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Sul museo di Crovara: quanta storia rurale…

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Mentre sabato 25 ottobre, con inizio alle 9,30, Crovara diversi enti si daranno appuntamento per inaugurare il museo annesso alla canonica recuperata (ora centro vista), segnaliamo che un nostro collaboratore, Savino Rabotti, sarà presente sul posto per illustrare il materiale raccolto come civiltà contadina. La maggior parte di questi oggetti sono appartenuti alla famiglia Rabotti di Castellaro. Si è pensato di dare loro una seconda esistenza esponendoli in pubblico.

A Crovara potremo osservare da vicino la ristrutturazione e la nuova destinazione dei locali del borgo e la disponibilità  dei gestori dell’Ostello verso chi salirà quassù per un periodo di relax e di riposo o di immersione nella natura con le camminate nel bosco. E anche verso coloro che a Crovara passano per una semplice visita, desiderosi di approfondire le proprie cognizioni su questi luoghi, sul Castello e i Conti Della Palude, sulla natura (selvaggia? Forse si! Ma meravigliosa!) di questa vallata, ormai oasi naturalistica tutelata dall’Europa.

“Il Museo, pur nei suoi limiti, cercherà di rispondere a domande che ci porgiamo di continuo sul modo di vivere, e mostrare una raccolta di strumenti che accompagnavano l’esistenza del contadino montanaro”, spiega a Redacon Savino Rabotti, che prosegue: “Ritengo che la costituzione del museo possa favorire l’impegno a conservare la memoria di tutti coloro che qui sono vissuti, hanno lavorato in terreni disagiati, si sono immedesimati con l’ambiente. E, come in un gioco sull’oggetto misterioso, potremo chiederci a cosa servivano certi attrezzi come al cêrsi, al minèl, l’îlsa, la tràša, o l’arâ da la pêrdga. Sarà divertente. E istruttivo”.