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Nasce una nuova banca (e ne spariscono due): il Banco Emiliano

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Da sx: Giuseppe Alai, Anna Maria Tosi, Andrea Margini, Enrico Bini
Da sx: Giuseppe Alai, Anna Maria Tosi, Andrea Margini, Enrico Bini

“Oggi nasce una nuova banca, espressione di una cooperazione di credito più forte, solida e solidale, tradizionalmente legata alle comunità locali e, al tempo stesso, in grado di offrire servizi ancora più innovativi e di sostenere con accresciuta incisività lo sviluppo del territorio”.

E’ così che Giuseppe Alai e Andrea Margini, già presidenti di Banca Reggiana e di Banca di Cavola e Sassuolo, lanciano Banco Emiliano, il nuovo istituto di credito cooperativo nato proprio – e la firma è di stamane in Camera di Commercio, davanti al notaio Anna Maria Tosi e alla presenza del presidente dell'Ente camerale, Enrico Bini – dall’integrazione delle due BCC.

“Grazie agli autonomi percorsi di costante crescita compiuti dalle due banche nel corso di una lunga storia (pluridecennale per Banca di Cavola e Sassuolo e più che centenaria per Banca Reggiana) – proseguono Alai e Margini – Banco Emiliano già si colloca tra i più importanti istituti di credito cooperativo dell’Emilia-Romagna, con 1,72 miliardi di euro di raccolta, 1,17 miliardi di impieghi, 38 milioni di capitale sociale e un patrimonio che sfiora i 136 milioni”.

“Ma insieme a queste cifre – affermano Alai e Margini – c’è il dato relativo al forte legame con il territorio, sancito innanzitutto da una compagine sociale che supera le 17.000 unità (15.675 persone fisiche e 1.753 imprese), cui si affianca la presenza operativa in 32 comuni con 41 filiali, 29 delle quali in provincia di Reggio Emilia, 5 a Modena, 5 a Parma e due nel Mantovano”.

“La nascita di Banco Emiliano – sottolineano gli ormai ex presidenti di Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo – è il frutto di un progetto finalizzato ad accrescere ulteriormente l’incisività della banca locale all’interno di comunità che presentano molti elementi di omogeneità, analoghi bisogni ed opportunità, con il rafforzamento di azioni e l’ampliamento di una gamma di servizi strettamente collegati alle esigenze di territori in cui imprese, lavoratori e famiglie non sono solo colpiti da una crisi di intensità senza precedenti, ma hanno bisogno di solidi punti di riferimento per continuare ad alimentare progetti di sviluppo”.

“Proprio per questo – affermano Alai e Margini – gli impieghi di Banco Emiliano continueranno a privilegiare le famiglie e quelle imprese che sono espressione di un’economia reale che produce ricchezza e lavoro, cioè gli elementi essenziali per uno sviluppo autentico delle comunità e del territorio”.

“L’integrazione dei due precedenti istituti di credito cooperativo – aggiungono Alai e Margini – porterà anche ad ancor più elevati livelli di efficienza e ad un contenimento dei costi di cui saranno proprio i clienti e i soci a beneficiare”.  Soci, tra l’altro, che con i bilanci 2012 hanno incassato quasi 900.000
euro tra dividendo e ristorno.
La sede legale di Banco Emiliano è a Reggio Emilia, e del primo Consiglio di amministrazione dell’Istituto – che nella sua prima riunione procederà all’elezione delle cariche – fanno parte Giuseppe Alai, Angelo Anedda, Luca Belli, Pietro Bertolotti, Mario Boni, Achille Brunazzi, Vilson Canovi, Lorenzo Capiluppi, Fiorenzo Ferrari, Sergio Leandri, Alfonso Panzani, Erio Salsi e Roberto Vezzosi, chiamati all’incarico dalle distinte assemblee di Banca Reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo nel maggio scorso.
Del Collegio sindacale fanno parte Mirco Zucca (presidente), Giorgio Bellucci e Vittorio Guidetti.

4 COMMENTS

  1. Banco Emiliano Credito Cooperativo: nato da una fusione per unione di due piccole banche cooperative ben radicate nel territorio, inoltre mi risulta che la ex Banca di Cavola negli ultimi anni ha assunto molti giovani della montagna. A questo punto mi chiedo (visto che le unioni hanno comunque comportato una riduzione di personale): quali saranno le conseguenze sul personale?

    (MB)

    • Firma - M B
  2. In questi anni entrambe le banche hanno investito sull’occupazione, in particolare giovanile, prima sui territori di origine e progressivamente sul resto delle zone presidiate. Con orgoglio sottolineiamo che il piano industriale del Banco, a differenza di unioni avvenute nel passato, non prevede riduzioni di personale.

    (Giovanni Bursi, Banco emiliano credito cooperativo)

    • Firma - GiovanniBursi-BancoEmilianoCreditoCooperativo