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Province: abolizione o accorpamento?

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Reggio Emilia vuole unire il suo territorio con quello di Parma, Modena e di Piacenza. Mercoledì scorso il consiglio comunale della Città del Tricolore ha approvato una mozione che chiede di creare un’area vasta che unisca le province in un’unica nuova grande provincia. La Grande Emilia o la Provincia dei ducati?

La mozione è stata presentata dal gruppo della Lega nord di Reggio e ha raccolto un favore trasversale. Già un anno fa, quando tanto si discuteva di diminuire il numero delle province, Reggio appoggiava l’ipotesi di creare un unico soggetto amministrativo per l’intera Emilia, ad esclusione di Bologna e Ferrara.

A Piacenza la notizia è già stata accolta con netto disappunto dal presidente Massimo Trespidi, che ha definito la proposta “anacronista, assurda”. Ma in tema di riorganizzazione amministrativa, Reggio in questo momento ha la voce più forte di tutte le altre città, poiché il suo sindaco - sia pure solo per qualche giorno ancora - è ministro degli affari regionali e delle autonomie.

Proprio questa settimana, alla commissione Affari regionali del Senato, Graziano Delrio ha confermato l’abolizione delle province entro la fine del 2013, come già stabilito mesi addietro dal Governo Monti. Al loro posto dovranno organizzarsi dei consigli di sindaci per coordinare l’azione dei diversi comuni. Ma l’idea di Delrio non è di fare questi consigli a immagine delle province, bensì unire più territori, come proposto dal suo Consiglio comunale.

(Francesco Compari)

 

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  1. In effetti il vero risparmio e la vera unità coi cittadini si otterrebbe con l’abolizione delle Regioni (risolvendo con ciò anche quello delle regioni a statuto speciale che nessun partito ha convenienza affrontare) riducendo fortissimamente il numero di enti locali e lasciando sul campo le tradizionali Province accorpate (vedi la provincia Emilia e la provinca Romagna) che al loro interno abbiano i Comuni riuniti in Unioni. Questa sarebbe la vera riduzione, perchè si eliminerebbe la spesa annuale di 52 miliardi di euro delle Regioni, si diminuirebbe quella di 11 miliardi annui delle province e quella degli 8.000 Comuni pari a 72 miliardi di euro, sparpagliati così come sono: quella complessiva dello Stato è di circa 860 miliardi annui. Il che tra l’altro fa anche pensare a quanto possa essere solo di moda attribuire il costo della spesa pubblica propio alle voci minori, quali gli enti locali. La suddivisione in Province viene dall’antica Roma, ribadita in era napoleonica ed infine con l’Unità d’Italia. La vera new entry sono state le Regioni negli anni ’70, momento dal quale è iniziato l’inesorabile processo di vertiginoso aumento della spesa pubblica fino agli ingestibili livelli attuali. Se poi si considera che la sanità è affidata alle Regioni per cui il totale della loro spesa divienta 168 miliardi all’anno ecco che parlare dell’abolizione delle Province che ne costano solo 11 come soluzione a tutti i mali appare anacronistico e forse proprio solo di moda. In realtà con l’abolizione delle Province si perderebbe quella naturale vicinanza fra enti intermedi e enti locali, senza escludere per come vanno le cose in Italia, che se ne affianchino poi altri tipo macroaree, comunità montane con un nuovo nome, comprensori ecc. Abolendo le Province si trascurerebbe quel principio di sussidiarietà che trova riconoscimento sia nell’ordinamento comunitario che in quello costituzionale, che esalterebbe gli enti intermedi attribuendo a quelli superiori solo compiti su supplenza e sostegno. In definitiva la moda di abolire le Province come rimedio a tutti i mali della spesa pubblica è sbagliata sia nei numeri che nei principii.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marco leonardi
  2. Abolendo le Regioni coi loro 52 miliardi di euro annui di costo, escluso quello della sanità che è di 116 miliardi che si potrebbe far tornare allo Stato così da eliminare il divario di qualità del servizio sottoponendo la spesa ad un controllo unico, si avrebbero a disposizione i primi due anni 100 miliardi per pagare i debiti dello Stato verso le imprese ed i successivi 2 altri 100 miliardi per l’edilizia attraverso opere di efficientamento del costruito italiano e di riassetto idrogeologico, il tutto senza dover toccare altri fondi o inventare altre tasse. Tra l’altro si dimezzerebbe la burocrazia che proviene dalle Regioni, conseguendo uno dei più attesi risultati anche lì. E’ proprio così utile e non solo di moda parlare solo di abolizione delle province, che rappresentano di gran lunga la spesa minore?

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marcoleonardi
  3. Signor Leonardi, lavora per la Provincia come dipendente o consulente esterno? Via la Province, subito! e abolizione delle competenze regionali come stabilito dal titolo 5°. Basta con centinaia di dipendenti senza incarico, politici di professione (vero presidente) e con quella storiella della manutenzione strade o riscaldamento della scuole. La festa è finita, la torta senza neppure le briciole.

    (Paolo)

    • Firma - paolo
  4. Io sono per l’abolizione delle Regioni, le Provincie sono troppo importanti e vicine al territorio. Signor Paolo, non per polemizzare con lei, non so chi sia e non so dove abita, ma credo che le province servano eccome.

    (Luca Cagnoli)

    P.S. – Non lavoro nè per la Provincia nè faccio il consulente esterno!

