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Cittadino contro Polizia municipale di Castelnovo ne’ Monti: il Tribunale di Reggio Emilia lo assolve perchè il fatto non sussiste. AGGIORNAMENTO – La replica del Sindacato unitario lavoratori polizia locale

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Riceviamo e pubblichiamo.

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municipale-539.660x368L'auto lasciata pochi attimi (il tempo di chiedere un'informazione stradale) nello spazio carico/scarico davanti alla biblioteca comunale di Castelnovo ne' Monti, in via Roma.

Un accertatore inizia a scrivere la multa e dice all'automobilista, ritornato alla sua auto, che non gli crede, che "le macchine non parlano".

L'automobilista allora protesta e chiede che vengano ascoltati testimoni che sono lì, a pochi metri: "la macchina non parla, ma loro sì che possono parlare".

Niente da fare, la verifica non interessa, la multa viene compilata.

Una vigilessa interviene in modo deciso, poi volano parole grosse riguardo alla necessitá di farsi curare per disturbi mentali.

Arriva una pattuglia che porta l'automobilista al comando dei Vigili urbani.

Gli viene notificata una denuncia penale: rifiuto di fornire le proprie generalità e oltraggio a pubblico ufficiale.

Nella denuncia che i Vigili mandano alla Procura di Reggio c'è anche scritto che l'automobilista ha dichiarato che l'avrebbe fatta pagare ai Vigili urbani perchè lui è un giornalista.

Quell'automobilista, il 10 agosto del 2012, ero io.

In realtá dissi con parole molto più appropriate e motivate che un giorno avrei denunciato pubblicamente il trattamento che mi stava riservando la Polizia locale di Castelnovo ne' Monti.

Il giorno è arrivato, perchè lo scorso martedì 8 settembre, dopo una serie di seccature e un po' di spese per la difesa legale, sono stato assolto con formula piena dal Tribunale di Reggio Emilia, perchè il fatto non sussiste.

L'accusa quindi era ingiusta ed era scattata in una inquietante coincidenza: proprio quando non si voleva ascoltare un cittadino che, provocato sulla sua buona fede (le macchine non parlano, ah-ah...) giustamente protestava. Anzi, si pretendeva che il cittadino non facesse 8-10 passi (da dove era la macchina alla biblioteca) per chiamare i testimoni.

Ma nel dibattimento è emerso molto di più.

Come in una favola sui buoni e i cattivi, che corrisponde ai criteri di Propp, si è avuto un interessante ribaltamento dei ruoli.

Chi aveva detto la frase "lei deve farsi curare perchè è matto/a"? La vigilessa, hanno riferito due testimoni, impiegati comunali come lo sono i Vigili, quindi da ritenere fortemente attendibili.

"Un film che potrebbe essere letto al contrario" ha fatto notare al Giudice il mio avvocato Alessandro Conti.

In pratica, l'accusato come parte lesa!

Ora, sapendo delle promesse del Sindaco di voler favorire i buoni rapporti fra Polizia locale e cittadini dopo alcuni episodi avvenuti in passato, mi aspetto le scuse se non proprio del Sindaco, almeno di uno di quegli agenti che hanno assecondato le accuse della vigilessa.

Mi auguro che il mio caso serva a capire che se in presenza di una infrazione, giusta o sbagliata che sia, i modi e le procedure risultano brusche, mortificanti, non proporzionate al fatto, bisogna difendersi con tutti i mezzi legali e anche politici a disposizione. Certi metodi da tolleranza zero, ma con zero buon senso, non devono più essere praticati a Castelnovo, dove i cittadini sanno tradizionalmente distinguere fra comportamenti autorevoli e comportamenti autoritari.

Infatti, se io mi fossi dovuto difendere in una cittadina diversa, da tutte quelle accuse confezionate con disinvoltura, magari non avrei potuto contare sulla franchezza e sull'onestá intellettuale di alcune persone.

Mi viene da pensare che a Castelnovo i suoi cittadini siano migliori di alcuni Vigili urbani quando si tratta di rispettare la veritá dei fatti che per fortuna il Tribunale ha stabilito.

(Franco Capone)

* * *

Aggiornamento 11 settembre 2015

Replica al signor Franco Capone

SULPLa segreteria provinciale del SULPL, che è il sindacato più rappresentativo nella Polizia locale italiana, interviene in merito all’episodio reso pubblico dal signor Capone, tramite una lettera indirizzata a redacon.it.

