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L’assessore agli studenti che cominciano l’anno scolastico

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Il vicesindaco e assessore alla cultura castelnovese Emanuele Ferrari ha inaugurato, nell'anno di insediamento, 2014, l'uso di inviare una lettera di inizio anno scolastico ("messaggio in bottiglia", lo chiama) agli studenti. Quest'anno per la terza volta la cosa si verifica e quel che segue è il testo 2016-17.

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Quando ricomincia un anno scolastico mi capita spesso, appena prima, quei giorni di settembre dove le scuole si popolano di insegnanti alla ricerca dei fantasmi dei loro studenti, mi capita dicevo di andare alla ricerca, provare a ricordarmi qualche frammento di frase, dell’anno precedente, di quello appena passato.
Così quest’anno mi è tornata in mente la frase, più volte scritta in diversi temi in classe, di uno che certamente è stato e forse è ancora un mio studente (anche se forse sarebbe più corretto dire: io sono stato e ho provato a essere un suo insegnante).

Questa frase dice: vorrei diventare una persona migliore.

Ecco oggi, se mi chiedessero perché si va a scuola, da studenti e da insegnanti, mi sembra proprio che questa frase è quella che mi convince di più.
Si viene, si sta a scuola per diventare persone migliori.

Poi mi è venuta in mente un’altra cosa, di quelle che non sai perché vengono in mente proprio in un determinato momento, quasi subito dopo questa faccenda del Diventare migliori, una cosa che forse potrei chiamare anche Istruzioni provvisorie per il NON uso del bianchetto a scuola.

Infatti mi sono ricordato che quasi sempre, all’inizio di ogni anno scolastico, dico a tutti gli studenti che quando fanno il tema, quando si mettono a scrivere, preferirei, anzi vorrei proprio che non usassero il bianchetto, che non perdessero tempo a cancellare, a nascondere, a mettere una mano di bianco sui loro errori.
Perché gli errori sono importanti, mi sento dire loro, e la scuola è uno di quei posti dove si impara anche dagli errori, dove si impara a sbagliare, e se uno non sbaglia c’è anche il caso che non possa proprio imparare niente.
E allora diventa importante che uno, alla fine di un lavoro di scrittura per esempio, possa guardare il foglio e possa vedere subito le cancellature, le righe tirate sopra le parole, quante volte e dove gli è capitato di ritornare sulle parole scritte, quante volte e dove gli è capitato di cambiarle, di scegliere un’altra strada, di proseguire oltre o altrove, per diventare una persona migliore.

Così adesso mi viene da pensare che a scuola, ma forse non solo a scuola, per diventare persone migliori bisogna imparare a sbagliare, bisogna non avere paura di guardare in faccia i propri errori, bisogna partire proprio dagli errori, per diventare davvero persone, per diventarle migliori.

Che bello mi sono detto allora, alzarsi al mattino e poter dire Vado a scuola, vado a incontrare della gente che mi insegna a sbagliare, che mi insegna a guardare in faccia i miei errori e che a partire da quelli mi aiuta a diventare una persona migliore.

Che bello pensare che anche un insegnante, ma forse non solo loro e forse non solo nella scuola, può essere o diventare una persona migliore proprio perché sbaglia, accetta di sbagliare e da questa faccenda lì, di sbagliare e di fallire, inizia un altro cammino, cambia strada, si carica il fagotto degli errori sulle spalle e va oltre, va altrove, diventa davvero una persona migliore, forse solo così diventa anche una vera persona.

Come in quel racconto di Samuel Beckett dove a un certo punto un personaggio dice: Ho provato, ho fallito. Non importa. Riproverò. Fallirò ancora. Fallirò meglio.

Quel meglio lì, quel diventare migliori nel continuare a fallire, nel provarci ancora, mi sembra proprio la vera forza della nostra fragilità.

La dimora più vera della nostra umanità.

Buon anno scolastico a tutti.
 Buoni errori.
 Buon diventare migliori.

(Emanuele Ferrari)

5 COMMENTS

  1. Irene: “grazie per averci detto di credere in noi stessi e di averci ricordato che anche con gli sbagli si diventa più grandi”. Rosi: “una lettera che fa bene al cuore di una mamma e della sua bimba, grazie”

    (Rosi ed Ire)

    • Firma - rosi ed ire
  2. Grazie, assessore. Quello che dici ci riguarda tutti. Le sfide sono diverse nel tempo, intorno ai settant’anni continuo a sbagliare. Ma è davvero un momento di crescita riuscire a dire: perché è successo questo? Ma dove ho sbagliato? Accidenti a me!

    (Dilva)

    • Firma - Dilva