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La Regione ha deciso: “Niente più rifiuti da bruciare negli inceneritori”

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La Regione ha deciso: "Niente più rifiuti da bruciare negli inceneritori". Dall’Università di Modena arriva uno studio che riapre tutti i giochi sul tavolo dei rifiuti: “Nel 2020 in tutta l’Emilia-Romagna non avremo più rifiuti da bruciare negli inceneritori”. Il dipartimento di Scienze e metodi dell’ingegneria di Modena ha analizzato le possibilità alternative agli inceneritori e alle discariche, concludendo che in 17 anni i 3 milioni di tonnellate di rifiuti oggi inceneriti nella regione si ridurranno a sole 270mila tonnellate. Per eliminare queste basteranno due piccoli inceneritori o anche uno solo oppure addirittura nessuno se il materiale fosse trattato in maniera tale da diventare utilizzabile come combustibile solido secondario (Css) per impianti industriali come hanno i cementifici.

Far sparire 2,3 milioni di rifiuti all’anno è un’impresa ambiziosa. Per un quarto dovrebbe essere ridotta la produzione di rifiuti. Che sia fattibile, sostiene la ricerca, lo hanno già dimostrato la contea di Ortenau in Germania e una parte della provincia di Treviso, dove questi risultati sono già stati raggiunti.

Tutto il resto sarà riciclato, perché recuperare la materia è decisamente meglio che recuperare solo l’energia in essa contenuta. Per fare una bottiglia di Pet, ad esempio, si usa molta più energia che quella che si recupera bruciandola.

Per convincere la gente a gestire con attenzione e continuità la raccolta differenziata, lo studio modenese consiglia di utilizzare la leva economica: far pagare di più chi non fa o fa male la differenziata, con tariffe puntuali personalizzate.

Lo studio è stato realizzato dal ricercatore e docente Alberto Bellini. Una ricerca commissionata da alcuni comuni, da utilizzare per convincere la Regione ad approvare una programmazione basata sulla chiusura di discariche e inceneritori. Fra i comuni che appoggiano il progetto c’è anche Reggio Emilia oltre a Parma, a Forlì e a Piacenza, che sono notoriamente le amministrazioni più convinte della possibilità e della necessita di andare oltre la distruzione dei rifiuti. Ma la strada è in salita, perché le altre città, pur tutte amiche del riciclo, non credono ai cambiamenti drastici. E le multiutility che negli inceneritori hanno investito molto non mancheranno di esercitare la loro pressione. Il prossimo futuro ci dirà chi vincerà la sostanziosa partita dei rifiuti.

(Francesco Compari)

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