Non volendo entrare nel merito della decisione del Giudice (le sentenze si rispettano), ci poniamo un interrogativo: ma se il signor Capone invece di iniziare una discussione con l’accertatore si fosse comportato come tutti i cittadini che pacatamente fanno ricorso alle sanzioni amministrative nei modi e nei termini stabiliti dalla legge?

La legge garantisce al trasgressore il diritto di difendersi davanti ad un organo terzo (Giudice di pace o Prefetto), quindi il signor Capone, se riteneva di non aver commesso la sanzione si sarebbe potuto difendere tranquillamente evitando di protestare con l’accertatore della sosta, che poi si è trovato costretto a richiedere l’intervento della pattuglia della Polizia municipale di Castelnovo ne’ Monti.

Sui fatti, ripetiamo, ci atteniamo alla sentenza del Giudice, ma vogliamo rivolgere un invito al signor Capone: si documenti sull’attività della Polizia locale, sulle sue competenze nei contesti difficili in cui è chiamata ad intervenire, anche a Castelnovo ne’ Monti; ricordiamo i fatti dello scorso anno in cui un cittadino ha aggredito una collega rimasta gravemente ferita da tale vile aggressione.

Anche in tale episodio ci si è trovati di fronte a metodi a tolleranza zero? Troppo facile definire la Polizia municipale in questi termini, il signor Capone prima di scrivere lettere si informi sull’attività che di giorno e di sera per 365 giorni all’anno la Polizia municipale di Castelnovo ne’ Monti garantisce con un organico ristretto all’osso!

Non ci devono essere scuse da parte di nessun organo, ma una semplice presa d’atto di una sentenza di un Giudice!

(Sindacato unitario lavoratori polizia locale)

20 COMMENTS

  1. Lei è stato molto fortunato, perché io nelle sue stesse condizioni a Villa Minozzo, mi sono sentito dire dal giudice di pace che non poteva credere alle mie parole, ma doveva credere a quelle dei Carabinieri in quanto ufficiali in divisa. Risultato: -5 punti sulla patente e 168 euro di multa. Saluti.

    (Massimo)

    • Firma - massimo
  2. I miei complimenti e la mia solidarietà. Lei ha fatto una “strada in salita” e ha avuto ragione, (anche se le spese legali da lei sostenute per difendersi, chi gliele rifonde, l’Amministrazione di Castelnovo, i vigili coinvolti, l’ex comandante Marco Longagnani oppure l’ex sindaco Gianluca Marconi?). Ora si apre la questione dei quattro vigili che hanno testimoniato davanti al giudice. Se non hanno detto la verità (eufemismo) devono essere sanzionati. Il nuovo comandante Sauro Fontanesi e il nuovo sindaco Enrico Bini quale decisione prenderanno? Spero la migliore, sia per il corpo dei vigili che per i cittadini comuni.

    (Alessandro Raniero Davoli)

    • Firma - Alessandro Raniero Davoli
  3. Chi ha sbagliato paghi. Se c’è una sentenza della magistratura, divisa o non divisa, qualcuno, penso, dovrebbe rispondere dei propri operati. Io ritengo che chi indossa una divisa debba essere al servizio del cittadino e non contro al cittadino stesso; questo lo dico in senso generale e non legato al fatto specifico. E’ brutto doversi avvilire nel pensare che anche i nostri concittadini che indossano una divisa siano parte dell’ennisima casta di “intoccabili” del nostro bel Paese.

    (Davide Negri)

    • Firma - DavideNegri
  4. Non ho parole, ma siamo in un film di fantascienza? Non ero al corrente di vivere in uno Stato di polizia, ove è proibito (ma si scrive “non consigliabile”) replicare ad un’ingiustizia nello stesso momento in cui viene perpetrata. Forse il sindacato ignora che accettare una sanzione può essere considerato dal Giudice una implicita ammissione di colpa e compromettere il ricorso? O forse sì e pensa così di facilitarsi il lavoro? L’unico risultato che credo abbia conseguito con questa replica che non merita aggettivi è complicare la vita al Sindaco ed al Comandante che, seppure non in carica ai tempi del fatto, rappresentano il paese e la Polizia municipale e farebbero bene ad invitare il signore per scusarsi di un comportamento inappropriato. Forse è anche opportuno ricordare al sindacato che quando la Municipale svolge il proprio dovere non è un optional per il quale meritare encomi.

