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Domenica 9 luglio: l’Ars Canusina a Monchio di Casina

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Come ormai tradizione, una delle iniziative dei Martedì con Gusto alla Cantoniera di Casina viene realizzata di domenica nella splendida corte di Monchio, a pochi chilometri dal capoluogo sulla strada che porta a Canossa. Nel 39° anniversario della morte della dott.ssa Maria Bertolani Del Rio, avvenuta il 9 luglio 1978, protagonista sarà l’Ars Canusina con la presentazione del volume “Ars Canusina. Sapere, saper fare” di Maria Neroni e Marisa Strozzi illustrato dalle autrici e del libro di racconti di Ilde Rosati “Matilde di Canossa e l’Ars Canusina” introdotto dalla prof.ssa Clementina Santi.

A seguire visita agli interni della corte di Monchio dove i manufatti degli odierni artigiani del Consorzio Ars Canusina troveranno naturale collocazione.

Aprirà il pomeriggio la musica di Francesco Rinaldi, giovane promessa casinese, eseguita al piano dallo stesso autore.

Al termine assaggi offerti dal salumificio Bonini di Sarzano.

Il libro Ars Canusina. Sapere, saper fare è un compendio ricco di illustrazioni  del sapere non solo tecnico, ma anche artistico e scientifico, del fare Ars Canusina, ne mostra le basi teoriche e lo sviluppo nel tempo, nonché i criteri di applicazione nelle produzioni artigianali, anche in termini di innovazione e design.

Alla dott.ssa Maria Bertolani Del Rio, prima psichiatra donna assunta al S. Lazzaro nel 1915, fu affidato nel 1921 l’incarico di dirigere la Colonia Scuola Marro finalizzata a recuperare a una vita più autonoma una parte dei bambini ricoverati nel manicomio. La dottoressa Bertolani, applicando i principi dell’ergoterapia, volle per i giovani ospiti le più alte forme di artigianato espresse dal territorio. Codificò perciò i fregi dei monumenti e degli evangeliari matildici e li fece riprodurre in ceramica, rame, cuoio. Nel 1933 vinse il primo premio alla Fiera del Levante e nel 1935 uscì il volume con disegni e regole presto brevettate: era nata L’Ars Canusina. Il marchio, lasciato in eredità alla parrocchia di Casina, divenuta nel frattempo residenza della dottoressa trasformata poi in casa di riposo, venne donato da Mons. Nando Barozzi al Comune di Casina e oggi ha nuova vita nel Consorzio Ars Canusina che raccoglie il miglior artigianato artistico della provincia.

La corte fortificata chiusa di Monchio di Sarzano, o Monchio dei Ferri, o dei Rossi, all’estremità meridionale del borgo, presenta un vasto cortile racchiuso da un recinto murario dominato dalle due massicce case a torre del XVI sec., di cui la più alta presenta le caratteristiche di maggiore antichità, comunicanti con gli antichi edifici di abitazione e servizio riferibili anch’essi al XVI sec. Non manca l’Oratorio aggiunto nel  XVIII sec. e dedicato alla Madonna della Ghiara. Il complesso costituisce uno dei più preziosi esempi architettonici dell’insediamento realizzato dalle famiglie nobili dopo l’affermazione della signoria estense, e caratterizzato dalla tipologia edilizia della casa a torre. Merito degli attuali proprietari sia l’attento restauro che lo ha salvato dal degrado sia la disponibilità a occasionali aperture al pubblico di quella che è oggi la loro residenza privata.