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Il Consiglio provinciale è favorevole, quasi alla unanimità, alla fusione di quattro dei comuni del crinale

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(Sonia Masini)

Il Consiglio provinciale, nel corso della seduta di ieri presieduta da Gianluca Chierici, ha espresso parere favorevole (con la sola astensione del capogruppo di Rifondazione, Alberto Ferrigno) rispetto alla nascita di un nuovo comune attraverso la fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto .

La richiesta di parere è arrivata dalla Regione che, su sollecitazione dei 4 comuni interessati, ha redatto la proposta di legge per la fusione.

Se il progetto andrà in porto il nuovo comune sarà effettivo a partire dal primo gennaio 2015.

Il suo nome dovrà essere definito con un referendum consultivo, le diverse possibilità sono già state indicate dai singoli comuni nelle rispettive delibere. Si tratta di Ventasso, Nasseta, Crinale Reggiano, Crinale dell’Alto Appennino Reggiano, Alto Appennino Reggiano e Valle dei Cavalieri.

“L’unificazione di questi 4 comuni – ha spiegato la presidente della Provincia, Sonia Masini – è un tema che abbiamo approfondito in commissione. Il nostro parere è consultivo, saranno, infatti i cittadini a prendere la decisione finale, ma noi crediamo che questo possa essere un modo per dare voce anche ai piccoli comuni, che altrimenti rischiano di non essere ascoltati. Saranno tutelate comunque le singole identità, ci sarà un comune, ma resteranno i quattro municipi. L’obiettivo è di dare uno strumento in più non solo per sopravvivere, ma per crescere”.

Positivi i giudizi di tutti i gruppi consiliari sulla proposta di legge, giudicata in linea anche con la filosofia di accorpare gli enti locali, in modo da razionalizzare gestione e costi.

36 COMMENTS

  1. Tra non molto per i paesi del crinale reggiano non sarà più possibile stringersi intorno ai comuni dove siamo nati e cresciuti; i comuni dei nostri padri; i comuni che rappresentano la nostra famiglia; l’unica istituzione ancora presente e vicino ai propri cittadini, vicino a chi ha bisogno. La campagna mediatica portata avanti per “cancellare” questi comuni è semplicemente impressionante, nulla è stato tralasciato, dai mass media, ai convegni o alle lettere a casa; tutti sono stati raggiunti, famiglie, associazioni, scuole e persino il consiglio pastorale. Chi vive in montagna sa che tutto ruota intorno al Comune; uffici postali, Carabinieri, farmacia, scuole, presidio medico e altre istituzioni; cancellando i Comuni si pongono le basi per cancellare tutto questo, anche in tempi molto brevi, come già successo a Ramiseto per alcuni uffici postali, Guardia Forestale, ufficio di collocamento, ecc. In compenso diventerà molto importante il paese che ospiterà, in modo definitivo, il nuovo Comune. Su questo immenso territorio del crinale, impossibile da gestire bene con un solo Comune, si vuole creare una sola grande famiglia; una famiglia dove Ramiseto non credo si sentirà mai a casa propria; temo che si sentirà come una “mucca da mungere fino all’ultima goccia di latte” e dopo farà la fine che l’aspetta. Credo che nessun altro comune del crinale Emiliano-Romagnolo sia andato in fusione e allora mi chiedo: perché quello che non vale per gli altri deve valere per quattro comuni del crinale Reggiano?; penso che un giorno non molto lontano capiremo il perché ma sarà troppo tardi, la fusione è un atto irreversibile, basterebbe andare in Unione per conservare i nostri Comuni montani e decidere successivamente, come fatto da tutti gli altri Comuni dell’Appennino. Lottare contro questa fusione è impossibile, è una guerra impari; le forze messe in campo da chi la vuole sono troppo forti, non esiste equità. Mi è di conforto il voto del consigliere Alberto Ferrigno che ringrazio a nome di tanti montanari che vorrebbero conservare almeno il loro Comune.

    (Lino Franzini)

    • Firma - Franzini Lino
    • Vorrei capire il senso della frase “tutto ruota intorno al Comune, farmacia, carabinieri, scuole… cancellando i comuni si pongono le basi per cancellare tutto questo”, se la sua è una supposizione o si basa su normative ben precise. Perché lei sostiene che se si farà la fusione la farmacia, ad esempio, dovrebbe chiudere? Per le scuole sulla tematica fusione mi pare abbia già risposto il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo, affermando che non esiste una legislazione per cui le scuole chiuderanno se si svolgerà il processo di fusione. Il mio intervento non vuole essere uno spot pro fusione, ma vorrei comprendere su quali basi si poggia la certezza dell’eliminazione degli enti sopracitati e a quale normativa fa riferimento.

      (Md)

      • Firma - Md
  2. “Razionalizzare gestione e costi…” Sulla nostra pelle? “La richiesta di parere è arrivata dalla Regione che, su sollecitazione dei 4 comuni interessati, ha redatto la proposta di legge per la fusione”. Mi perdoni, presidente Masini, ma avete scavalcato il parere del popolo! Vi siete messi su un percorso sbagliato! Questa non è democrazia!

