Home Cronaca Ai reggiani la “palma” di secondi maggiori evasori in regione

Ai reggiani la “palma” di secondi maggiori evasori in regione

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Evasione fiscaleOltre 3.400 accertamenti eseguiti e 12,5 milioni di euro incassati (che salgono a 15,5 se si considerano anche le rate da versare su accertamenti già chiusi), dal 2009, anno di inizio  della collaborazione. Questi i numeri dell’alleanza tra Agenzia delle entrate Emilia-Romagna, Anci e comuni nella lotta all’evasione fiscale. Le segnalazioni trasmesse dai 279 comuni aderenti hanno consentito di accertare un’evasione di quasi 46 milioni di euro. Nel 77% dei casi gli accertamenti innescati dalle segnalazioni comunali sono stati chiusi con l’accordo del contribuente, a dimostrazione del buon livello qualitativo dei controlli.

La maggiore imposta accertata. In regione il municipio-leader per evasione accertata è Reggio Emilia, le cui segnalazioni hanno fatto emergere una maggiore imposta di 5,5 milioni di euro; seguono Bologna (4,4 milioni di euro), Modena (2,8 milioni di euro) Ferrara (2,1 milioni di euro) e la “piccola” Formigine (2 milioni di euro). Tra le new entry si segnalano anche Savignano sul Rubicone (1,5 milioni di euro) e San Cesario sul Panaro (1,1 milioni di euro). A livello provinciale guida Modena, con 13,6 milioni di euro di maggiore imposta accertata, che precede Reggio Emilia (8,6 milioni di euro) e Bologna (7,4 milioni di euro).

Gli ambiti più proficui. La maggiore concentrazione di segnalazioni si registra nell’ambito “proprietà edilizia e patrimonio immobiliare” (53% delle segnalazioni totali): da rendite catastali e affitti non dichiarati provengono 9 milioni di evasione accertata. È pero il settore “urbanistica e territorio” il campo di intervento più proficuo: le segnalazioni sulle operazioni di speculazione edilizia hanno fatto emergere una maggiore imposta di 17,2 milioni di euro (38% del totale), nonostante un numero di segnalazioni relativamente basso (2.559, pari al 12% del totale). Molto redditizie anche le segnalazioni sui “finti poveri”, contribuenti che manifestano un tenore di vita in palese contrasto con i redditi dichiarati, con 12,5 milioni di euro accertati (27% del totale);  significativa, infine, l’evasione scoperta nel settore “commercio e professioni”, in particolare a carico di soggetti che svolgono attività commerciali dietro lo schermo di un’associazione (6,6 milioni di euro, pari al 14% del totale).

Cosa entra in cassa. Sotto il profilo delle somme da destinare ai comuni, i municipi che registrano gli incassi più consistenti sono Bologna (2,6 milioni di euro), Cesena (1,1 milioni di euro) e Formigine (874mila euro). Tra le province, i proventi della collaborazione con l’Agenzia delle entrate si concentrano in misura prevalente nei municipi bolognesi (3,63 milioni di euro)  e modenesi (3,6 milioni di euro).

Da ricordare, infine, che per le segnalazioni inviate nel triennio 2012-2014, la percentuale del riscosso che spetta al comune è pari al 100%.

Alcuni casi di evasione. Stando alla dichiarazione dei redditi, con un reddito annuale che oscillava tra i 10mila e i 23mila euro, si poteva immaginare che il titolare di uno stabilimento balneare fosse stato colpito, come tanti, dalla crisi economica. In realtà, nonostante gli esigui redditi dichiarati, la sua esistenza era molto più agiata: due autovetture, due moto, tre abitazioni (in aggiunta alla sua abitazione principale, una villetta da 160 metri quadri), collaboratori domestici per oltre 1.300 ore annue. La maggiore imposta accertata, per i due anni finora lavorati, sfiora gli 80mila euro. Nel ravennate, “galeotta” è stata la dichiarazione di “inizio attività” presentata da un residente per alcuni lavori di ristrutturazione; i successivi controlli dei funzionari dell’Agenzia hanno rivelato che, oltre alle spese per la ristrutturazione, il facoltoso contribuente risultava in possesso di due auto, un camper, una barca a vela… e quattro appartamenti, difficilmente giustificabili con un reddito di 14mila euro nel 2007 e di 21mila euro nel 2008. La maggiore imposta accertata nei due anni raggiunge i 370mila euro. Cifre sicuramente inferiori, ma intenti ugualmente “evasivi” nei confronti del fisco in provincia di Forlì-Cesena, dove una scuola calcio nascondeva dietro lo schermo di associazione sportiva dilettantistica una vera e propria attività commerciale, grazie a un negozio di abbigliamento sportivo con tanto di vetrina e orari di apertura al pubblico. L’accertamento dell’Agenzia delle entrate è scaturito in questo caso da una segnalazione del Comune per mancato versamento della Tarsu. Dalla banca dati Ici di un comune del ferrarese, infine, è scaturito l’accertamento che ha portato ad accertare una maggiore imposta di 65mila euro: due terreni edificabili erano stati infatti venduti a un prezzo notevolmente inferiore al valore di mercato.