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Tesserino funghi 2018, arrivano i controlli

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Riceviamo e pubblichiamo

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Dario Torri

Quest’anno la stagione dei funghi è partita in anticipo, infatti dopo alcuni anni molto scarsi, nel 2018 si sono ritrovati un po’ di funghi estivi ed in alcune zone per un periodo limitato anche tanti, ma soprattutto si è trovato un bosco ricco di “funghi” di tante specie non ovviamente solo porcini, quelli che noi siamo abituati a cercare.

Ci sono tutte le condizioni che fanno ben sperare in una buona annata, in attesa ovviamente della prima “buttata “ dei funghi autunnali .
Il regolamento è rimasto quasi invariato nelle sue parti essenziali è rimarrà tale per almeno tre anni che è la durata della convenzione con Il Consorzio Alto Appennino Reggiano e l’unione Montana.
Già dal mese di Giugno sono ripresi i controlli del corpo Pro Natura Ventasso , associazione a cui il Consorzio è convenzionato, i controlli sono fatti anche dal Corpo Forestale dei Carabinieri e dalle associazioni ambientaliste che ne hanno titolo come Legambiente e Gev.
Sono già stati fatti verbali sanzioni e sequestri di funghi, in quanto purtroppo ci sono ancora persone che pensano di andare a funghi gratis , si ricorda che il fungo è di proprietà privata e dobbiamo ringraziare il proprietario del terreno che ci consente di raccoglierlo.
Dalle statistiche in nostro possesso un altissima maggioranza di raccoglitori lo fa in modo corretto e paga il regolare tesserino.
I prezzi dei tesserini sono stati equiparati ai territori gestiti dai Consorzi limitrofi a noi sia dalla provincia di Parma che dalla Garfagnana.
Vorrei ricordare che gli introiti dei funghi vengono reinvestiti nel territorio dai Consorzi che fanno parte del Consorzio dell’Alto Appennino Reggiano.

(Dario Torri consorzio Altoappennino)

3 COMMENTS

  1. Da montanaro, anche se non di Succiso, mi piacerebbe tanto che i cercatori di funghi venissero intesi come risorsa e non solo come razziatori di beni altrui ma qui il discorso si fa lungo e complicato e serve una certa predisposizione a comprenderlo. Ogni volta che si parla di funghi, purtroppo risulta evidente un interesse dei consorzi circoscritto ai loro territori, senza considerazione per tutto il resto. A questo proposito faccio notare che in basso, la stagione dei funghi inizia ad aprile con spugnole e prugnoli ma non viene previsto ed effettuato nessun controllo ed i tesserini non sono ancora disponibili. Nelle zone non di eccellenza i controlli sono scarsissimi, per non dire assenti, durante tutta la stagione. Anche in area di eccellenza non ho mai avuto il piacere di essere controllato e come me tanti altri che vanno a cercar funghi lo confermano. Per controllare validamente un territorio come questo, servirebbero più addetti abilitati e un regolamento meno complicato. Al momento non risultano convenzioni in essere con associazioni diverse da Pro Natura ed il territorio è vastissimo. Comunque anche con un’organizzazione migliore, tutte le clausole e le agevolazioni ai residenti e proprietari nei comuni di crinale, fanno sì che ad essere controllati possano essere solo quelli provenienti dagli altri territori, gli aderenti ai consorzi hanno praticamente libertà di azione quasi assoluta. Comprenderei se le agevolazioni fossero rivolte a chi veramente vive e lavora qui come incentivo a rimanervi; non comprendo invece quando a goderne sono altri che hanno residenza e redditi altrove. Personalmente ritengo caro e controproducente il prezzo del tesserino stagionale. Con un prezzo più basso, i cercatori di funghi sarebbero più invogliati ad acquistarlo ad inizio stagione e conseguentemente a venire più spesso contribuendo ad aumentare le presenze in Appennino con relative ricadute sul l’indotto economico territoriale. Non sto a disquisire poi sui modi e sui metodi di raccolta; per esperienza, spesso, ho trovato più gente rispettosa ed in regola nei cercatori della pianura che tra noi. Sarebbe infine importante cercare di capire se il fungo valga di più come risorsa per tutto il territorio montano o come privilegio per una parte di esso, per poi conseguentemente, valutarne eventuali risultati; ma siamo ancora troppo lontani e limitati dal riuscire a farlo serenamente.

    (Antonio D. Manini)

    • Firma - Antonio D. Manini
  2. …chiamiamo il tesserino dei funghi per quello che è: solo una tassa in più! Per piacere, non tiriamo in ballo il fatto che il bosco è una proprietà privata e quindi dobbiamo ringraziare il proprietario… perchè in tal caso la tassa la pagheremmo direttamente al proprietario. Personalmente vado a funghi in Appennino da più di 45 anni (ho iniziato quando ne avevo 10) e trovo veramente surreale il dover pagare una tassa per andare a cercare funghi! Mi aspetto che presto arriveranno le tasse anche per camminare nei sentieri, per attraversare certe strade di montagna, per accedere alle spiagge, ecc. ecc.

    (Carlo)

    • Firma - carlo
  3. Concordo con quanto scritto da Antonio D. Manini. Io possiedo una casa nel comune di Ventasso e tutti gli anni mi procuro il tesserino, passato negli ultimi 2 anni da 40 a 60 euro. Prima lo facevo anche per mia moglie, adesso lo faccio solo per me. Comunque ritengo giusto pagare entro certi limiti. Io provengo dalla Toscana e in Toscana pago annualmente il tesserino regionale salvo poi accorgermi che nella maggior parte dei casi vale zero. Infatti io mi fermavo sempre sopra Ospedaletto, in Toscana, in una zona che ritenevo libera da vincoli perché sia lungo la strada che dentro il bosco che conosco benissimo e ho girato in lungo e largo non ci sono avvisi contrari. Dove ci sono gli avvisi e richiedono un permesso speciale, non ci vado. Un giorno c’era la forestale ad aspettarmi all’auto e mi chiedono il tesserino e io do loro quello regionale toscano ma mi rispondono che avrei dovuto avere il giornaliero dal costo di 10 euro e valevole fino alle 14. Alla mia risposta che quel tesserino era richiesto da una certa zona in poi, delimitata da una sbarra, mi rispondevano, devo dire molto gentilmente, che era dovuto dappertutto e che gli avvisi in tal senso esistevano. Gli avvisi invece non esistevano e io glielo dimostrai e non mi fecero pagare multe. Però visto che adesso lo so e anche se gli avvisi continuano a mancare, ci vado più e succede che il piccolo bar di Capanne di Sillano dove ci fermavamo a mangiare, a prendere il caffè e quasi sempre ci scappava il pezzo di pecorino, il miele ed il farro, farà a meno dei nostri soldi. Questo per dire che forse una giusta via di mezzo sarebbe auspicabile; io quando vado nel bosco voglio stare rilassato perché per me è una gioia anche se trovo niente e non voglio stare nell’ansia di farmi trovare con le mani nella marmellata, però, specialmente a questi lumi di luna, non è giusto essere spremuti come limoni e tutto sommato è controproducente per l’economia della montagna.

    (Giuliano Macchi)

    • Firma - Giuliano Macchi