    (Liliana)

    • Firma - Liliana
  3. Perchè non razionalizzare e ridurre i costi abolendo le Province e le limitando le spese pazze in Regione?! Troppo facile fare “spending” sulla pelle dei più piccoli! Complimenti ed arrivederci al referendum.

    (Alex G.)

    • Firma - Alex G.
  4. La popolazione residente nei quattro comuni interessati è drasticamente calata negli ultimi decenni e questa è una delle ragioni per cui diventa necessario fonderne quattro in uno. Chi critica questa prospettiva farebbe anche bene a ritornare a presiedere l’Appennino: è inutile che predichi bene e poi che razzoli male. Se uno sceglie di risiedere a Parma e torna su solo da vecchio in pensione per brontolare, lasciando comunque la sua residenza e quella dei suoi famigliari giù, si deve rendere conto che sta contribuendo proprio a ridurre la possibilità di esistenza di questi comuni. Sarebbe invece il caso che desse il suo contributo a ripopolare questa montagna. Poi che sia assurdo fare economia di spesa pubblica sempre a partire dai siti in cui essa era già sotto il minimo ragionevole, siamo d’accordo: anche perché la montagna è uno di quegli spazi liberi e puliti di cui le aree metropolitane hanno bisogno e quindi è coerente che il loro infinitamente maggiore gettito sia impiegato per conservarne le condizioni: anche se questo principio non viene colto con sufficiente consapevolezza. Quanto alla “democrazia”, visto che l’ultima parola spetta ai cittadini e che proprio l’uscente Unione dei quattro comuni interessati ha scelto di riconoscere un valore determinante al referendum, lasciando quindi l’ultima parola ai cittadini, non vedo di che mancanza di democrazia si possa parlare!

    (Marco)

    • Firma - marco
  5. Per correttezza mi sembra che non vi sia uniformità di giudizi, come mai non si è intervenuti quando la fusione riguardava l’unione di Villa con Toano; sicuramente paesi più omogenei e complementari, comunque fusione che si dovrà fare anche a dispetto di qualcuno ma non certamente della gente comune. Se i costi e altre motivazioni valgono per i quattro comuni certamente valevano e valgono anche per le altre unificazioni. L’unica cosa che non vale è aver modificato solo il nome alla comunità montana per dare da lavorare a chi ….. non si sa senza essere maligni.

    (Giovanni)

    • Firma - Giovanni
  6. Signor “Md”, il suo intervento è di poca consistenza in quanto è noto e arcinoto che nessuna legge detta i criteri o stabilisce le forme con cui si può concretizzare una fusione o le sue conseguenze. Va però detto che la definizione di razionalizzazione è “rendere razionale o più razionale, più adatto e rispondente alle esigenze e finalità funzionali” e quindi che forse in questo caso viene usato impropriamente e ci si chiede perché, allora, per razionalizzare si debba per forza tagliare? Sì, perché questo è ciò che viene proposto ai cittadini: “razionalizziamo perché riduciamo le spese” e per ridurre le spese come si fa? Si taglia! Allora, se è vero che le finalità che spingono alla fusione sono quelle di tagliare, la logica conseguenza è che ogni atto che ha come finalità quella di assecondare riduzioni di spese è ben visto allo scopo. Va da sé che presto vedremo tagliare spese, posti di lavoro, uffici e servizi, farmacia, ecc. Allora, cari amministratori, per piacere risparmiateci i termini razionalizzazione e ottimizzazione che considerano elaborazioni o modalità diversa di impiego degli stessi elementi ma, semmai, utilizzate riduzione e eliminazione più rispondenti alle esigenze di calare parzialmente o totalmente gli elementi, cioè quello che volete ottenere! Buona fusione a tutti.

    (Isabella Vaccari)

    • Firma - IsabellaVaccari
  7. Sono d’accordo con il commento di “Marco”, in particolare per quello che riguarda la residenza; infatti chi si propone come paladino delle nostre terre ed ha vissuto altrove palesa una certa incoerenza tra propositi e fatti.

    (Commento firmato)

