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A letto non dopo “Carosello” ma “Che tempo fa” di Bernacca

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Alle 6,30 sveglia, mattinata tipicamente autunnale, 10 gradi, un freddo becco. Per fortuna verso le 9 fa capolino il sole e torna ad esserci una giornata tutto sommato estiva con temperature gradevoli. Ora, c'è il sole che cerca di sconfiggere le molte nuvole in cielo (ma sfortunati come siamo di certo il week-end passerà di certo alla tendenza negativa). Certo è che anche le previsioni del tempo in questa lunga stagione estiva piovosa non ci hanno mai beccato!

E allora mi piace ritornare bambino... Ricordando ad esempio che il 5 settembre del 1914 è una data che dovremmo tenere a mente, specialmente noi, impiegati pubblici "appassionati" di meteorologia, perchè in quel giorno nasceva il mitico Edmondo Bernacca, beniamino di grandi e piccini. Quanti ricordi mi legano alle sue brevi ma costanti comparse televisive serali... Mi ricordo che quando ancora non andavo a scuola, già attratto dalle vicende del tempo atmosferico, meravigliato dalle magnifiche forme delle nubi, dai tuoni, dal vento, dalla pioggia e soprattutto dalla neve, io non aspettavo tanto il famoso Carosello prima che i miei mi portassero a letto, ma la trasmissione ''Che tempo fa'' di Bernacca.

Certamente capivo poco, ma le prime cose che ho imparato a leggere eran proprio le scritte che metteva lui sulle varie ragioni d'Italia: sereno, variabile, pioggia, neve... Spesso sbagliava... Forse oggi si sbaglia appena meno (?!), ma una volta era così, tutto molto semplice; ora abbiamo migliaia di simboli fra i quali spesso non è facile districarsi, ma lasciamo stare se no si passa per arretrati, però un po' di nostalgia la sento.

Senza dimenticare il mitico Zambrelli da Reno di Tizzano, che comunque andassero le sue previsioni consigliava di tenersi a portata di mano l'ombrello e il mio bisnonno si adeguava portando le mucche al pascolo con l'immancabile ombrello da pastore, ci fossero pure 40 gradi all'ombra, perchè, si sa, la montagna è traditrice (almeno dal punto di visto delle previsioni meteo).

Si racconta che un giorno, prevedendo bel tempo, un parente stretto del "Bernacca di Reno" si fosse messo all'opera, di buona lena, per preparare la raccolta del fieno. Peccato che di lì a poco diluviasse. Si videro allora due persone correre a fortissima velocità, come due pazzi, per tutti i campi della campagna di Reno. Non era la paura di prendere le gocce d'acqua che iniziavano a scendere dal cielo. Era il meteorologo Zambrelli inseguito dal parente con in mano un pnat che voleva regolare i conti per essersi rovinato il raccolto del fieno dando fiducia all'illustre previsore della montagna. Fiducia evidentemente mal riposta.

 

2 COMMENTS

  1. Mi è stato raccontato che diversi anni fa, una domenica mattina, due signori usciti dalla Chiesa dopo la funzione religiosa si erano soffermati a chiacchierare sul sagrato, come allora si usava fare, e l’uno di questi, stante la bella giornata dal cielo terso, riferiva che nel pomeriggio avrebbe eseguito in campagna non so quali lavori richiedenti comunque tempo buono, mentre l’altro, piuttosto anziano – che non sbagliava mai le previsioni meteo a detta del mio interlocutore – tentò invece di dissuaderlo, senza però essere ascoltato, comprensibilmente incredulo di fronte alla totale assenza di nuvole, salvo poi trovarsi con la pioggia quando era nei campi. Credo vi fosse un fondo di verità in quanto mi veniva raccontato, vista l’assoluta convinzione del “narratore”, pur se ignorava di quali strumenti si avvalesse quel vecchio “meteorologo”, e in ogni caso ho voluto dargli credito perché mi piaceva pensare che, nel mondo tecnologico di oggi, potesse ancora valere l’intuito e la sensibilità delle persone, o di qualcuno in particolare, e anche un pizzico di “magia”.

    (P.B.)

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