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La lettera di Erio, dall’aldilà

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La ha trovata la moglie, alcune settimane fa. Lui, Erio Bertani, è scomparso a 77 anni il 9 settembre 2018 dopo cinque anni di lotta contro una malattia del sangue, la mielodisplasia di cui, purtroppo, conosceva il percorso fatale “dato che – spiega a Redacon la moglie Susy Sforacchi -, si documentava sempre con il tablet su quanto gli dicevano i dottori ed era consapevole di quello che gli sarebbe successo. Erio, ci conoscevamo da 48 anni, era una persona molto ordinata e dopo la morte, nel cercare tra i suoi documenti, ho trovato un quaderno – lui scriveva ovunque – con questa lettera per la sua famiglia, redatta due anni prima della scomparsa. Ricordo quei giorni: ‘cosa fai?’ gli chiesi, ‘niente, niente’ rispose lui e, io ripresi i miei fatti dimenticando quel quaderno”.

Bertani era anche una persona molto conosciuta nel vianese e in provincia: dapprima autotrasportatore, quindi agricoltore e presidente della latteria di Tabiano (prima latteria ad ottenere un riconoscimento con la Nazionale del Parmigiano Reggiano), storico socio Confcooperative e Coldiretti.

Prima di andarsene ha voluto lasciare una lettera per moglie e figli.

“È stata una grande sorpresa. Marco, il figlio più grande, ancora non l’ha voluta leggere. Simona e Fabio sì. La Claudia, appreso della lettera, è riuscita ad affrontarla solo quando se lo sentiva. Così in dieci giorni l’hanno letta tutti. Ognuno ha pianto, compreso il suo amico Giulio Manfredi  - ex presidente della latteria di Ca’ Talami di Baiso - cui l’ho voluta far leggere. Erio era così, non ha mai voluto farci pesare niente, anche alla fine non voleva farci stare male. Sapevamo entrambi della sua imminente fine, ma nessuno dei due accennava il tema all'altro”.

E, poco alla volta, “prima di morire Erio ha voluto telefonare e salutare i suoi amici”, racconta un agricoltore della montagna. “Susy - riprende la moglie ricordando quanto le disse il marito due giorni prima dell’addio - il nostro incantesimo sta per finire, sto morendo”.

Eccole qui le parole di Erio.

“27 febbraio 2015. Carissima Famiglia, ogni fine anno le aziende fanno il bilancio e traggono conclusioni su come possono proiettarsi nel futuro. Io, oggi, a 74 anni, sono qua a fare il bilancio della mia vita e posso dire che fino ad ora è stato un bilancio più che positivo e, Dio vorrà, potrebbe anche proseguire. Praticamente posso dire che tutti i programmi di lavoro si sono chiusi con esiti favorevoli e, siccome non sono mai stato un egoista, mi accontento anche di quei pochi spiccioli che ho messo da parte. Dovete sapere che il mio pensiero è sempre stato vivere con decoro, onestamente. Ricordate che non conta avere 100 per dimostrare (a chi?) di essere più furbi o più ricchi o più in. Imparare dalla natura, dagli uccelli, accantonano quello che serve loro per vivere, rispettatevi, parlate fra di voi, quei piccoli attriti - intrafamiliari ndr - vanno sanati, perché dentro di voi scorre lo stesso sangue, nessuno di voi si taglierebbe un braccio e lo butterebbe perché l’altro braccio ha un piccolo difetto!”

“Amatissima Susetta – prosegue Erio rivolgendosi alla moglie – ti ho voluto bene sin dal primo momento che ti ho incontrata, non perché eri giovane e io era già maturo, ma per i discorsi maturi che già facevi sulla Tua famiglia e su un futuro. Hai sempre rispettato il mio lavoro – camionista in un primo momento ndr – che ci teneva lontani fisicamente, però bastavano poche ore a settimana per tenere acceso il nostro amore. Se chiudo gli occhi in qualsiasi momento vedo te, amatissima sposa. Dal momento che ci siamo incontrati ad oggi tanti fotogrammi indelebili. Assieme abbiamo costruito una Grande Bella Famiglia e assieme abbiamo superato ostacoli che sembravano insormontabili, perché ognuno di noi aveva stima, rispetto, sincerità verso l’altro ed ancora oggi quando di notte accarezzo il tuo viso,  i tuoi capelli e sembra la prima volta”.

“Carissimi figli quando leggerete questa lettera vuol dire che io non ci sarò più, però sappiate che me ne sono andato contento…” quindi la grafia sicura di Erio prosegue con un messaggio per ognuno dei figli e i nipoti.

Al termine le sue ultime volontà: “Desidero che scriviate nel mio luogo di Pace ‘Amò la moglie, la famiglia, la libertà, sdegnò i faccendieri, gli ipocriti, solo davanti a Dio chinò il capo’ ”.

E così è stato fatto sulla sua lapide nel cimitero di Viano.

(G.A.)

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