    • Firma - Commento firmato
  8. Ci tengo a dire al signor “Marco” che fare attacchi personali e non avere il coraggio di firmarsi e farsi conoscere è uno stile che si addice ad altre epoche; da parte mia mai lo farei; mi vergognerei di me stesso. Chi vuole rimanere nel proprio guscio e non accetta le esperienze di chi ha vissuto realtà diverse morirà nelle proprie convinzioni; guai a pensarla in questo modo, è l’errore peggiore che si possa fare; proprio questa mentalità è stata la causa che ha ridotto la nostra montagna in questo stato. Per il resto, come tecnico ENEL, sono stato costretto a lavorare in tutte le regioni del nord Italia, ma mai ho abbandonato la nostra montagna; da quarant’anni ho due trattori e i miei prati sono falciati dal sottoscritto meglio di tanti altri, la legna da ardere la taglio personalmente nei miei boschi. Ho lasciato l’ENEL prima dell’età pensionabile per svolgere la professione di geometra e tuttora sono regolarmente iscritto al Collegio. Darmi del vecchio non le fa certo onore; primo perché non lo sono, o meglio non mi sento tale; un giorno forse capirà che si possono avere 90 anni e non essere vecchi e averne 30 ed esserlo. Di Ramiseto ho sempre condiviso tante cose ma non condividerò mai la cancellazione dei comuni montani; si possono cancellare comuni collinari o in pianura ma mai quelli montani, se venissero cancellati sarebbe un dramma, per Ramiseto in particolare sarebbe la fine; sarebbe “venduto” per fare grande Busana e non avere nulla in cambio. Tutti i Comuni del crinale emiliano-romagnolo sono spopolati; perché solo da noi si fa la fusione? Lei crede le informazioni messe in atto da questa campagna mediatica siano eque ed equilibrate? Un referendum condizionato da questa campagna mediatica solo a favore della fusione lo ritiene un atto democratico? Domande a cui lei stesso e tanti altri possono darsi le risposte. Pur nelle nostre divergenze sappia che mi farebbe piacere conoscerla, cordiali saluti.

    (Lino Franzini)

    • Firma - Franzini Lino
  9. Ho proposto la fusione con interrogazione protocollata all’Unione dei Comuni nella primavera del 2013, oggi però, dopo aver visto la Legge Regionale, a seguito di richiesta dei comuni interessati, le motivazioni per tale scelta sono esclusivamente di carattere economico di pura cassa, vecchio sistema. Si citano: l’esperienza dei “micronidi”, oggi a Busana i bambini che frequentano sono 2! Altro punto è l’esperienza del PSC in forma associata: dopo 14 anni nemmeno è stato completato. Unici punti reali: la Polizia municipale ed i servizi sociali. Sono motivazioni sufficienti? Ma questo poco importa, l’importante sarebbe ciò che il nuovo progetto propone: nulla di importante per il rilancio della montagna, il soltito sistema che ora si nasconde dietro al referendum, proponendo il nulla. Va bene ugualmente, visitiamo i paesi del crinale e l’ambiente circostante, si fa presto a vedere cosa c’è, abbandono, case chiuse, lavoro zero. Certo, si può dire, la solita critica che non porta a nulla, il discorso è lungo e complesso, infinite proposte, richieste e documenti sono depositati e conosciuti da molti ma anche ignorati, dimenticati per comodità o forse per interesse spicciolo. I tempi passano, le persone cambiano, si dimenticano, salgono sul carro vincente, ma, qualcuno mi disse “il tempo è galantuomo”. Cittadini del crinale, aprite gli occhi, siamo giunti al tracollo, chi non ci crede mi dimostri il contrario, facciamo un giro sul territorio, sono disponibile. Cordialmente.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabio leoncelli
  10. Sì, le motivazioni di questa fusione sono solo economiche, non si pensa ai dipendenti che si dovranno spostare dall’ex Comune alla sede del nuovo Comune, quanti chilometri e perdita di tempo in auto subiranno. Non si pensa ai cittadini, quanti chilometri dovranno fare per trovare risposta ai loro bisogni quotidiani. E’ inutile dire che resterà tutto com’è ora, la parola fusione si sa bene cosa significa, diventeremo un unico comune, con un’unica sede, resteranno sì i municipi come si va dicendo, ma dentro a questi municipi chi troveremo? Nessuno! E’ logico che i dipendenti verranno tutti trasferiti alla nuova sede, magari i primi tempi si potranno trovare per uno o due giorni la settimana nei comuni di appartenenza, poi, come è già successo per altri enti, piano piano spariranno e una volta spariti pure i comuni cosa facciamo? Non capisco questo rifiuto nel non volersi unire a Castelnovo. Ricordiamoci bene che una volta fatta la fusione sia le cose vadano bene che vadano male non si torna indietro, dobbiamo accettare la scelta che abbiamo fatto, prima noi, poi i nostri figli, poi i nipoti e cosi via. Riflettiamo bene sull’argomento, abbiamo ancora qualche mese per pensare a quale sarà la scelta più giusta.

    (P.F.)

    • Firma - P.F.
  11. Reputo che l’unione faccia la forza e che uniti si vinca. Restano i municipi a cui ci si può sempre riferire per ogni cosa. Risparmiare economicamente non ha fatto mai male. Anche l’identità antropologica sta cambiando per via dei mezzi di trasporto e di comunicazione. Per arrivare o spostarsi da un paese all’altro, da una frazione all’altra, si impiega tanto poco. Una volta ci si incontrava soltanto al mercato a Castelnovo, ora ci si incontra tutti i giorni e sembra proprio che tutti siano della stessa montagna “il Ventasso”. Provare non nuoce. Se dovesse andare male, si potrà sempre chiedere di tornare indietro come fecero Anzio e Nettuno “Nettunia”, che ripresero la propria identità comunale. Al mondo nulla è definitivo, ma tutto è mutevole o rivedibile.

