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26^ pellegrinaggio della Parrocchia di Castelnovo ne’ Monti a San Pellegrino in Alpe: la cronaca

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Alcuni amici che hanno fatto il pellegrinaggio di San Pellegrino in Alpe ci mandano queste righe che volentieri pubblichiamo.

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Immagine da una edizione precedente
Immagine da una edizione precedente

Sono le sei del mattino di venerdì 2 agosto e davanti alla Pieve iniziano ad arrivare visi assonnati, volti con su scritto "chi me lo ha fatto fare?”, zaini enormi ed altri minuscoli; ci si saluta con i “vecchi” mentre i nuovi si chiedono dove sono capitati.

Dopo i primi momenti surreali tra appelli e “mi sono scordato…”, Don Geli ci accoglie in chiesa per la benedizione.

Si parte.

La fila dei trenta partecipanti si incammina verso Carnola.

Ora è chiaro chi siamo e soprattutto qual è la meta condivisa: San Pellegrino.

Beppe il “condottiero” sale con il mezzo che il Soccorso Alpino ci ha messo al seguito, con Giuseppe Magnani  che ci segue passo passo nel cammino pronto ad un aiuto.

La discesa serve per fare conoscenza e per raccogliere il sasso da portare al giro del Diavolo.

Al Pianello il primo momento di preghiera (brevi meditazioni di papa Francesco sulla corruzione riferite al vangelo della S. Messa del sabato a S. Pellegrino Mt.5,10) e ci si incammina verso la prima salita che ci porterà dopo Segalara a Gacciola,  dove una maestà accoglie le nostre invocazioni, poi passiamo dal Castellaro e siamo a Cerrè Sologno per la prima sosta “tecnica”. Caffè, cappuccio, sambuca e si riparte per Primavore.

A Piolo la famiglia Castellini ci accoglie per un gradito ristoro e poi in paese ci fermiamo davanti all’immagine della Madonna. Scendiamo per la Loggia e risaliamo a Case Bracchi quindi il sentiero ci porta al Mulino dell’Ozola fra lo stupore dei tanti che non conoscevano questo splendido angolo del nostro Appennino. Da qui in breve siamo a Ligonchio, dove alla fontana dello Scodellino ci fermiamo per il pranzo.

Un giro in paese per il caffè a siamo di nuovo in cammino insieme ad una decina di pellegrini che nel frattempo ci hanno raggiunto, fra di loro Don Pier, originario del Burkina Faso che guiderà la preghiera da qui in avanti al posto di Don Geli che rientra a Castelnovo.

La salita di Tarlanda si rivela agevole e il sentiero della decauville (la ferrovia a scartamento ridotto per i materiali della diga di Presa Alta) un vero incanto di faggeta e panorama. Al ponte del Rimale si decide di salire per il sentiero del Lago del Capriolo approfittando dello stato di “forma” dei camminatori. Il primo tratto è decisamente duro, i ragazzi davanti sembrano non accorgersene mentre per qualcuno il passo si fa pesante. Il tratto pianeggiante del Lago (asciutto) del Capriolo ci permette di prendere fiato per l’ultima salita della giornata che ci porta al passo di Romecchio. La preghiera insieme e l’ultimo pezzo verso la Bargetana che ci accoglie nel tardo pomeriggio.

Una birra una doccia e il volo di un’aquila ci saluta dall’alto poi, guidati da Don Pier recitiamo il Santo Rosario, mentre il sole inizia a scendere. Un'ottima cena, due chiacchiere, un canto e le brande ci accolgono.

Al mattino, dopo la colazione e la preghiera, il gruppo compatto punta al lago della Bergetana e poi sale verso il Prado. L’aria fresca aiuta nella marcia e dopo le parole di Don Pier ripartiamo verso Bocca di Massa e poi al Passo delle Forbici. Beppe e Giuseppe ci aspettano ed insieme cantiamo il Padre Nostro con il consueto"girotondo" per poi ripartire verso l’Alpicella e scendere alla Radici. L’ultimo pezzo in asfalto tra le macchine non è certo il massimo ma siamo in arrivo: ecco San Pellegrino.

Don Pier celebra la S. Messa nella Chiesa dei Santi Pellegrino e Bianco ricordandoci nell’omelia il nostro cammino di tappe per avvicinarci alla fede e poi dietro il santuario restiamo in un’ottantina a ristorarci con una buona minestra.

Beppe sempre presente a ”guidarci”, l'appoggio sicuro di Giuseppe come Soccorso Alpino, poi per il pranzo Angela, Marta, Fulvia, Laura, Mariangela, le donne che hanno preparato le torte, Hector per la logistica, tutti  ci hanno dato un grande aiuto e sono stati splendidi come sempre. Ringraziamo anche quanti sono saliti in auto, in pullman o in moto a rendere sempre speciale queste giornate in cui la nostra comunità rende omaggio ai Santi Pellegrino e Bianco.

(Mauro, Rino, Beppe)