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“L’assessore Venturi la smetta di fare il Ponzio Pilato e dica chiaramente qual è il futuro del punto nascite di Castelnovo ne’ Monti”

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Gianluca Sassi

“È arrivato il momento che l’assessore Venturi la smetta di fare il Ponzio Pilato e dica chiaramente qual è il futuro del punto nascite di Castelnovo ne' Monti. Basta giri di parole e perdite di tempo”.

È questo il commento di Gianluca Sassi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che domani mattina presenterà un question time in apertura della seduta dell’Assemblea legislativa dedicato alla salvaguardia del punto nascite dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne' Monti.

“Dopo mesi di tira e molla crediamo che sia arrivato il momento di dire chiaramente se la Regione vuole o meno mantenere in vita il punto nascite", dice Sassi. E continua: "L’assessore Venturi non può continuare all’infinito a lavarsene le mani così come ha fatto anche qualche giorno fa annunciando un piano di investimenti che riguarda proprio l’ospedale Sant’Anna. Per quanto riguarda il punto nascite limitarsi a sostenere che la questione sarà affrontata da una specifica commissione significa non rispondere e continuare a non voler imboccare la strada che l’Assemblea legislativa ha indicato già a luglio del 2015”.

Il riferimento è alla risoluzione che impegnava la giunta a valutare nei territori maggiormente decentrati e con condizioni di criticità orografiche, come ad esempio quelli montani, l’attuazione di soluzioni organizzative adeguate a garantire il mantenimento e la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate, con particolare riferimento a quelle dei servizi sanitari legati alla nascita.

“Successivamente Venturi, rispondendo a una nostra interrogazione, aveva aperto alla possibilità di inquadrare quei famosi 500 parti richiesti dagli standard di sicurezza non alla singola struttura ma al personale che opera nella stessa – aggiunge Sassi – Solo in questo modo si possono salvare quei punti nascita che, per Castelnovo come per altri territori, sono indispensabili. Venturi non può continuare a scaricare sulla commissione punti nascita, che in precedenza aveva inviato a rispettare l'atto d'indirizzo politico approvato dall'Assemblea legislativa, ogni responsabilità. Visto che è in suo potere influire su questa commissione, se può lo faccia in modo determinante. Ecco perché domani ci aspettiamo che la giunta metta un punto fermo su questo tema, anche per dare una risposta ai cittadini che verranno a Bologna per depositare la raccolta firme e chiedere la salvaguardia del loro sacrosanto diritto alla salute”.

 

4 COMMENTS

  1. Scusate se ancora scrivo, ma leggendo i vari articoli su Redacon mi sorge spontaneo rivolgere alcune domande questa volta alla responsabile del “nostro ospedale” che se non sbaglio è la dottoressa Gualtieri. La prima è questa: da quando si invitano le partorienti ad andare a Reggio per il parto? Soprattutto è un invito o un obbligo? La seconda è questa: vengono fatte firmare sia se vanno a Reggio sia se restano a Castelnovo? Il reparto non è chiuso: chi ha dato ordini in tal senso? Esisterà un responsabile. Ebbene la dottoressa Gualtieri dovrebbe rispondere pubblicamente alle mie domande. La gestione di una struttura pubblica deve essere pubblica. Anche i cittadini debbono sapere. Il sindaco firma gli atti sulle decisioni prese dall’amministrazione, quindi anche la dirigente dell’ospedale avrà firmato degli atti. Chiedo scusa se comunicazioni relative alle mie domande sono già esposte in ospedale. Se sì penso sia efficace replicarle anche su Redacon a beneficio della comunità e per capire lo stato attuale del reparto. Spero in una gentile risposta almeno dalla dottoressa Gualtieri.

    (Luisa Valdesalici)

    • Firma - Luisa Valdesalici
  2. Per favore andare sul sito della Regione Emilia-Romagna e leggervi gli interventi del presidente Bonaccini e dei suoi assessori in occasione della Conferenza regionale sulla montagna tenutasi a Castelnovo ne’ Monti il 22 gennaio 2016. Non vi sentite profondamente presi in giro da questa classe di politici ciarlieri e assolutamente incoerenti? Nel mucchio ovviamente anche tutti i poveri sindaci sotto scacco per le possibili ritorsioni a fronte di atteggiamenti minimamente risoluti. Che tristezza, povera montagna. Ma, ancor peggio, povero Paese: a Roma non sono certo migliori. Guardate le cavolate fatte fino ad oggi, nulla di finito, nulla di coerente. Ed il nostro conterraneo Delrio è un vero campione in questo.

    (G.m)

    • Firma - g.m
  3. Le accorate parole di Luisa vanno ad aggiungersi a quelle di quanti chiedono risposte ai vari livelli politico-istituzionali, sull’una o altre questioni, risposte che spesso sembrano tuttavia non arrivare mai, o giungere con molto ritardo, stando almeno a quanto capita di leggere, dal che traspira un senso di impotenza dei cittadini che “dovrebbero sapere” riguardo alla “cosa pubblica”, come scrive Luisa, ma si trovano invece a non ricevere le informazioni attese, o ad averle in forma tergiversante, interlocutoria o frammentaria (ovvero pilatesca mutuando un termine di questa nota). La conseguente delusione è sicuramente comprensibile ma andrebbe tenuto presente un “dato” politico a mio avviso non irrilevante, in questa come in altre circostanze, e mi riferisco al fatto che con l’introduzione del tipo di voto cosiddetto ad “elezione diretta” e “maggioritario”, introduzione allora ben vista dai più, si è inteso rafforzare il potere decisionale di chi ci governa, per dare efficienza e stabilità al sistema, secondo il principio che i governanti che ci siamo scelti vanno “lasciati fare” nell’arco dell’intero mandato, alla fine del quale l’elettore avrà poi modo di esprimersi, col rinnovare o meno la propria fiducia a quel determinato partito o esponente politico. Talora diamo nondimeno l’impressione di “non stare al gioco”, ossia di non gradire molto un tale meccanismo, nel senso che vorremmo incidere sul “potere” e sui “decisori” anche in corso d’opera, cioè durante l’arco del mandato, col rischio però di rimanere inascoltati, e questo ci rammarica, e non riusciamo a darcene una ragione, al punto che viene da domandarsi se noi siamo realmente convinti del “maggioritario”, che aveva peraltro ricevuto la stragrande maggioranza dei consensi al referendum del 1993, o non ci sia invece più congeniale il “proporzionale” di un tempo, ossia un contesto nel quale le minoranze e i corpi sociali riuscivano probabilmente ad avere più voce e a ritagliarsi maggior spazio e ascolto.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.