    (Bruno Tozzi)

    • Firma - brunotozzi
  12. Asserire che i comuni, attualmente, siano il fulcro della vita dei cittadini è abbastanza anacronistico. Lo dico a coloro che credono che l’accorpamento o, ancor meglio, la fusione di più comuni,sia sinonimo di cancellazione di realtà sociali e civili sedimentate nel territorio. La fusione di comuni che hanno praticamente tutto in comune, dalla cultura, al dialetto, al tipo di convivenza sociale, alla gestione del territorio e innumerevoli altre motivazioni, non è altro che la naturale conseguenza della necessità di sopravvivenza comune. I campanilismi andavano bene 60 o 70 anni fa, quando davvero la farmacia, la posta, la stazione dei carabinieri e il Comune erano emblema di certezze e punto di riferimento. Siamo nel 2014 e oramai qualsiasi cosa la si può fare telematicamente. Ottimizzare i costi di gestione degli enti pubblici vuol anche dire ridurre al minimo le strutture pubbliche che comportano una inutile spesa. Questo dicasi anche per le province, sia ben chiaro. Quindi non griderei allo scandalo per una scelta logica e oramai improcrastinabile di ciò che dovrebbe diventare la nostra, come le altre province italiane. Già in altre occasioni ho calorosamente espresso la mia opinione in proposito e quindi mi astengo dal ripeterla. Non impediamo al nuovo di avanzare solo per la paura di non conoscerlo. Si sbaglia solo colui che si spinge a provare. Ma spesso scopre anche nuove opportunità.

    (Fabio Mammi)

