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SocialMonti/ Quando il terapeuta ha anche quattro zampe

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Questa rubrica vuole essere un luogo di spunti per stimolare una riflessione corale e collettiva su temi di attualità. L’idea è quella di partire dal nostro territorio verso cerchi più ampi, o vice versa ascoltare gli echi lontani e portarceli vicini.

(Ameya Canovi *)

Oggi durante un colloquio psicologico on line mi è successa una cosa molto bella (che ricorre spesso).

Mentre la paziente narrava un suo vissuto doloroso ed era visibilmente commossa, arriva il suo cagnolino e le si mette in braccio di fronte al monitor. Immediatamente l’espressione della paziente si è distesa, è nato un sorriso spontaneo e la bestiola è rimasta con noi fino alla fine dell’incontro, dimostrando empatia, sensibilità e vicinanza alla sua compagna di vita.
Uno dei vantaggi del colloquio via web è anche questo. Poter avere un rilascio emotivo tra le mura di casa, con il proprio animale domestico in grembo.

In molti casi questi diventano un secondo terapeuta e la seduta beneficia anche della pet therapy involontariamente, in maniera spontanea (passano anche i gatti a vedere cosa accade e si piazzano o sulle spalle del paziente o sui tasti del PC).
Oggi si è creato un clima di dolcezza e accoglienza ancora maggiore, grazie proprio alla compartecipazione della paziente e di Jack (nome di fantasia, anche la loro privacy va protetta!). 

L’affetto e il rilassamento sono ingredienti imprescindibili per un percorso di sostegno, e per ogni processo di guarigione. 

*Ameya Gabriella Canovi è PhD, docente e psicologa, si occupa di relazioni e dipendenze affettive. Da poco ha terminato un dottorato di ricerca in ambito della psicologia dell’educazione studiando le emozioni in classe. Ha un sito e una pagina Facebook “Di troppo amore”.