Il fiore del mese: il Cactus di Natale
Il Cactus di Natale è una specie vegetale originaria del Brasile, denominata botanicamente Schlumbergera e appartenente alla famiglia delle Cactaceae.
Le Cactaceae possono presentare differenti periodi di fioritura, ma ciò che caratterizza il Cactus di Natale è il fatto che i suoi fiori sbocciano proprio quando si avvicina il periodo delle feste invernali e proprio da qui nasce il nome con cui questa pianta spontanea in Brasile e in altre zone dell'America Latina, ma che è stata importata in Europa come pianta da appartamento, è stata soprannominata.
Potrete ammirare i fiori del Cactus di Natale tra dicembre e gennaio. I loro colori potranno spaziare dal rosa al rosso e dal viola al rosso porpora. Perché i boccioli dei fiori non appassiscano prima di sbocciare, è necessario che il Cactus di Natale venga tenuto accuratamente al riparo sia dalle correnti d'aria che dalle fonti di calore. Non deve dunque essere posizionato né nelle vicinanze di una porta che viene aperta spesso, né troppo vicino ad un caminetto, ad una stufa o a un termosifone.
Le temperatura ideale per il Cactus di Natale da appartamento è di 20°. Per prolungare la fioritura del cactus nel periodo invernale, è necessario collocarlo in una stanza luminosa. In seguito, durante l'estate, il cactus natalizio potrà essere collocato all'aperto, in una posizione parzialmente ombreggiata, in modo che l'eccessiva esposizione al sole diretto non abbia come conseguenza la bruciatura delle foglie. In autunno, fin dall'inizio di settembre, la pianta può essere trasferita in casa. La diminuzione delle normali ore di luce della giornata e della sua esposizione al sole permette di ritardarne la fioritura fino al periodo natalizio.
Una delle posizioni ideali per riporre il Cactus di Natale nella propria abitazione a dicembre e gennaio è il davanzale interno di una finestra, in modo che i fiori possano godere della luce del giorno per sbocciare nel corso dell'inverno.
Soprattutto in inverno bisognerà annaffiare regolarmente e poco alla volta, evitando che si formino dei ristagni nel sottovaso, ma allo stesso tempo mantenendo il terreno sempre umido. In estate si procede allo stesso modo, con la possibilità di spruzzare anche un po'd'acqua sulle foglie servendosi di un nebulizzatore. Il periodo estivo migliore per l'annaffiatura del Cactus di Natale, che richiede piccole quantità d'acqua per volta, è la sera.
Evitare i ristagni d'acqua e ricorrere ad annaffiature regolari ma non troppo abbondanti è importante soprattutto nel corso della fioritura.
Il Cactus di Natale ama i terreni a pH acido e che possibilmente contengano torba.
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La ricetta del mese: il carbone dolce della Befana
Ingredienti:
- 300 gr zucchero a velo
- 1 albume d’uovo
- 10 gr alcool puro
- 5 gr in polvere di colorante alimentare nero
- 4 gocce di succo di limone
Per lo sciroppo:
- 300 gr. zucchero semolato
- 100 gr di acqua
- 5 gr di colorante alimentare in polvere nero
Per realizzare il carbone dolce della befana iniziate dalla glassa: ponete l’albume in una ciotola, aggiungete le gocce di succo di limone e iniziate a montare con le fruste (in alternativa potete usare anche una planetaria). Incorporate a poco a poco con un cucchiaio lo zucchero e velo, l’alcol, infine unite il colorante alimentare nero in polvere. La dose del colorante è per la versione in polvere, se utilizzate i coloranti liquidi ve ne servirà una dose leggermente maggiore, in questo caso si consiglia di aumentare la dose a poco a poco fino a raggiungere la tinta desiderata. Continuate a montare finché non otterrete una glassa densa e scura.
A parte, in un pentolino dal fondo spesso in acciaio, non antiaderente, preparate lo sciroppo: versate l’acqua e il colorante nero , aggiungete lo zucchero semolato mescolate velocemente per far bagnare tutto lo zucchero e lasciate bollire fino a che il caramello non raggiunge la temperatura di 141°, se non disponete del termometro, non mettete subito il colorante, ma aggiungetelo non appena il caramello diventa biondo. Ci vorranno circa 10-15 minuti.
Scaldate leggermente 2 cucchiai di glassa a bagnomaria o in microonde e versateli all'interno dello sciroppo. Date una mescolata veloce e versate subito in uno stampo da plumcake foderato con carta forno (o in uno stampo che abbia un bordo alto). Il composto aumenterà di volume, se volete un carbone un po’ più areato lasciatelo raffreddare senza mescolare, se invece lo volete più compatto, con un cucchiaio mescolate per pochi secondi il carbone nello stampo.
Fate indurire il carbone a temperatura ambiente poi rovesciatelo su un tagliere e tagliatelo grossolanamente con un coltello per ottenere l’effetto “carbone”.
Il carbone dolce della befana si conserva fino ad un mese al riparo dall'umidità, ben chiuso in un sacchetto di plastica o una scatola di latta.
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Proverbio del mese:
A Gennaio l'Epifania tutte le feste le porta via, poi arriva San Benedetto che ne riporta un bel sacchetto!
Bello di gennaio, spesso brutto di febbraio.
Freddo e asciutto di gennaio, empiono il granaio.