    • Firma - fabiomammi
  13. Al signor “P.F.”, con cui evidentemente concordo, comunico però che nemmeno il bisogno economico dei quattro comuni verrà soddisfatto dalla scelta della soluzione fusione e glielo dimostro. Il giornalino dell’Unione il Crinale si sofferma sui benefici economici della fusione, ampiamente illustrando che ai benefici portati dal risparmio prodotto dal nuovo ente (che non si traduce in un miglioramento del servizio al cittadino), si aggiungono varie voci economiche in entrata. Gli introiti in questione (non di risparmio) sono tre:
    1. contributo straordinario in conto capitale (fondo perduto) erogato in tre rate su tre anni. Ogni rata ha importo di 200.000 euro.
    2. Contributo ordinario annuale, erogato in 15 rate fisse annuali con importo calcolato in base a popolazione (30.000 euro), estensione territoriale (115.000 euro), volume delle spese correnti dei quattro comuni dell’anno antecedente la legge di fusione (50.000 euro), per fusione di quattro comuni (30.000 euro), maggiorazione del 10% per fusione di tutti comuni facenti parte la precedente unione (22.500 euro). Totale 247.000 euro all’anno.
    3. Contributo straordinario statale, erogato in 10 anni con importo complessivo di 4.034.540 euro.
    Globalmente i contributi, sommandosi, raggiungono una quota di 8.347.040 euro incassati su un arco temporale di 15 anni che, per avere una visione complessiva, divisi per il numero di anni (15) e successivamente divisi nuovamente per 4 (quattro comuni), ci danno un’idea della somma su cui si sta disquisendo: poco meno di 140.000 euro all’anno per comune.
    Leggendo attentamente il giornalino, però, si possono notare dettagli che possono sconvolgere ulteriormente in negativo questa cifra. Per la prima voce di contribuzione compare una postilla espressa nel Piano di Riordino Territoriale, recita “Il Crinale”, in cui la Regione afferma che questo sarebbe “un contributo finalizzato a partecipare alle spese iniziali in conto capitale che il comune neo istituito deve sostenere per l’acquisto di beni materiali e immateriali necessari alla riorganizzazione delle preesistenti strutture amministrative comunali, messa in rete degli uffici comunali e all’eventuale costituzione degli opportuni sportelli decentrati, per l’effettuazione di eventuali lavori pubblici urgenti per uniformare gli standard prestazionali nelle diverse parti del territorio del nuovo ente e per l’acquisto di servizi necessari ad uniformare le procedure, i sistemi informativi e i servizi per l’intero territorio ecc. E’ possibile l’utilizzo anche per altre tipologie di spese purchè strumentali all’avvio delle attività del Comune unificato.” Lungi da chiunque, allora, l’idea di potere impiegare questi soldi per lavori a favore del territorio, dei servizi al cittadino, di energie rinnovabili, di sgravi fiscali (vedi investimenti pro cittadinanza del comune di Monchio delle Corti PR). Nella seconda voce si analizzano varie voci di spesa che come si è visto, da BURERT 111 del 24 aprile 2013, allegato A, concretizzano un sostanzioso importo. Ciò che non è stato detto è, però, che i fondi destinati a questi finanziamenti in poco meno di 8 mesi sono calati di circa il 37 %. Ciò si può agilmente evincere da cifre stabilite nel BURERT 168 del 30 agosto 2012, allegato A. Cosa accadrebbe a questa voce se i fondi calassero ancora? Ovviamente calerebbe anche l’importo destinato a finanziare le fusioni in percentuale proporzionale. Nella terza voce, la situazione è ancora più preoccupante, infatti il decreto che stabilisce le metodologie e gli importi della voce più cospicua del nostro globale malloppo si esprime affermando che in caso di insufficienza dei fondi erariali destinati al finanziamento delle fusioni di comuni, il contributo spettante per la fusione è proporzionalmente ridotto, come riportato ne “Il Crinale”. Cosa accadrebbe se il fondo fosse a zero? Se la matematica non è una opinione ogni percentuale di zero rimane zero. Arrivando al dunque di questa riflessione cosa si può concludere? Che se i fondi statali della terza voce andassero a zero la somma complessiva destinata alla nostra fusione già si dimezzerebbe portando la disponibilità annuale, per ogni comune, a 70.000 euro. Se proseguiamo considerando la prima voce vista, di complessivi 600.000, spalmata su un arco temporale di 15 anni (risulterebbero 40.000 euro anno), per ogni comune sarebbe una cifra di 10.000 euro anno (tassi di interessi esclusi). Scorporando questi 10.000 euro anno per comune, destinati esclusivamente a gestione e organizzazione della fusione, si arriverebbe a 60.000 euro anno per comune, disponibili per investimenti a favore del cittadino. Se poi si valuta che la seconda voce potrebbe ulteriormente diminuire (andando potenzialmente a zero), dato che in nemmeno un anno è calato del 37 %, si potrebbe dichiarare che la cifra annuale che ogni vecchio comune andrebbe a percepire all’anno (facendo le ipotesi menzionate) nella situazione più svantaggiosa sarebbe di 10.000 euro per 15 anni spendibili solo, come abbiamo visto, seguendo le direttive del programma di riordino territoriale (vedi sopra). Questa analisi si fonda su ipotesi non impossibili; vi chiedo ora se varrebbe veramente la pena perdere la propria identità, i propri servizi e le prossime occasioni, per 10.000 euro all’anno. Pongo poi l’attenzione su ciò che ha detto il signor Mammi e rifletto sulle volontà di chi ora porta avanti la fusione: se anche si volesse parlare di ottimizzazioni, ottimizzare risorse o servizi non è la stessa cosa che ottimizzare i costi. La prima scelta è a favore dei cittadini, dei dipendenti e di chi vede nel comune un’istituzione a suo supporto, nata per offrire una rappresentanza alla cittadinanza locale dandole voce e sostegno, la seconda scelta è a favore esclusivamente dello Stato, di enti superiori di non si sa dove e delle loro rispettive casse, è un vantaggio che non si riflette assolutamente sulla popolazione locale e si materializza esclusivamente con dei tagli; cambiano gli scopi, no? Sì, sarebbe un vantaggio per tutti gli italiani, ma è proprio necessario che soltanto noi dobbiamo caricarci le spalle dei problemi economici del Paese? Solo noi dobbiamo risollevare le sorti della Nazione? Sapete quanti comuni ci sono in Emilia Romagna?: 348! Sapete quanti comuni si stanno fondendo in Emilia Romagna?: 20 e i nostri 4 fanno parte di questi 20. Allora che risparmio è? Una unica verità è stata portata avanti come dogma indiscutibile, quello della fusione, portatrice di soli vantaggi e di migliorie, di “ottimizzazioni” e di “razionalizzazioni” esponendo al pubblico solo i pro. Gradirei almeno che, sinceramente, non mi si dica che è un bene per me. Grazie e buona giornata.

    (Isabella Vaccari)

