Home Cronaca Truffa ai clienti Unicredit: la banca non ha informato il sindaco

Truffa ai clienti Unicredit: la banca non ha informato il sindaco

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Come preannunciata si è tenuta al Centro Sociale di Castelnovo ne' Monti, in Via del Partigiano, la serata promossa da Federconsumatori e Adiconsum. In caso è della cosidetta truffa Unicredit che, ancora una volta in Appennino, mina “risparmi" e “fiducia”. 

L’importate incontro - al quale hanno partecipato una settantina di persone - fa seguito alle recentissime notizie diffuse dalla stampa locale in relazione ad una indagine in corso da parte della Procura di Reggio Emilia con ipotesi di truffa e appropriazione indebita contestate ad una ex dipendente della locale filiale Unicredit.

Aprono i lavori della serata informativa il vicepresidente di Federconsumatori il dottor Rino Soragni, affiancato da legale avvocato Angela Zannini, e il responsabile reggiano di Adiconsum il dottor Massimo Rancati, assistito dagli avvocati Katia Canali e Giovanni Zambonni. Gli esponenti della associazioni di difesa dei consumatori ricordano il loro contributo di assistenza già offerto ai cittadini castelnovesi in occasione della maxi truffa degli anni scorsi che ha visto come rinviato a giudizio nei giorni scorsi un residente di Castelnovo né Monti che si presentata falsamente come agente Ina-Assitalia. Il dottor Soragni ricorda anche la attività di assistenza che Federconsumatori ha in corso per la recentissima “truffa dei diamanti” che anche in questo caso vede coinvolti alcuni istituti di credito e numerosi risparmiatori della nostra provincia. Sia Federconsumatori che Adiconsum, tramite i rispettivi rappresentanti di zona e con i legali di riferimento, mettono a disposizione le attività di supporto che le associazioni per loro statuto possono offrire (vedi nota stampa). Importanti le presenze in sala, a sostegno dei cittadini presenti, a partire dal sindaco di Castelnovo, Enrico Bini,  dal consigliere comunale del Movimento 5 stelle, Hassan Bahrami, e dal candidato sindaco per la Lega, Alessandro Davoli.

Emerge che l’istituto di credito finito all’attenzione delle cronache e che da alcuni mesi ha licenziato la dipendente oggetto dell’indagine non ha inviato suoi rappresentanti. Numerose le domande dal pubblico, per avere consigli sulle modalità per raccogliere i documenti utili a verificare le proprie posizioni, soprattutto per quanto attiene ai contratti di investimento in prodotti finanziari. Come già riportato dalle cronache locali, è stato esposto il caso di una cliente che afferma di aver firmato un ordine di bonifico senza averne avuto consapevolezza (si tratta come è ovvio di fatti che devono essere oggetto di verifiche da parte degli inquirenti). La tensione in sala era palese, spesso intercalata da aspri interventi di critica al complessivo sistema di controlli bancari che da tempo non funzionano secondo i logici criteri di prevenzione. Intervenire quando il danno è maturato ben poco credito consegna alle istituzioni che per compito hanno quello di tutelare il risparmio.

Nel corso della serata, sono per altro emersi casi ricorrenti di piccoli risparmiatori che all’improvviso diventano  investitori professionisti, con un meccanismo non corretto basato sulla manipolazione dei profili Mifid dei clienti. E’ ben noto alle cronache nazionali il sistema non trasparente con il quale la manipolazione del profilo di rischio del risparmiatore consentiva di piazzare le «obbligazioni subordinate», che hanno portato alla perdita di risparmi di numerose famiglie italiane. La sfiducia nel sistema bancario è palpabile, le domande ma anche gli interventi dei partecipanti rendono evidente un'insofferenza ormai non più contenibile nei confronti di meccanismi che non garantiscono più la sicurezza dei guadagni e dei sacrifici di una vita.

Un intervento molto deciso dichiara la volontà di rendere nota la situazione del danno patito perché non si deve aver timore di rendere pubblica la propria situazione, non si deve avere vergogna, ma anzi occorre raccogliere le forze e denunciare.

E’ proprio questo l’invito della associazioni Federconsumatori e Adiconsum, quello di richiedere la documentazione dei contratti firmati presso le proprie banche per verificarne i contenuti, con l’invito principale a non “firmare” sulla fiducia, ma leggere sempre attentamente il contenuto dei documenti sottoposti, e nei casi di mancata comprensione, di rivolgersi ad esperti che possono dare i consigli utili alla propria tutela. Alla fine della serata alcuni partecipanti si sono scambiati le rispettive valutazioni sul corso della serata. Alcuni hanno parlato con il Consigliere 5 stelle del Comune di Castelnovo, Hassan Bahrami che, unitamente al capogruppo Massimiliano Genitoni,  da subito aveva prestato la massima attenzione al problema. A tal proposito il consigliere Genitoni ha già fatto una interrogazione scritta al sindaco e ai responsabili comunali per sapere se anche il Comune sia stato coinvolto, "ma fino a che non si riceve risposta ufficiale non si possono fare considerazioni". Lo stesso Hassan ha espresso solidarietà alle persone che hanno subito il danno e l’auspicio che tutte le persone coinvolte vengano risarcite. La domanda che comunque egli come altri si pongono è come sia stato possibile che l’istituto di credito al quale il Comune di Castelnovo ne' Monti ha di recente assegnato a seguito di gara  il servizio tesoreria non abbia avvisato il sindaco di quanto era accaduto; secondo il Consigliere 5 stelle questa mancanza di informazione  dovrebbe essere valutata  sotto il profilo della fiducia che è stata a suo tempo accordata al detto istituto vincitore del servizio di tesoreria.

Alessandro Davoli racconta di episodi che a lui sono stati riferiti direttamente da alcuni interessati, come quello di una persona anziana che ha seguito in fiducia il consiglio di investire i suoi risparmi su un fondo giapponese, e da allora nulla più ha saputo e teme di aver perso ogni risparmio investito, e poi quello della  pensionata di ottant’anni anch’essa coinvolta in investimenti al di fuori della sua profilazione di rischio, e dal conto della quale sarebbe uscita una somma consistente con una casuale “cessione auto” che lei afferma non avere mai acquistato. Davoli ha invitato tutti i presenti a rivolgersi alle due associazioni  Adiconsum e Federconsumatori e ai loro legali.

 

(Rossella Ognibene)