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Gioco d’azzardo / In Emilia-Romagna diecimila persone ad alto rischio di dipendenza

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Regione ed enti locali insieme per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo. Un fenomeno che, in base alle stime fornite dal Cnr su dati Ipsad (Italian population survey on alcool and drugs), in Emilia-Romagna vedrebbe circa 10mila giocatori ad alto rischio di dipendenza, con oltre 800 persone seguite dai SerT.

All’incontro erano presenti gli assessorati alla salute e alle politiche sociali in rappresentanza della Regione, Paolo Pirazzini, direttore Legautonomie ER, Fabio Callori, sindaco di Caorso, Gianfranco Biserna, vicesindaco di Forlì, Federica Torcolacci, assessore del Comune di Riccione per il coordinamento regionale Anci, Upi e Legautonomie Emilia-Romagna. Obiettivo: individuare possibili azioni comuni anche in relazione ai progetti di legge in materia attualmente all'esame dell'Assemblea legislativa.

Si stima che in Emilia-Romagna il giro d'affari legato al gioco d'azzardo, al netto delle vincite, sia di 1,27 miliardi  di euro, con Bologna in testa tra le province (273,2 milioni spesi nel 2011), seguita da Modena (219,4 milioni) e Reggio Emilia (170 milioni).

Gli amministratori presenti all’incontro hanno sottolineato il crescente disagio rilevato tra la popolazione e il bisogno di aiuto sempre più diffuso manifestato dalle famiglie che si trovano a fare i conti con questo fenomeno. La Regione ha accolto la richiesta dei comuni di svolgere un ruolo di regia – anche attraverso la costituzione di un tavolo di coordinamento – e di supporto nelle azioni di prevenzione e sensibilizzazione rivolte a tutta la cittadinanza, di informazione e formazione per target specifici (operatori dei servizi, gestori dei locali, giovani nelle scuole), di sostegno alla diffusione di gruppi di auto mutuo aiuto e di promozione di scambi di esperienze tra diverse realtà territoriali che abbiano avviato iniziative sul tema del gioco d'azzardo.

 

2 COMMENTS

  1. Come si può sperare di combattere il gioco d’azzardo, quando è lo Stato che cerca di incrementarlo in tutti i sensi, grazie ai profitti immediati che ne trae senza preoccuparsi minimamente dei danni che il gioco d’azzardo causa a tante famiglie, mandandole in rovina, ed inoltre deve accollarsi tutte le spese di cura per tutti coloro che vengono contagiati da tale dipendenza. Fino a poco tempo fa chi voleva giocare d’azzardo doveva recarsi in un casinò, ed erano pochi in Italia, ora hanno fatto in modo di portargliele sotto casa le opportunità di giocare, aprendo ad ogni angolo di strada una sala di slot machine, senza contare che la maggiore parte di queste macchinette infernali è di proprietà di società mafiose, che non sanno come fare per reinvestire tutti i profitti che ne traggono. Sarebbe ora di chiudere tutte queste sale che sono solo delle rovina famiglie.

    (Beppe Bonicelli)

    • Firma - BonicelliBeppe