    • Firma - IsabellaVaccari
  14. Lino, scusami se non era chiaro chi era questo “Marco”, autore del commento sul quale ti sei concentrato circa un anonimato che non era nelle mie intenzioni. Confermo però quello che ho affermato e per consolarti aggiungo che ci sono anche altri nomi illustri di chi invece sostiene la fusione, causata dal crollo demografico, che hanno tuttavia anche loro scelto di porre la propria residenza altrove, benché nativi di questi territori. Io per dimostrare di amare la montagna ci sono venuto ad abitare e da residente, non solo il fine settimana: secondo me è così che si deve fare, anche se per certi versi costa caro. Anzi, io vorrei che si potesse agevolare con tutti i mezzi, non solo il rientro dei nativi, ma anche l’arrivo di nuove residenze: solo aumentando la dimensione demografica, sia con 4 comuni sparsi che con un comune unico, si può determinare quel maggior peso istituzionale e politico che serve rispetto alle altre parti del territorio provinciale e italiano in genere.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marco leonardi
  15. Cara Isabella, su una cosa mi associo: cioè che per fare economia si parta proprio dai piccoli comuni che già non costano niente, se non come personale. Consideriamo amaramente che le decisioni più grosse vengono prese dove c’è più potere e la logica rimane quella. In questi comuni, causa la loro piccolissima dimensione demografica, il potere elettorale è irrisorio e comunque non sufficiente a determinare l’elezione di un parlamentare, di qualunque area si tratti. Sicchè le grandi decisioni vengono calate dall’alto degli eletti che contano veramente, come a Roma e qui a Bologna: pensare che i grandi costi che sbilanciano lo Stato sono proprio in quelle sedi alte, non qui! Io credo credo che “unirsi” serva a compensare questa micro dimensione demografico-elettorale che limita il potere istituzionale di questi territori. Penso anche che sarebbe bene porre un problema che mi sembra sfuggire all’attenzione di molti: è vero che il maggior gettito fiscale viene prodotto dalle aree metropolitane mille volte più popolate di quelle montane, ma è altrettanto vero che dette aree metropolitane hanno nel frattempo sacrificato la qualità del loro ambiente e del loro spazio e hanno pertanto bisogno di usufruire ad esempio della vicina montagna; qui si innesta il mio ragionamento, che vuole sia riconosciuta una quota di contributi e di spazi decisionali autonomi a questi territori, proprio perchè chi li abita li presidia e li mantiene. Io spero che questo concetto sia un giorno capito e condiviso, sia da chi abita in montagna che da chi rappresenta le grandi aree metropolitane, altrimenti c’è proprio il rischio di rimanere sempre più trascurati e ingiustamente ritenuti un costo sproporzionato.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marco leonardi
  16. In diversi interventi si legge che rimarranno i municipi a presidiare il territorio; tale affermazione non è però avvalorata da spiegazioni tecniche, ossia quali uffici rimarranno, quali verranno decentrati ed inoltre i sindaci che verranno eletti che ruolo avranno nel nascituro comune derivante dalla fusione? I nostri amministratori dovrebbero fornire ai cittadini indicazioni ben precise su questi importanti elementi della gestione della “cosa pubblica”.

    (Michela)

    • Firma - Michela
    • La possibilità del mantenimento dei municipi sui territori è disciplinata dagli artt. 15, comma 2, e 16 del D. Lgvo 267/2000. Saranno lo Statuto ed i regolamenti del nuovo comune a disciplinare l’organizzazione e le funzioni dei municipi che, tuttavia, dovranno mantenere su ciascun territorio i servizi erogati anche oggi ai cittadini. E’ presumibile che saranno decentrati quegli uffici che non erogano servizi diretti (ad es. segreteria, ragioneria ecc). L’istituzione dei municipi prevede inoltre la possibilità di eleggere direttamente anche dei rappresentanti, presso i municipi, che avranno lo status di amministratori locali. Se il referendum di ottobre avrà esito positivo i sindaci dei quattro comuni decadranno dall’incarico il 31/12/2014. Il progetto di legge regionale per l’istituzione del nuovo comune prevede che prima della loro decadenza, d’intesa fra di loro, formuleranno proposte e adotteranno provvedimenti utili a consentire la piena operatività del nuovo Comune dal 1° gennaio 2015. Dovranno inoltre, anche dopo la decadenza, collaborare con il Commissario che verrà nominato per la gestione ordinaria e per l’ elezione degli organi del nuovo Comune.

      (Daniela Pedrini)

      • Firma - (Daniela Pedrini)
  17. Di certo la fusione non è un bene ma una sconfitta, se la popolazione del crinale non fosse calata in modo vertiginoso, nonostante le tecnologie ed i tempi di crisi generale, non sarebbe necessario parlare di fusioni, ma in caso come gestire servizi al fine di eventuali migliorie e risparmi. Molte volte ho detto che la parola, uscita più volte in occasione di convegni, “coma” ora possiamo tranquillamente trasformarla in “morte”, molto semplice. Ripeto ancora, il micronido di Busana che apre le porte anche al comune di Collagna e Ligonchio ha oggi 2 bambini, piccolo esempio fondamentale. Quindi la fusione è quasi un atto dovuto, scontato ed inevitabile se però sarà gestita con contenuti veramente a favore del Crinale e non come la si sta gestendo, citando solo ed esclusivamente risparmi e rincorrendo pochi spiccioli. Vecchio discorso è poi quello che, se siamo ridotti in questa situazione, qualcuno ne ha la colpa e stai a vedere che ne sono stati partecipi i promotori, che da sempre hanno amministrato la montagna lasciandola degradare sino al collasso. Queste mie opinioni certamente sono condivise da pochi e non pretendo che altri condividano ma la realtà, giratela come volete, è quella sopra descritta. Saluti.

    (Fabio Leoncelli)

    • Firma - fabioleoncelli
  18. Da anni vedo Franzini impegnato sul territorio montano con una serietà e un impegno direi unico e vederlo criticato così ingiustamente fa comprendere come interessi o ideologie possono cambiare le persone; non direi la stessa cosa se in questi anni Franzini fosse stato un voltagabbana che si fosse venduto a chi offre di più o avesse rinnegato i suoi impegni. Il valore delle persone dipende dal loro comportamento, dalla loro serietà e dal loro impegno, non da residenza, professione, casta o tessera di partito.

