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L’incresciosa situazione della caserma forestale di Busana

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Riceviamo e pubblichiamo

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Purtroppo  nostro malgrado dobbiamo riportare al centro del dibattito pubblico l’incresciosa situazione della caserma forestale di Busana,  già oggetto di prese di posizione da parte del Consiglio Comunale della precedente Amministrazione.
A pochi mesi dall’entrata in carica di questa Amministrazione la caserma forestale di Busana continua ad essere un cattivo esempio di assurda burocrazia. 
Pur essendo pressochè terminati i lavori interni della struttura, da parecchio tempo il cantiere risulta abbandonato senza nessun accenno di  ripresa dei lavori. 
Per queste motivazioni l' Amministrazione Comunale di Busana è fermamente decisa nel proseguire gli sforzi per  stimolare  l’ultimazione dell’opera  ribadendo  che questo obiettivo viene considerato un punto irrinunciabile del proprio mandato ed è per questo che con l'odg approvato  chiede un impegno ai massimi livelli al fine di raggiungere lo scopo.  
Auspichiamo  che  serietà e la saggezza  siano  la guida in ogni scelta, sia per la conclusione definitiva dei lavori, sia, soprattutto, per l’allocazione e l’utilizzo di questi spazi che possono diventare   fonte di servizi e ottimizzazione di risorse,  generando così valore aggiunto per il nostro comune ma anche per  tutta la montagna.

Daniela Pedrini
Sindaco  di  Busana

Caserma Forestale di Busana
Caserma Forestale di Busana

Lettera e odg Caserma Forestale ottobre 2014

9 COMMENTS

  1. Avendo visuale libera ed essendo in alto riescono a vedere tutto il crinale. Peccato che si veda da tutto il crinale una costruzione alta tre piani con un impatto visivo molto discutibile per non dire altro. Si spera che venga attutita con opportuna piantumazione di piante autoctone.

    (Gianni)

    • Firma - Gianni
  2. Forse la vicenda della caserma della forestale a Busana farà capire a tanti dei nostri luoghi come mai in Italia siamo arriva al punto drammatico in cui ci troviamo. Una cattedrale nel deserto, sovradimensionata, orribile, di un impatto ambientale devastante: ma – mi chiedo – chi la ha progettata? E chi ha avallato un progetto così assurdo in quel luogo e in quel contesto? Costi di costruzione abnormi, con una ditta del luogo e senza tutta quella burocrazia (che sappiamo tutti cosa comporta…) sarebbe costata forse la decima parte. Percorrendo più volte all’anno in bicicletta la strada che porta in Ventasso ho potuto notare, da esperto del settore, tutti gli sprechi, dovuti ad una insensata gestione dell’opera, tetto divelto, danni a non finire… ed in ultimo struttura con ancora i ponteggi da smontare e già il rivestimento a cappotto delle facciate rovinato e da rifare… ed il tutto con i nostri soldi, estorti da una tassazione a livello assurdo. Ma continuando a stare tutti zitti queste cose continueranno, nessuno ne risponderà, non ci manderanno più pensione e se possibile ci alzeranno ancora le tasse. Magari, fra qualche anno, qualche politico la farà abbattere come ecomostro, e se ne vanterà pure… W l’Italia.

    (Marco Galeazzi)

    • Firma - MarcoGaleazzi
    • Caro Marco, come non darti ragione. Questo è l’ennesimo esempio di quanto noi italiani ci vogliamo male. Decidiamo e realizziamo dei progetti che forse dopo tanti anni di ritardi non saranno poi così necessari. Qui abbiamo un problema, oltre che per ultimate la struttura (semmai questo avverrà in tempi ragionevoli), di doverla poi gestire con i soldi dei soliti cittadini onesti, che pagano regolarmente le tasse. Poi mi risulta che non si sa bene chi la occuperà, perché nel frattempo sono cambiati gli equilibri del Parco nazionale e la sede principale non è più a Busana. Ma ci rendiamo conto della “non coerenza”? Ma perché dobbiamo sempre tacere e subire questi scempi, che con i tempi che corrono (vedi grande crisi economica) non ci possiamo più permettere? Ma le nostre istituzioni a livello provinciale e regionale dove sono? Cosa stanno facendo? E’ ora di dire basta! Qui oltre a Brumotti ci vuole anche il buon Gabibbo!!! Avanti tutta!!!

      (Enrico 60)

      • Firma - Enrico60
  3. Pazzesco , un albergo a tre piani per la forestale ! Con i soldi dei contribuenti! Roba da pulenda a palle…

    Però siamo in Emilia, non a Canicattì!

    Chi ha fatto il progetto e chi ha dato i permessi?

    Chi ha avallato il finanziamento pubblico?

    (Miriano)

    • Firma - Miriano
  4. Galeazzi Marco ha proprio ragione, dimostrazione lapalissiana di spreco del denaro pubblico. Solo adesso l’amministrazione si è resa conto dell’incresciosa situazione della casema? Scusate, l’attuale sindaco nella precedente amministrazione non ricopriva la funzione di Vice?
    Tengo a precisare che Le mie domande non hanno scopi polemici, l’intento è di comunicare un oggettivo resoconto della realtà.

    (MB)

    • Firma - MariaBianchi
  5. A parte gli sprechi, che comunque sono una realtà drammatica e gravemente colpevole: a che destinazione lo si può affidare?, demolirlo?, forse andrebbero demoliti quelli che l’hanno voluto e deciso. Domandiamoci che sede serve in questo Appennino, visto che la posizione di questo opificio è strategica. Forse vale la pena di insistere perché il Corpo Forestale abbia qui una sede per l’Appennino, dato che tanto sarebbe una spesa sempre cento volte inferiore a quelle di altre regioni in materia di dotazioni forestali. Oppure potrebbe diventare sede del Parco nazionale? Oppure sede del fatidico nuovo comune -Busana-Collagna-Ramiseto-Ligonchio. Io credo che di fronte a questo caso la politica dovrebbe studiare la cosa ed esprimersi. Infine mi domando una cosa: non è che poi andando a recuperare l’uso di questo edificio oggi nel 2014, salti fuori che è costruito non nel rispetto delle norme antisismiche attuali? Insomma: è un bel guaio! Cerchiamo di studiare e di trovare una soluzione: se la demolizione e il suo ripristino costerà del denaro ebbene che la si faccia pagare a quelli che l’hanno maldestramente voluta; mi sembra una giusta soluzione di questi tempi! Di sicuro oggi bisogna affrontare questo problema che sta lì, in una zona bella senza uno scopo.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marco leonardi