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Fuga dalla città, a Bismantova per ritrovare se stessi

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Dalla città all’Appennino, per boschi o in arrampicata, con personale esperto, per ritrovare l’equilibrio con se stessi. La montagna può e ha un valore terapeutico. Ne è convinto Luca Masini, 37 anni, psicologo e psicoterapeuta di Carpi, che ha iniziato a conoscere la montagna alcuni anni fa, per caso, dato che non poteva più proseguire, nello sport, la passione della pallacanestro.

“Ho conosciuto Massimo Ruffini – ricorda -, una delle Guide della Pietra e arrampicando, ho notato che le sensazioni che donava questa attività erano molto potenti e mi sono chiesto se questo poteva funzionare anche in ambito terapeutico dato il ritorno positivo che aveva non solo sul mio corpo ma anche sulla mia mente”

C’era già qualcosa del genere?

“ll mio progetto fa riferimento ad un concetto che è quello della MontagnaTerapia che nasce in Italia negli anni Novanta dal lavoro di medici, psicologi, psichiatri... che hanno intuito le potenzialità della montagna come ambiente di cura e come luogo di cambiamento per il proprio sé, per coloro che presentano difficoltà fisiche, intellettive, siano essi soggetti psichiatrici oppure soggetti che presentano uno svantaggio sociale”.

Come lo ha provato?

“Ho effettuato un'uscita con utenti psichiatrici della comunità dell'Ovile di Reggio Emilia a cui si è unita la cooperativa Aliante che gestisce appartamenti ad alta protezione su Carpi e Modena. Con queste persone abbiamo svolto alcune uscite con l’obiettivo ultimo di dare al gruppo i primi rudimenti di montagna per essere in grado di muoversi in tale ambiente; successivamente si sono sperimentati nell’ambiente invernale di montagna e l’ultima uscita si è svolta presso il rifugio monteorsaro per una camminata sotto le stelle”.

Di qui ha pensato di rivolgersi anche al “grande pubblico” della città…

“Sì. Mi sono detto che tutto questo, quindi, poteva valere anche nell’adulto “sano”. Il concetto base è che attraverso un’attività esperienziale è possibile scoprire non solo le proprie fragilità ma anche le proprie risorse e potenzialità utilizzando gli strumenti ed i concetti della psicologia propedeutici allo svolgimento di tali attività”.

Conosceva quindi la nostra Pietra. Si era fatto un’idea corposa del suo valore e quindi?

“Sì. Ed è nata così l’idea di creare eventi di montagna terapia, che ho chiamato ‘Un Salto Fuori un Passo dentro’, con l’idea di unire all’attività esperienziale di montagna alcuni strumenti di psicologia per scoprire il proprio io”.

La prima dove quando?

“Proprio alla Pietra di Bismantova il 22 aprile del 2018, con dodici persone provenienti da Carpi e dalla Bassa Modenese insieme al terapeuta Michele Vanzini. Dapprima abbiamo iniziato nel bosco, conoscendosi reciprocamente (uno doveva parlare dell’altro dopo averci interloquito solo per due minuti), con un esercizio di rilassamento, quindi attività di resilienza, per leggere gli eventi negativi della propria vita e superarli mentalmente. Con me c’era un terapeuta che ha fatto un esercizio di ipnosi. Poi abbiamo svolto un esercizio clinico di autocaratterizzazioni: come ti descriverebbe il loro migliore amico: questo per iniziare a mettere a fuoco i lati positivi della personalità”.

E la montagna?

“Abbiamo fatto un’arrampicata di prova,  poi una successiva bendati, ed ancora una in silenzio… e quindi di nuovo nel bosco abbiamo chiesto quali sensazioni tutto questo avesse mosso in loro”.

Tra le dodici persone che hanno provato questa esperienza (qui un video che racconta questo percorso) quali sono le risposte che più la hanno colpita?

“Che in questa esperienza c’era un ritorno a movimenti naturali e meno frenetici della città. Il prendersi un momento per fare un passo verso l’alto, stare fermi, senza la frenesia della città e stare con se stessi riscoprendo il ritmo naturale del proprio corpo. Per un’altra è stato utile conoscere il concetto di resilienza perché pensava di non essere in grado, nella vita, di affrontare le esperienze negative, quando invece ne aveva le potenzialità…”

La montagna in senso terapeutico funziona? 

“Io credo di sì. L’obiettivo ultimo è quello di far in modo che le persone possano conoscere l’ambiente montano e comprendere di modo che siano poi autonome e libere di esplorarlo e divertirsi giungendo a conoscere le diverse realtà del nostro territorio

Quali le prossime tappe di questo percorso, dottore?

“Il 30 settembre, numeri permettendo, vorremmo fare un’altra esperienza con terapisti esperti, questa volta Giorgio Paltrinieri, esperto di rilassamento. Per iscriversi (le iniziative, premetto, sono a pagamento), lo si può fare sul mio sito o sulla Pagina Facebook, nella sezione articoli. Per il futuro vorrei immaginare questi eventi anche in inverno, con la camminata come iniziativa per stare con se stessi, al proprio passo e al proprio respiro”.

 

 

APPROFONDIMENTO / COME FUNZIONA

“Accompagnati da una guida”. E quel video emozionale

 

Quali avvertenze ha usato per portare in Appennino persone non avvezze alla montagna?

“Il tutto lo faccio sempre con un professionista del camminare, quindi una guida, non solo per gli aspetti assicurativi, ma soprattutto per il sapere affrontare le diverse esigenze che si dovessero presentare”.

Lei ha fatto anche un video emozionale dove presenta la sua proposta per la montagnaterapia.

“Il video mi è venuto in mente perché chi mi ha fatto conoscere la montagna è un videomaker professionista oltre che amico, Giacomo Lugli di Arca Movies arcasmovies.it, ed a lui ho chiesto di realizzarlo. Lo abbiamo girato nell’Appennino modenese per cercare di far capire cosa significhi camminare in montagna e le sensazioni che suscita”.

 

Chi è Luca Masini

 

Luca Masini è psicologo-psicoterapeuta. Laureato con lode in Psicologia presso l’Università di Bologna, specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Costruttivista ad indirizzo Evolutivo presso la scuola S.B.P.C di Bologna. Offre sostegno ed aiuto ad adulti, adolescenti e loro famiglie.

Dice: ““Amo la montagna perchè è sincera: se esci dal rifugio e ti incammini lungo un sentiero puoi provare tutte le emozioni che la vita ti concede e quando provi dolore, fatica, ansia, paura, il sentiero ti mette a nudo, non puoi fuggire ma devi farci i conti...un po’ come la vita in certi momenti” (G.A.)