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L’Appennino reggiano prima di Matilde, 1000 anni di storia poco indagata ritornano alla luce e all’attenzione degli studiosi

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L'Appennino reggiano prima di Matilde, 1000 anni di storia poco indagata ritornano alla luce e all'attenzione degli studiosi.

Domenica 23 luglio a Ligonchio nel giardino della sede del Parco Nazionale, alle ore 17, ci sarà la presentazione pubblica di uno straordinario studio.

Un'antica strada romana attraversava l'Appennino già ai tempi della costruzione della via Emilia (circa anno 180 avanti Cristo). Da Parma a Lucca attraverso Luceria, la zona di La Strada,  Burano, Bismantova, Val Secchia, poi in Garfagnana attraverso il passo di Cavorsella, secondo l'archeologo Nicola Cassone, che insieme all'architetto Chiara Dazzi, presenterà le stupefacenti conclusioni del suo lavoro.

"L'esistenza di un'antica strada pubblica romana che collegava Parma a Lucca attraverso l'Appennino Tosco Emiliano è attestata da un'importante fonte documentaria antica, il cosiddetto Itinerarium Antonini - spiega  Cassone - Il percorso di questa strada è stato in gran parte ricostruito nel tratto toscano, dove la sopravvivenza di significativi toponimi miliari a nord di Lucca e indagini mirate sul campo, hanno consentito alla localizzazione del suo ambito di percorrenza lungo la valle del Serchio, da Lucca a Piazza al Serchio.

Più frammentaria la situazione sul versante emiliano, dove la scarsità di evidenze archeologiche e la frammentarietà degli studi specifici sulla viabilità antica, non ha consentito fino ad oggi conclusioni dirimenti sul tema specifico. Oggi possiamo colmare questa lacuna, fornendo una sintesi dei dati archeologici di età romana collegabili al transito di una via pubblica nell'area appenninica tra Enza e Secchia unitamente allo studio analitico delle fonti documentarie medievali in rapporto alla topografia del territorio indagato. Ne emerge in quadro assai articolato, che vede nel distretto amministrativo tardo-antico facente capo a Bismantova il centro di raccordo dell'antica via pubblica romana, il cui percorso venne poi utilizzato per tutto il medioevo". "Sono secoli di civilizzazione e radici di un Appennino, riserva di biosfera dell'Unesco, ancora in loco non conosciuto in profondità in tutti i suoi valori"- è il commento del Parco Nazionale - che sostiene l'iniziativa.

1 COMMENT

  1. Ho letto l’articolo sulla via romana; allora quella che c’è sotto Marola di Carpineti con muretti e strada a piagne con incisioni numeri romani (parvenza numerazione kilometrica) cos’è? Passa per la Villetta, faggeta per sbucare al Ferilli (ex comune) prima di Castelnovo ne’ Monti

    Daniele Canovi

    • Firma - DanieleCanovi