    (E. Pinello)

    • Firma - E.Pinello
  5. Ecco un altro motivo per cui i sindacati hanno raggiunto il peso specifico zero e zero credibilità. Continuano a difendere i lavativi e gli scarsi invece che difendere i diritti di chi lavora duro e in modo professionale. Chi si è rivolto in quel modo al cittadino non è stato professionale: è uno scarso che va fatto crescere. E se non cresce, che cambi mestiere. Scusate ma l’ho dovuta dire.

    (Lavoratrice)

    • Firma - Lavoratrice
  6. Cara Lavoratrice, si fa presto ad esprimere considerazioni personali senza conoscere i fatti nella loro completezza. Credo che il suo commento sia alquanto offensivo e privo di un minimo di educazione. Chi lascia commenti dovrebbe avere anche il coraggio di metterci la propria firma. Un caro saluto.

    (Ermano Zampolini)

    • Firma - ErmanoZampolini
  7. La replica del sindacato conferma che l’operato delle forze in questione sia stato encomiabile e “contesta” in qualche modo un sentenza! Comunque la questione più strana è che nessuno dei diretti interessati, Amministrazione, oppure individui, non scriva nulla e non dico per scusarsi, ma anche per dare una versione differente. Ma va bene così, tanto si sa come funzionassero le cose fino a qualche anno fa. Ho l’impressione che ora vadano meglio, ma se qualcuno avesse vissuto episodi simili anche ultimamente mi piacerebbe saperlo!

    (Roberto Colombari)

    • Firma - RobertoColombari
  8. È sorprendente come il sindacato Sulpl confonda i fatti: non è stato l’accertatore a chiamare la pattuglia, ma la vigilessa che, hanno detto i testimoni, raccomandava cure psichiatriche. Il punto non era accettare o no una multa, ma difendere la propria dignità di fronte ad affermazioni gratuite che poco avevano a che fare con la somministrazione di una multa. Davvero inusuale è poi che un sindacato di polizia urbana invece di confrontarsi con il datore di lavoro (il sindaco) e semmai fare parlare lui, entri in polemica diretta con un singolo cittadino. Mi rendo conto però che sto replicando a un “volantino”, firmato con una sigla sindacale, invece che con nomi e cognomi accanto alla sigla. Vero, signor vigile Ermano Zampolini? Lei non è nella posizione di rimproverare lavoratrici e lettori: non era presente ai fatti sostanziali, è arrivato dopo con la pattuglia.

    (Franco Capone)

    • Firma - FrancoCapone
  9. Per il signor Zampolini: chiedo scusa se ho sbagliato termine (scarso), diciamo pure in un altro modo “non professionale”? Non è questo il punto, infatti ho detto che va fatto crescere e se è tagliato diventerà un professionista. Se non è tagliato è meglio per tutti che cambi occupazione. Se uno delle forze dell’ordine dice a un cittadino di andarsi a far curare, sbaglia lui. Lui è pagato per fare bene il suo lavoro e se mi permette è pagato coi soldi anche miei. Sul sindacato beh, parlano i fatti, contiamo i diritti persi negli ultimi vent’anni e poi tiriamo una riga. La saluto e, sì, quando sarò sicura che posso dire come la penso senza che qualcuno la prenda sul personale e ammetta di aver avuto torto (cioè quando sarete professionali) le dirò nome, cognome e anzi la invito a bere il caffè.

    (Lavoratrice)

    • Firma - lavoratrice
  10. Caro signor Capone, è vero che sono arrivato dopo, ma ho visto e sentito abbastanza. L’accertatore della sosta e la vigilessa ricordano bene le frasi che gli sono state rivolte. Credo che le testimoni si siano perse una parte della vicenda. Facciamoci tutti un esame di coscienza. Un caro saluto.

    (Ermano Zampolini)

    • Firma - ErmanoZampolini
  11. Signor vigile Zampolini, ciò che lei ha visto “abbastanza”, e il racconto della vigilessa e dell’accertatore, è già stato valutato dal Tribunale di Reggio, con scarsissimi risultati per la vostra denuncia penale.

    (Franco Capone)

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    Con quest’ultima nota riteniamo concluso il dibattito.

    (red)

    • Firma - FrancoCapone