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Nel centenario della nascita del Vescovo Gilberto Baroni

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Ricorre quest’anno il centenario della nascita di mons: Gilberto Baroni, che guidò la Chiesa reggiano-guastallese dal 1965 al 1989. Così lo ricorda don Lao Fontana, che ne è stato il fedele e prezioso segretario durante tutto il suo episcopato.

Don Lao Fonta_Vescovo Baroni_Giovanni Paolo II 

“IL GILBERTO PIU’ VERO”

 

Mons. Baroni aveva fatto della Messa la scuola, il centro di tutta la sua vita perché voleva, con Cristo e come Cristo, fare della sua giornata un sacrificio che desse lode a Dio nel servizio continuo e amoroso ai fratelli.

Leggeva, meditava e studiava di continuo la Parola di Dio praticando una vera lettura spirituale condotta in piena docilità allo Spirito Santo. Precedeva cioè, accompagnava e completava l’accostamento alla Parola di Dio in un intimo atteggiamento orante. E così tutto diventava meditazione, preghiera, canto di lode a Dio, invito a una sincera conversione. Posso testimoniare che mons. Baroni, per questa via, ha raggiunto alti traguardi dell’esperienza mistica di Dio.

Mi ritorna alla mente spesso un brano del Vangelo di Marco: “Sbarcando, Gesù vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare loro molte cose.” Il verbo “si commosse” indica un legame viscerale, profondo, sincero che diventa amore, tenerezza. E’ il legame che unisce la madre al figlio. Anche mons. Gilberto si commoveva, convinto come era che c’è un rapporto stretto tra ciò che si insegna e la commozione. Ciò che si insegna è sempre frutto di commozione. Non è mai autoritarismo; è raccontare con verità la propria vita. E dunque è servizio. E il servizio non può che partire dal dono, dall’amore.

Ricordo con quanta preghiera, riflessione e partecipazione interiore Mons. Baroni preparava le omelie, anche le più semplici. Scriveva direttamente e interamente a macchina le omelie più importanti, come quella del Giovedi Santo, di S.Prospero, delle stazioni quaresimali. Leggeva e correggeva di continuo. Ho ben presente ancora con quanto trasporto parlava a noi preti della Parola di Dio, quasi volendo trasmetterci la passione e il gusto per il suo Dio. Anche negli incontri personali non mancava mai di richiamare, in modo sobrio ma suadente, la Parola di Dio, l’invito alla riflessione, a un rapporto vero con Dio.

E posso testimoniare la fatica che faceva di continuo, lui decisionista per carattere, ad ascoltare pazientemente, ad accogliere con rispetto, umiltà e interesse ciò che gli veniva dagli altri. Così era Mons.Baroni: educatore a tempo pieno. E il suo punto di riferimento, il suo maestro era Gesù Cristo.

E amava la Chiesa. Partecipò al Concilio Ecumenico Vaticano II e lo visse con tanta fede, preghiera, riflessione e studio. E accolse come dono grande di Dio i Documenti del Concilio,che sovvertirono il concetto di Chiesa come piramide:la gerarchia in alto e i fedeli in basso e la presentarono invece come Popolo di Dio.

E voleva la formazione e la promozione dei laici, convinto come era che i ministeri nella Chiesa, suscitati con grande varietà dallo Spirito Santo, contribuissero ad edificare il tessuto della comunità cristiana. Sognava una Chiesa nella quale ogni battezzato tenesse responsabilmente il suo posto e fosse per l’intero corpo della Chiesa una “giuntura” benefica ed efficace per il passaggio e la crescita della grazia di salvezza di Cristo.

Con queste parole nel settembre 1989 salutava la diocesi: “Amate la Chiesa, amatela, amando concretamente questa Chiesa reggiano-guastallese col suo vescovo Paolo, i suoi preti, i suoi diaconi, i suoi religiosi e religiose, la sua gente! Amatela coi suoi limiti e le sue risorse, perché così riuscirete ad edificarla autenticamente secondo la volontà di Cristo. Non lasciatevi mai prendere dal dinamismo costruttore delle critiche: ci sono più cose belle da ammirare, che brutte da criticare.”

Così era monsignor Gilberto: forte nella fede e nella carità, in dialogo continuo con Dio e con la Chiesa, in cammino quotidiano con il suo Signore e con il suo popolo, in una speranza forte e incrollabile, in una pazienza capace di riconoscere dappertutto l’amore vincente di Dio, che, alla fine, anche nelle avversità e nei fallimenti produce una gioia incontenibile.

Don Lao Fontana

Nella foto: don Lao Fontana e il vescovo Gilberto Baroni a colloquio con Papa Giovanni Paolo II