    (Davide)

    • Firma - Davide
  19. Signor Mammi Fabio, lei non credo sia un abitante di uno dei 4 comuni del crinale, per cui mi fa molto piacere che esprima le sue idee e le sue opinioni, questo è più che giusto. Però mi farebbe altrettanto piacere che lei si immedesimasse in un cittadino abitante in uno dei 4 comuni, magari ultrasettantenne e magari senza patente e senza auto e che per potersi spostare debba rivolgersi a terze persone. Pensiamo anche che gli ultrasessantenni nei nostri comuni sono quasi la metà della popolazione, ce li vede lei a prodursi i certificati e quant’altro telematicamente anche se siamo nel 2014 come lei dice? Pensiamo che in un prossimo futuro al posto di questi ultrasettantenni ci saremo noi! Già ora bisogna percorrere 20-30 km per arrivare alla banca, alla posta, ai negozi, alla farmacia e dal medico… Peccato che in tutte le riunioni che sono state fatte non è mai stato approfondito il discorso degli uffici e dei servizi che resteranno sul territorio, se ne è parlato solo vagamente dicendo che resta tutto come è, mentre sappiano benissimo che se passa la fusione questo aspetto cambia profondamente. Per quello che ne so, non è stato scritto su carta come invece sono state scritte tante altre belle cose, dove sarà esattamente la sede, quali uffici, quali servizi e quanti giorni a settimana saranno a disposizione del pubblico, dove dovranno andare dopo la fusione i cittadini per fare certificati, dove dovranno andare per i tributi, l’ufficio tecnico, per il taglio legna, per i tesserini dei funghi, per la caccia, per la pesca, per i tesserini degli invalidi e tanto altro ancora. Quindi se qualcuno dei promotori sa dare una risposta precisa e soprattutto che sia stata messa per iscritto in qualche statuto o regolamento farebbe piacere spiegarla a chi ha dei dubbi sulla fusione e per correttezza queste cose andrebbero illustrate prima del referendum. Noi non abitiamo a Castelnovo, dove basta uscire dalla porta e si hanno a disposizione tutti i servizi. Quel poco che ci è rimasto proviamo a tenercelo. I nostri comuni sono stati un’unione per oltre 10 anni e i cittadini praticamente non se ne sono nemmeno accorti perchè bene o male nei comuni c’era un impiegato per ogni ufficio, cosa diversa se passa la fusione. Quindi dico: perchè non fare una unione con Castelnovo? Per finire chiedo scusa a chi ha programmato la fusione per la mia ignoranza, se quello che ho chiesto è stato scritto da qualche parte e mi è sfuggito.

    (P.F.)

    • Firma - P.F.
  20. Le fusioni sono la sconfitta delle amministrazioni locali che ci hanno governato (non solo in questi ultimi anni di crisi), incapaci anche solo di limitare lo spopolamento della montagna, incapaci di sostenere le già esigue attività commerciali, artigianali, turistiche presenti sul territorio. Ed ora propongono queste fusioni come soluzione a tutti i mali. Senza prospettive, senza progetti ma con il solo scopo di portare a casa qualche finanziamento temporaneo ma senza la più pallida idea di che futuro vogliamo per questo crinale. Niente risparmi significativi nel medio e lungo termine dai quali ricavare risorse da investire sul territorio (personale e sedi che sono i costi maggiori nei piccoli comuni, mi pare rimangano). Pensare di partire nella riorganizzazione degli enti pubblici proprio dai comuni montani, già ampiamente dimenticati dallo Stato, è un vero abominio.

    (Ty)

    • Firma - ty
  21. La fusione è la cerimonia funebre dei Comuni del crinale; la cittadinanza, condizionata dalla campagna mediatica messa in atto da chi ci ha condotto in questo stato, sta portando all’eutanasia dei Comuni montani. Bendati e incantati si sta seguendo il pifferaio magico verso la fine dei paesi montani, convinti di essere nel giusto e che a sbagliare sono tutti i Comuni del crinale dell’Emilia Romagna che hanno scelto l’unione e non la fusione, pur essendo messi come noi o peggio di noi come spopolamento e dissesto. Nonostante siamo ridotti in questo stato si continua a credere, ad accettare e a sostenere, quello che il potere propone; forse è lecito anche fare harakiri, ma almeno risparmiateci che dobbiamo farlo per il bene dei paesi montani e diteci chiaramente che si fa per togliere potere ai comuni del crinale nella futura unione; un solo comune e non più quattro.

