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La stupidità dell’uomo uccide ancora

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Le volpi uccise nei boschi di Minozzo (foto Marco Boni)

E' come se come per i lupi, ma in maniera ancora più forte, per le volpi ci fosse un accanimento ai limiti del sadismo.

Questi canidi, rei di essere carnivori e anche responsabili di numerosi "pollicidi", oltre ad essere regolarmente cacciati (con pratiche ai limiti del medievale: vengono estratte dalle tane da cani a questo adibiti dopo feroci combattimenti), occupano un posto molto basso, ancora, nella cultura popolare di alcune zone. E, non di rado, sono braccate. Peggio va, anche, nel mondo, dove sono usati con animali da pelliccia: squoiate vive per una migliore morbidezza del pelo.

Ora, cosa sia esattamente successo a questi due poveri esemplari nel villa minozzese non ci è noto, se non l'epilogo fatale. Certo che le parole del lettore Marco Boni si commentano da sole: "Nei boschi sotto Minozzo abbiamo trovato due volpi uccise e poi lasciate li una vicina all'altra. Sicuramente opera dell'uomo se così si può definire chi si diverte a fare queste cose. Ci vorrebbero più controlli".

Anche se, caro lettore, temiamo che contro l'imbecillità umana non ci sia controllo che regga.

4 COMMENTS

  1. Sarebbe meraviglioso il poter starcene in un mondo idilliaco, una sorta di Arca di Noè, dove tutte le specie animali, genere umano incluso, convivono in assoluta armonia e senza antagonismi, ma sappiamo bene che non è così e sappiamo altresì che nel nostro immaginario, favole comprese, la volpe ha da sempre insidiato pollai e galline, in maniera scaltra tanto da portarla ad esempio di astuzia e furbizia, mentre l’uomo le ha dato a sua volta la caccia (pur se non va dimenticato che la volpe esercita anche azioni piuttosto utili all’uomo, vedi la preziosa opera di contenimento nei confronti dei roditori).

    Nelle nostre zone, in particolare, sono innumerevoli i racconti, anche da parte dei meno giovani, sulle incursioni delle volpi a danno del pollame e sul modo con cui si cercava di ovviarvi – quasi che queste “storie” facciano parte della nostra tradizione orale – e va comunque riconosciuto che tale “dualismo”, di durata secolare se non millenaria, non ha inciso sulla popolazione delle volpi, tanto che da quanto ne so sono previsti piani volti ad una limitazione numerica, differentemente da altri casi dove la mano dell’uomo ha insensatamente contribuito alla rarefazione di una specie, fino al rischio estinzione.

    Per finire, è sicuramente comprensibile il sentimento di disappunto e disagio provocato dall’immagine qui pubblicata, anche perché, non sapendo come si siano svolti realmente i fatti, diventa di fatto possibile e legittima ogni ipotesi o suggestione al riguardo, ma in ogni caso mi sembrerebbe una forzatura il prenderla eventualmente a simbolo e pretesto per una campagna anticaccia, semmai si potessero così interpretare alcune parole di questo testo, e del primo commento (deve essere in ogni modo chiaro che gli atti di crudeltà, sadismo, e similari, rimangono biasimevoli e detestabili, e senza giustificazione alcuna).

    P.B. 11.03.2019