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Curiosità del mese:
A gennaio il nostro giardino riposa sotto una "calda" coperta di neve, quindi non ci sono interventi da fare.
A gennaio, però, ci sono dei santi che annunciano l'arrivo della primavera, sono i Mercanti della neve.
Secondo una delle tante leggende si narra che tanti, tanti anni fa una famigliola di merli viveva in cima ad una grande quercia. Mamma merla, ogni anno, supplicava Gennaio di essere più mite, nulla da fare. Il gelido mese si divertiva a far soffrire i poveri uccelli, dicendo che quello era il suo mestiere...
Ma un anno, la merla decise di cambiare tattica e, così, si nascose con tutta la famigliola sotto un tetto, in modo che Gennaio non la vedesse. Questi, non vedendo nessuno, si dimenticò di tormentare gli uccelli fino a che l'ultimo giorno del mese, il ventotto, sentendosi ormai al sicuro, la merla uscì dal suo nascondiglio per godersi i raggi del sole. Lo fece con sicurezza, senza nascondere la sua soddisfazione per aver, finalmente, gabbato Gennaio ed i suoi tre vecchi Mercanti della neve con una grande barba bianca: Sant'Antonio Abate (17 gennaio), San Gaudenzio (22 gennaio) e San Giulio (31 gennaio). Gennaio, indispettito per essere stato preso in giro, si vendicò chiedendo in prestito tre giorni a Febbraio che, allora, ne aveva ben trentuno.
Quei giorni furono trasformati in una vera ghiacciaia, tanto che neve e gelo stavano per congelare la famiglia dei poveri merli.
Mamma merla, fortunatamente, vide un camino che fumava: portò lì marito e figli per proteggersi da quell'inaspettato freddo polare.
Ma se il calore della canna fumaria salvò le vite dei merli, il fumo e la caligine impregnò talmente le loro penne che la famigliola con tutti i discendenti, diventò per sempre nera.
Gennaio, soddisfatto per la vendetta, se ne andò senza restituire i giorni a Febbraio che si ritrovò ad essere, suo malgrado, il mese più corto dell'anno.
Da allora, quei tre giorni "rubati", sono conosciuti come "i giorni della merla", cioè i giorni che la tradizione vuole siano i più freddi dell'anno.
I santi " Mercanti di neve" devono il loro nomea causa delle abbondanti nevicate che, di norma, si verificano durante gennaio.
Quando il clima e la natura non erano ancora stravolti dall'inquinamento, i contadini avevano il loro almanacco legato al calendario ma anche ai mutamenti climatici stagionali del loro territorio. Da qui nascevano i detti popolari che annunciavano questi cambiamenti.
In Lombardia, mia terra natale, ma anche in altre regioni italiane, nel mese di gennaio sono tante le feste popolari dedicate ai “Mercanti della neve”.
“San Mául, un fréc dal diául, sant'Antóni, un fréc da demóni; san Sebastiän, un fréc da cän” (San Mauro, un freddo del diavolo; sant'Antonio, un freddo da demonio; san Sebastiano, un freddo da cani).
San Mauro, 15 gennaio, viene celebrato con la vendita sulle bancarelle dei “filsòn”, castagne secche raccolte in lunghe collane.
Sant' Antonio Abate, 17 gennaio, questo grande patrono del mondo contadino è ancora oggi festeggiato con un gran numero di manifestazioni, riti e consuetudini antiche non solo nei paesi della pianura padana: falò, mercatini e benedizione degli animali. I falò che si accendono nella sera della vigilia sono ricchi di significati propiziatori e rimandano alla leggenda che narra come sant'Antonio sia sceso all'inferno per riscaldarsi e rubare al diavolo un tizzone ardente da donare agli uomini: da qui la sua elezione a protettore contro i pericoli degli incendi.
San Bassiano, 19 gennaio, si celebra solennemente a Lodi. In cambio del patrocinio riceve ogni anno l'omaggio dei ceri e dei prodotti della terra, mentre fuori dalla cattedrale romanica la folla si snoda quasi in corteo fra le bancarelle inebriandosi di aromi di vino e di buseca, saporita trippa fumante.
Il 20 gennaio, San Sebastiano (San Sebastiän, 'n'úrä in mäan; A san Sebastiano, un'ora in mano.) che annuncia la primavera. San Sebastiano, giovane martire milanese, famoso per la sua bellezza efebica, venne raffigurato da molti insigni pittori legato e trafitto da frecce.
Nel calendario lo segue Santa Agnese, 21 gennaio (Sänta Gnèsä, la risärtä la cûr in da la scésä; A sant'Agnese la lucertola corre nella siepe) giorno in cui si vuole che le lucertole escano dalle siepi.
Attenzione però, a smentire i presagi di primavera, sono in agguato, a fine mese. i giorni della merla.
Buon Anno nuovo a tutti!
(informazioni tratte da Wikipedia e Giallo Zafferano)
Ciao Barbara, sono una tua ex collega e voglio farti i complimenti per le conoscenze precise, ricche, dettagliate riguardanti una quotidianità a me tanto cara. Mi piacciono tantissimo i vecchi modi di dire, i proverbi, i ricordi. Sei giovane ed è per questo che mi complimento per le tue belle attenzioni e conoscenze. Grazie Barbara e buon proseguimento! Ti seguo con interesse!
(C.C.)