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In memoria di Ines Ghirardini

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Dedicato a Ines Rosina Ghirardini (9/7/1922 - 11/5/2017), madre di Monsignor Guiscardo Mercati

La nostra cara Ines se ne è andata, lasciando dietro di sé la scia di una lunga vita intessuta di laboriosità; una vita il cui tratto preminente era una tenace volontà operativa.

Il suo ricordo è legato alla mia infanzia ed alla mia giovinezza: un tempo etereo e cristallizzato, ma ancora piacevolmente vivo nella mia mente.

I miei genitori le avevano affidato la cura delle nostre abitazioni: incarico che svolgeva “toto corde” e con grande competenza in ogni settore.

La sua vita era venuta così a collimare con la nostra e le note del suo carattere, apparentemente rigido, si stemperavano, con noi, in accordi di grande tenerezza. Era molto singolare come riuscisse a conciliare un certo suo rigorismo con una sorprendente modernità.

Ricordo che desideravo da tempo un disco: “Apache” e non riuscivo a reperirlo, ma Ines, non so come, il giorno del mio compleanno, me lo fece trovare nel cassetto della scrivania. Interlocutrice intelligente, era sempre in grado di dispensare saggezza e consigli di grande utilità nei vari momenti del nostro vissuto. Legatissima alla famiglia ed al numeroso parentado suo e del marito, era sempre presente per loro e ne seguiva con affetto le varie vicissitudini.

Quando si accorse fin dall’inizio della forte vocazione del figlio, ci disse: “Se la sua strada è questa, la deve prendere seriamente fino in fondo” così ne seguiva passo per passo, fiduciosa, il percorso dell’evoluzione religiosa, ragguagliandoci in continuazione. Il giorno dell’ordinazione, mentre la comunità carpinetana era orgogliosa e festante per avere un sacerdote “compaesano”, la commozione di Ines era al sommo grado: pensava anche al marito che non era più con lei a condividere questo gioioso avvenimento.

Aveva insistito e voluto perché io e mia sorella fossimo nel banco vicino a lei: ci stringevamo continuamente le mani, condividevamo con lei la religiosa bellezza della solennità del momento. Di lei mi piaceva la sua fede particolare, (che si era consolidata col passare del tempo), della quale sembrava essere gelosa.

Lontana da manifestazioni di esteriorità, si traduceva in intimo raccoglimento intriso di grande fiducia nella Divina Provvidenza. Il rammarico e la tristezza per non avere potuto vederla di recente e abbracciarla (come ero solita fare), mi pesano sul cuore, ma mi è di grande conforto pensare che dopo un’esistenza di affetti, di altruismo e di tenace operosità, Ines stia ora vivendo il “suo eterno” nelle braccia di Dio.

Annabella Merciadri

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