nuovo baraccone ed anche i vecchi debiti della Comunità montana…. Sto esagerando e non ne siete convinti…? Se volete scommettere con me…?

    (Antonio Manini)

    • Firma - AntonioManini
  2. Grandiosa legge targata PD, complimenti al legislatore che ha tenuto conto della solidarietà, della sussidiarietà, dei territori marginali, delle distanze tra i comuni, delle comunicazioni viarie disastrate, dell’abbandono del territorio, ma soprattutto, come sempre, una legge fatta ai tavoli del potere, lontanissimi dalla popolazione e dalle VERE esigenze, nel nostro caso, della montagna reggiana dimenticata da TUTTI. E’ qui disponibile per essere visitata, consiglio tutte le frazioni al lunedì sera, è uguale anche il giovedì, oppure consiglio di visitare i terreni agricoli, i corsi d’acqua e le strade interpoderali, a piedi o a cavallo, con altri mezzi è dura. Nei prossimi anni i contadini della montagna si muniranno di slitte trainate da cavalli e sfalceranno l’erba con falci, sempre che cervi e caprioli siano generosi e lascino un po’ di foraggio per il Parmigiano di montagna, se ancora esisterà, dal momento che serve ancora Vero latte di mucca.
    Anche questa volta è arrivato l’ ordine e gli amministratori hanno ubbidito, per fortuna qualche segnale difforme si è visto e chissà……….. che il prossimo anno non cambi qualcosa! No, tranquilli, è tutto sotto controllo, la macchina funziona ancora bene, ha cambiato qualche ruota, ha agganciato qualche carrello ma la marca ed il modello sono gli stessi.
    Cordialmente.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabioleoncelli
  3. Definendo un ambito ottimale ampio per le unioni tra comuni nell’Appennino reggiano, la Regione Emilia-Romagna ha indicato una prospettiva di collaborazione più stretta e unitaria tra tutte le vallate e le varie parti del territorio montano. Una più forte collaborazione tra le istituzioni locali è assolutamente necessaria in relazione al rigore nella spesa che si impone ed è una delle potenzialità da esplorare per fronteggiare la crisi della finanza pubblica. La scelta della Regione corrisponde concretamente alla dimensione comprensoriale già assunta dai servizi fondamentali, della sanità, della scuola e dei trasporti; d’altro lato corrisponde a un sentimento unitario e identitario della nostra montagna sedimentato nei decenni tra la gente, nel mondo del lavoro, dell’impresa, dell’informazione e della cultura. La scelta fatta non supera di per sè le difficoltà e i problemi che presenta l’avvio effettivo di una unione di cui i comuni e i sindaci siano convinti protagonisti, capaci di andare oltre i limiti e le ragioni dello stallo della vecchia Comunità montana. Gestire in ottica unitaria i grandi servizi, ospedale e centro scolastico in primis, poi i servizi fondamentali dei comuni (sicurezza, tributi, gestione del territorio, sociale…), anche attraverso eventuali sub, richiede visione, generosità e anche la passione dell’innovazione e dell’efficienza dell’azione pubblica. Unire piuttosto che separare, collaborare piuttosto che collidere, unificare piuttosto che parcellizzare risorse umane ed economiche a disposizione del territorio montano è una prospettiva necessaria, da assumere e realizzare. In questo contesto le proposte di fusione tra comuni, quelle già dichiaratamente in campo (Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto ovvero Toano e Villa Minozzo) e quelle ulteriormente possibili (Castelnovo ne’ Monti, Vetto d’Enza ) sono da considerare positivamente, salvo e assolutamente fuori discussione il farlo con attraverso un percorso di partecipazione collettiva trasparente che si concluda con il diritto-dovere di tutti i cittadini di prendere la decisione finale col voto diretto. Il radicamento e la forza civile dell’identità comunale, in Appennino come in Italia, sono alla base della cittadinanza e tali che solo l’universalità dei cittadini può disporne il superamento. Il PD, anche in relazione alla gravità senza precedenti delle problematiche economiche e del lavoro, sostiene ogni confronto e sforzo in tal senso.

    (Valerio Fioravanti)

    • Firma - ValerioFioravanti