    • Firma - LucaCagnoli
  5. Avrebbero senso sia l’esistenza delle Province che delle Regioni, come in Francia o in Germania, se la nostracclasse politica non avesse degenerato e ridotto questi enti a luoghi di prevalente e insopportabile mercimonio politico.

    (Maurizio Pancotti)

    • Firma - maurizio pancotti
  6. Le istituzioni pubbliche sono fatte di persone (quando c’è degrado morale il bene pubblico va in fondo alla lista e prevale l’interesse particolare) quindi si possono abolire tutti gli enti che si vogliono ma i problemi restano lo stesso se non cambia prima la tutta la società. La politica deve tornare al servizio delle persone e non viceversa.

    (Lorenzo)

    • Firma - Lorenzo
  7. Credo fermamente nell’abolizione degli enti inutili. Ora, in vero, non saprei dire quale tra Provincia e Regione sia il più utile o il meno utile o quale sia quello che comporta il maggior costo di mantenimento in essere tra i due. Di certo l’accorpamento delle Province è quantomeno problematico se non impossibile, visti i vari veti campanilistici che ognuna di esse pone in essere ogni qual volta se ne parla. Ho una proposta molto semplice e pragmatica da esporre a chi potrebbe prenderla politicamente in considerazione.
    Accorpamento (e non unione) dei vari Comuni presenti nelle attuali Province formati da un numero di almeno 5 vecchi Comuni; presenza di un ufficio in ogni vecchio Comune ove sia possibile fare le pratiche necessarie per ogni cittadino (con l’attuale tecnologia due addetti per ufficio possono fare qualsiasi cosa); ottimizzazione dei presidi ospedalieri riducendoli a uno per la montagna, uno per il capoluogo provinciale e uno per la bassa; trasformazione degli esuberanti ospedali in presidi di prima emergenza e in presidi per assistenza geriatrica diurna e/o continuativa per i RESIDENTI in zona; l’abolizione delle varie Province comporta che i sindaci dei Comuni accorpati facciano riferimento alla Regione dalla quale dipendono per qualsiasi necessità e/o intervento; la raccolta delle tasse deve essere fatta LOCALMENTE da ogni Comune;la gestione del territorio, strade comprese, deve essere a carico di ciascun Comune, di TUTTE LE STRADE, comprese quelle statali di competenza territoriale e, per questo motivo, le tasse raccolte da ciascun sindaco sul proprio territorio devono essere trattenute per la percentuale del 65% e inviate allo Stato per il restante 35% per le esigenze statali. Le Regioni si riuniscono nel Senato delle Regioni per decidere del governo nazionale e si abolisce l’inutilità della Camera e dei 600 “onorevoli” che la frequentano. Il Senato delle Regioni elegge un presidente della Repubblica a tutela della democrazia nel Paese. Il Senato delle Regioni elegge, su rappresentanza dei sindaci che lo rappresentano, il Presidente del Consiglio che deve avere il solo compito di gestione ECONOMICO-SOCIALE dello Stato. Ogni decisione politica di rilevanza nazionale viene presa dai sindaci in sede regionale ogni qual volta necessiti. Le Regioni possono emanare leggi e norme con esclusiva valenza territoriale che non siano compromissorie e/o discordanti con quelle nazionali. Eliminazione delle regioni a statuto speciale, non hanno più motivo di esistere: ogni regione deve essere economicamente indipendente dallo Stato.
    Questo è quanto di più vicino ci sia alla democrazia del popolo. Sarà sempre il cittadino, tramite il suo sindaco, a decidere del suo futuro e del futuro della sua nazione. I politici non ci rappresentano più e forse non ci hanno mai rappresentato. Questa è DEMOCRAZIA DIRETTA (forse la si può anche chiamare UTOPIA).

    (Fabio Mammi)

    • Firma - FABIOMAMMI
  8. Davvero credete che l’abolizione delle Province sia una cosa utile? Abolendo le Province, tutti i dipendenti, le funzioni, le competenze, i beni e il patrimonio dovranno passare ad altro ente? Regione, Consorzi o Comuni che siano, per cui dove sta il vero e reale risparmio? Se il problema è il costo della politica e delle elezioni provinciali, che si fa, si abolisce tutto l’ente? Qualcuno ha calcolato il post-abolizione Province? Qualcuno ha previsto o paventato il possibile ed ipotetico caos istituzionale, disservizi e allontanamento dal territorio? Domande che attendono una risposta. A parte che né i Comuni né le Regioni potranno mai occuparsi delle attuali funzioni di area vasta delle Province, ovviamente nemmeno i Consorzi, che prima di tutto saranno a centinaia se non migliaia, ammesso che siano essi a sostituire le Province, che facciamo? Togliamo poco più di 100 enti per crearne 1000? In Italia ci sono oltre 7000 enti, agenzie, aziende, consorzi, ATO ecc. di natura pubblica, le loro funzioni potrebbero essere svolte con costi davvero ridotti, dalle attuali Province, inoltre abolendo i CDA, presidenti, amministratori ecc. si avrebbe un risparmio concreto e notevole, ma ahimè nessuno ne parla… davvero singolare. Ormai hanno preso di mira un manipolo di enti che esistono dai tempi, correva il secolo ‘800… le Province sono la storia e l’identità del Paese… altro che Regioni!

    (Gianluca “Cosenza”)

    • Firma - Gianluca (Cosenza)