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Tre generazioni. E la stalla è di vacche rosse

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Az Agricola Nasi (Foto Redacon)
Walter, Vincenzo, Elia Nasi

Non ce ne sono tante, solo tre in Appennino così grandi. Sono le stalle di vacche rosse, l’antica razza Reggiana, autoctona della nostra provincia. Ora, la più recente, in fatto di ammodernamento e impostazione di allevamento in purezza, sorge a Casina dove, notizia nella notizia, tre generazioni si tramandano l’arte dell’essere agricoltore e allevatore.

E’ l’azienda agricola Nasi di Giandeto di Casina. A condurla, in contemporanea, sono tre generazioni. Da aprile, hanno ultimato una nuova stalla per questi animali: singolare la cura estetica scelta che la rende ben calata nella skyline di questo altopiano naturale che è la valle di Giandeto. Il capostipite è Walter, attivissimo nonostante le mani segnate da una lunga vita di lavoro, quindi Vincenzo e i suoi figli che frequentano l’istituto agrario. Inaugurata all’ultima fiera del Parmigiano Reggiano di Casina, qui a settembre ancora si raccoglieva l’erba fresca per i bovini dal manto fromentino. A meno di un tiro di schioppo le campane della parrocchiale di San Paolo che, ogni giorno, scandiscono ore e preghiere.

Walter di anni ne ha infilati 78 e, allevando questi animali, nella sua carriera ha vinto anche molti premi in città alle varie fiere e manifestazioni: “Ho sempre fatto l’agricoltore – dice con il suo infaticabile sorriso acceso sotto gote rosee e un viso segnato dal lavoro di una vita – e le vacche rosse le ho sempre avute. Certo ho provato anche quelle bianche e nere – la razza Frisona, ndr – ma non hanno la durata che hanno queste. Le rosse hanno meno problemi”, chiosa sicuro.

Il figlio Vincenzo, 50 anni e da quando ne aveva 14 al lavoro col padre, spiega: “Questa nuova stalla è stata edificata in un solo anno, inaugurata operativamente lo scorso aprile, ci dovrebbe consentire di lavorare meno faticosamente e di garantire un reddito alla nostra famiglia. La abbiamo realizzata interamente con le nostre risorse, senza contributi. E’ a stabulazione fissa – con gli animali legati – in quanto i preventivi per la stabulazione libera erano decisamente più elevati”. Az. Agricola Nasi

Di recente, Vincenzo Nasi è stato eletto anche vicepresidente dell’associazione degli allevatori dei bovini di razza reggiana (il cui presidente è l’ex assessore all’agricoltura Marco Prandi): “Siamo attualmente decentrati per riuscire a lavorare il nostro latte assieme a quello di altri allevatori in modo tale da poter produrre almeno una forma solo a base di latte di Reggiana, come già fanno altri caseifici”. “Anche se questo – spiega Silvano Domenichini, assessore all’agricoltura del Comune di Casina – resta sicuramente un obiettivo di valore anche per il nostro territorio”. Intanto l’azienda conferisce il latte alla Latteria di Cortogno, dopo che i tre caseifici di Giandeto hanno via via chiuso in tempi ormai lontani.

Elia, nipote di Walter, studia zootecnia allo Zanelli a Reggio: “Mi piace questa attività e l’azienda agricola di casa, ma mi appassiona anche il tema dei nostri animali autoctoni, di qui la mia scelta. L’attività agricola ha il vantaggio che rende autonomi, per quanto si lavori molto”. “Un’azienda importante per l’economia della montagna e per i giovani che vi lavorano, anche per avere scelto le vacche rosse”, spiega a Redacon Marcello Zanetti, referente di zona della Coldiretti.

Vincenzo Nasi a chi gli chiede se consiglierebbe questa attività a un giovane dice: “Ci vuole un coraggio da leoni, a meno che uno non abbia già l’azienda avviata dai genitori, in quanto occorrono molte risorse”. Ma intanto i suoi occhi dicono chiaramente che se fosse per lui, che da giovane installò un crocefisso sul camion del casaro mangiapreti per poi riderne ancora oggi, questo mestiere tra vacche di origine antica e libertà lo consiglierebbe a chiunque. (G. A.)

Fam Nasi, Marcello Zanetti Simone Bertani
Le tre generazioni della famiglia Nasi con i tecnici Coldiretti Marcello Zanetti Simone Bertani (a loro il nostro grazie per averci condotto sul posto)

7 COMMENTS

  1. E’ davvero bellissimo vedere che esiste ancora qualcuno disposto a portare avanti la qualità del nostro latte “rosso reggiano” rispetto alla sola quantità. Il fatto di privilegiare la razza autoctona rispetto alla più redditizia Frisona o Olandese significa che ci sono persone che non pensano solamente al profitto esagerato d’azienda, ma che si ergono a tutori della qualità del latte prodotto dalla “Rossa”. Mi viene però da dire: peccato che questo debba essere miscelato con latte di razze diverse. Esiste un circuito del Parmigiano della Vacca Rossa che andrebbe tutelato e rivalutato. Bisognerebbe diversificare la qualità del formaggio Parmigiano della Vacca Rossa da quello “generico” dei normali caseifici. E’ come una pietra preziosa nascosta tra innumerevoli perle: una eccellenza tra le primizie. Tenete duro e provateci a fare le forme DOC Rossa reggiana. Grazie per il patrimonio che state tutelando e portando avanti. Siete preziosi anche voi, come le vacche che accudite.

    (Fabio Mammi)

    • Firma - fabiomammi
  2. Per noi dell’amministrazione comunale di Casina è grande motivo di orgoglio poter annoverare tra le noste attività produttive un’azienda agricola come quella dei Nasi. In un momento di crisi come quella che tutti i settori produttivi stanno vivendo, come l’attuale, vedere dei nostri concittadini che investono fior di quattrini con produzioni innovative come quello zootecnico della riscoperta delle Vacche Rosse ci riempie di grande soddisfazione e ci impegna sempre pù come amministrazione comunale a continuare nella stada intrapresa, anche dalla nostra amministrazione, nel rilancio della Fiera del Parmigiano Reggiano. Grazie, famiglia Nasi, per quello che avete fatto e conoscendovi sappiamo che non starete fermi ma continuerete anche in futuro ad investire in questo settore e nella attività agricola in quanto, checchè se ne dica, è sempre la più bella attività del mondo.

    (Silvano Domenichini)

    • Firma - silvanodomenichini
  3. Congratulazioni alla famiglia Nasi per la nuova stalla e per la scelta della razza autoctona. Spero di trovare il tempo necessario per visitare la nuova stalla. Concordo purtroppo sul fatto che l’imprenditoria agricola, partendo da zero, si accompagna a dei costi quasi insostenibili. Cordialità.

    (Sincero Bresciani)

    • Firma - SinceroBresciani
  4. Non mi intendo di allevamento ma stimo e apprezzo moltissimo questa azienda che ha scelto, suppongo più con coraggio e sacrificio che con soddisfazione economica, di mantenere attiva questa razza bovina che a memoria storica era tipica del reggiano. Parlando sempre dal mio pulpito, che è quello di uno che non se ne intende, aggiungerei che se oggi il sistema economico e le norme europee favorissero la produzione del latte e dei suoi derivati condotta con razze locali e con metodi meno intensivi, tipo il pascolo, senza strozzature di prezzi e condizioni che invece impongono l’allevamento intensivo, molto più inquinante e alla fine meno redditizio a queste condizioni, ebbene… sarebbe molto meglio!

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marcoleonardi