    (Sergio)

    • Firma - Sergio
  22. Non sono d’accordo con i commenti che incolpano le varie amministrazioni dello spopolamento e degrado del Crinale. Il mio intervento non vuole essere a difesa dei nostri amministratori e politici, ma punta stimolare alcune considerazioni: fino agli ’70, circa, sul Crinale erano presenti diverse aziende agricole, quasi una per famiglia, che offrivano sostentamento ed in cui erano impiegate anche le donne. Queste aziende ora sono praticamente inesistenti, le donne cercano impieghi di altro genere e volontariamente quasi nessuna sceglie di fare la casalinga. È cambiato il sistema sociale per l’evoluzione dei tempi, i giovani preferiscono lavori nell’industria e nel terziario, che ovviamente scarseggiano nell’Appennino e per questo sono costretti a migrare. Per contro assistiamo alla presenza di alcune etnie straniere sul territorio che svolgono lavori come il taglio dei boschi, ciò significa che tra i residenti non c’è sufficiente manodopera e sopratutto interesse per svolgerli (diversi boscaioli dell’Est Europa operano nei nostri boschi con dubbi risultati). Leggere lo spopolamento del Crinale solo come un fallimento di una certa politica mi sembra una visione miope e molto parziale.

    (Md)

    • Firma - Md
    • Certo che se la “politica” non avesse investito, ad esempio, fior di miliardi e milioni nell’operazione Parco (modalità di gestione) ma li avesse investiti a favore dell’agricoltura e relativi annessi, chissà? Saluti.

      (Fabio Leoncelli)

      • Firma - fabioleoncelli
  23. A parte la calorosa discussione volevo far notare che l’Unione dei Comuni dell’Alto Appennino Reggiano con determinazione dirigenziale ha impegnato la somma di € 15.000,00 (soldi pubblici) per la redazione del progetto “Due valli, quattro municipi, un unico comune – percorso partecipato verso la fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto” che vi invito a leggere direttamente nel sito dell’Unione stessa.

    (L.C.)

    • Firma - L.C.
  24. Dopo aver letto ciò che ha suggerito il signor “L.C.” vi invito anche a leggere quanto stiamo spendendo per la stesura del secondo Psc Rue che pochi anni fa già pagammo senza risultato (e forse il signor Leoncelli può ricordarci l’importo esatto) al link sottostante: http://www.unionecomuni.re.it/downloads/VerbaleGara_PSC_RUE.pdf. Rendiamoci conto degli importi e mettiamo a fuoco i pochi spiccioli che ci stanno promettendo.

    (Elledi)

    • Firma - Elledi
  25. Una precisazione al commento dei signori “L.C.” e “P.F.”: l’Unione dei comuni, su delega dei comuni, ha ottenuto dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna un contributo di €. 15.000,00 presentando un progetto sul “Bando per il finanziamento di processi di partecipazione nell’ambito dei progetti di fusione dei comuni ai sensi della L.R. n. 3/2010”, approvato con delibera RER n. 41/2013. Il progetto denominato “DUE VALLI, QUATTRO MUNICIPI, UN UNICO COMUNE – Percorso partecipato verso la fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto” è stato predisposto a costo zero da dipendenti e funzionari dell’Unione stessa ed è finalizzato a favorire l’informazione e la partecipazione delle comunità interessate al percorso della fusione. Nel progetto sono previste diverse azioni che accompagneranno il percorso fino al referendum di ottobre 2014. Gli aspetti più significativi del progetto sono:
    – la realizzazione del sito internet http://www.fusionecrinale.re.it, ancora in costruzione ma già attivo, come contenitore di documenti, informazioni, eventi e news;
    – un percorso di formazione destinato al personale dei quattro comuni e dell’Unione su tematiche relazionali e lavoro di gruppo;
    – una collaborazione con l’Istituto comprensivo di Busana per il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole nella ricerca storica ed etimologica sui nomi indicati per il nuovo comune, nonché nell’elaborazione di loro autonome proposte;
    – una serie di incontri tematizzati, elencati nel sito nella sezione eventi/calendario ed in parte già realizzati, rivolti ai soggetti interessati al percorso di fusione (popolazione, organizzazioni sindacali, imprenditori di ogni settore, vicariato, forze dell’ordine, ecc.);
    – la realizzazione di materiali informativi di vario genere (ad esempio l’edizione speciale del giornalino “Il Crinale” dedicata alla fusione già pubblicata).
    Quindi stiamo parlando di risorse aggiuntive, ottenute dall’Unione su un bando specifico regionale, che difficilmente avrebbero potuto essere utilizzate “per chiudere delle buche sulle strade” ma invece possono contribuire a colmare qualche lacuna informativa, garantendo maggiore partecipazione ai cittadini coinvolti e facilitando una scelta più consapevole ed informata.

    (Daniela Pedrini)

    • Firma - (DanielaPedrini)
  26. Le lacune informative, signora Pedrini, sarebbe davvero giusto colmarle, ma mi risulta che finora nei vostri incontri si parla solo di informazioni viste dal lato positivo; possibile che in questa fusione esistano solo dei pro e nessun contro? Ho dei grossi dubbi in merito. Poi, se ho ben capito, con la fusione non verrebbe coinvolto solo il Comune, dal momento che lei parla di altri soggetti interessati al percorso di fusione, o sbaglio anche in questo caso? Mi sembra comunque prematuro anche partire con i percorsi formativi dei dipendenti, aspettate magari il risultato dei referendum anche se date per scontato che la fusione sia già passata, è giusto dare informazione, ma qua mi sembra di esagerare.

    (P.F.)

    • Firma - P.F.