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La denuncia del Tavolo Hemingway: giochi di guerra nel convento di Montefalcone. Tra l’incuria di tutti

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Premessa
Dopo che per decenni è stato lasciato in uno stato di totale abbandono negli anni 90 si è costituita una società tra la Provincia e i Comuni della val d'Enza e limitrofi per acquisire e recuperare la struttura e renderla fruibile al pubblico. Il tentativo però non e' andato a buon fine e i lavori sono fermi da anni. Adesso il convento, ad oggi si presenta come un gigantesco cantiere a cielo aperto dove chiunque puo' entrare per fare danni o asportare a proprio piacimento eventuali materiali ancora utilizzabili. Attingendo a quotidiani del 18 dicembre 2014 (Reggionline – Gazzetta di Reggio) ne abbiamo ricostruito la nemesi.

La Matilde SpA e le ricapitalizzazioni volte al recupero di Montefalcone
La Società Matilde di Canossa SpA, costituita nel 1994 da 11 Comuni fondatori (Canossa, Casina, Carpineti, Castellarano, San Polo d’Enza, Quattro Castella, Palanzano, Toano, Vezzano sul Crostolo, Vetto, Neviano degli Arduini), vide l’ingresso della Provincia nel maggio 1996. La società fu ricapitalizzata nel 1999, per recuperare il complesso monumentale di Montefalcone, convento eretto nel 1200 da Guido II di Canossa e, secondo la tradizione donato a San Francesco d’Assisi nel 1217, e dunque considerato uno dei primi insediamenti francescani d’Emilia.

La Provincia finanziò tale prima ricapitalizzazione, arrivando ad acquisire il 60,7 per cento del capitale sociale (pari a 1.037.607,84 euro) e, successivamente, aderendo a una seconda operazione di aumento di capitale nel maggio 2004, volta a sostenere un ulteriore intervento di recupero del complesso. Dopo tale intervento, l’ente raggiunse così un capitale sottoscritto pari a 1.537.302,96 euro, equivalente al 60,33 per cento della Società.

All’atto della scissione del luglio 2013, il capitale sociale di Matilde SpA ammontava a 2.548.158,48 euro; gli altri azionisti di rilievo erano il Comune di San Polo d’Enza con il 18 per cento delle quote, il Comune di Quattro Castella con l’8,32 per cento e il Comune di Bibbiano con il 4,27 per cento, mentre le restanti partecipazioni sociali erano detenute, in misura limitata, da 48 soci tra pubblici e privati.

La società Matilde di Canossa, prima della scissione societaria, ha consentito, attraverso specifici accordi con la Provincia, la demolizione dell’ex porcilaia di Canossa: un intervento, realizzato nel settembre del 2013, che fu finanziato da fondi regionali e reso possibile dal fatto che la Società acquisì la proprietà dell’immobile ex porcilaia. La Società Matilde, inoltre, ha avuto un ruolo significativo nell’accoglienza e nella promozione turistica dei luoghi canossani.

Nel luglio del 2013, è stata approvata dal Consiglio provinciale (delibera 67 in data 25 luglio 2013), la scissione tra le due Società Montefalcone s.r.l. (ramo immobiliare) e Matilde di Canossa s.r.l. (ramo legato alla promozione territoriale).

Il convento di Montefalcone
La Provincia: “Nell’aprile 2006, Matilde di Canossa SpA ha acquistato l’intero fabbricato e l’area circostante di Montefalcone. Dunque, la Provincia non ha mai direttamente sostenuto costi per l’acquisto del Convento, mentre si è impegnata nella ricapitalizzazione, in due distinte fasi, dell’allora Matilde di Canossa S.p.A., che ha sostenuto poi gli oneri relativi all’acquisto dell’immobile e alla sua messa in sicurezza. In sostanza, l’acquisto dell’immobile di Montefalcone – che vanta un’area di oltre 5.000 mq e 90.000 mq di area circostante, oggi di proprietà interamente pubblica grazie alla recente scissione societaria – ha impegnato risorse per circa 6,5 milioni di euro, equivalenti a 1.300 euro al mq di superficie netta edificata: un valore del tutto adeguato per un immobile definitivamente salvato da uno stato di degrado in cui versava all’atto dell’avvio dell’iniziativa di recupero”.

Epilogo
Matilde Srl è stata messa in liquidazione ed è stata presentata istanza di fallimento per la Montefalcone srl.. La struttura è consolidata e non subisce più frequenti crolli ma è ben lontana dall’essere utilizzabile. Un ben triste epilogo del sogno "recupero di Montefalcone" definitivamente svanito.

Noi, inguaribili romantici sognatori, abbiamo voluto “respirare l’atmosfera di Montefalcone”. Senza trovare ostacoli siamo entrati: abbandono e desolazione ovunque ancor più nel vedere che migliaia di pallini di gomma sono cosparsi sui pavimenti.                              

La prova documentata che in quel luogo si sono svolti e si svolgono? Giochi di guerra.I Comuni del comprensorio, le Forze dell’Ordine ne sono a conoscenza?

ACHTUNG, UN SUGGERIMENTO AI VIAGGIATORI:

Non entrate in quella casa...o meglio in quel monastero! – potrebbero spararvi (?)

 

(Mario Guidetti – portavoce tavolo Hemingway)