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Il vescovo, Camisasca, e il giornalista, Tincani: dialoghi semplici su temi “scomodi”. In un libro

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Massimo Camisasca

Dodici capitoli, dodici temi: dall’indice “silenzio e preghiera”, “la casa”, “l’amicizia”, “il lavoro”, “il riposo”, “l’obbedienza”, “la povertà”, “la verginità”, “l’educazione”, “il male”, “testimonianza e martirio”, “fede e missione”. Tutte parole chiave per approfondire, capire, meditare, amare quel   prezioso   tessuto fatto  di luci e di ombre che è la vita umana. Ecco il senso del nuovo libro scritto a quattro mani dal vescovo Massimo Camisasca e dal giornalista reggiano Edoardo Tincani, direttore del settimanale “La Libertà”. Titolo: “Di luci e di ombre – Dialoghi sulla vita quotidiana”, in libreria tra pochi giorni, dopo la distribuzione in edicola con “La Gazzetta di Reggio”, ordinabile anche online sul sito dell’editore www.aliberticompagniaeditoriale.it.

Il senso di questo libro è semplice, come semplici sono le parole che il vescovo Massimo usa per descrivere i quadri della quotidianità che emergono dall’incontro con il giornalista Edoardo Tincani: perché la semplicità è espressione diretta dell’umiltà, “il punto sorgivo in cui tutto ancora è unito”, secondo le parole del Vescovo. Eccone alcuni esempi. Il silenzio e la preghiera. Camisasca: “Ogni giorno dedico almeno un’ora al silenzio, preferibilmente  al mattino. I momenti  stabiliti di silenzio sono come un compagno di viaggio. Se si è fedeli, essi ci accompagneranno sempre”. Tincani: “Non è solo il rumore ad annullare il silenzio. Forse i peggiori nemici del silenzio sono l’affanno – l’aver tante cose in mente e l’agitarsi indefinitamente prima, durante e dopo – e la tentazione, per cui anche nel campo più quieto e favorevole all’ascolto del Signore il maligno semina la zizzania della distrazione che finisce per dividerci da Dio”.

Edoardo Tincani

L’amicizia.  Camisasca: “È un’esperienza vertiginosa e semplice allo stesso tempo,  che ha bisogno continuamente di essere corretta, cioè guardata alla luce di Dio, del suo mistero, della sua rivelazione”. Tincani: “Il matrimonio rappresenta una specie di setaccio delle amicizie… Credo che l’amicizia sia legata a filo doppio all’accoglienza”. L’educazione. Camisasca:  “Anche  l’educazione  condotta  da un ateo non può prescindere  da uno  sguardo  positivo sull’esistenza: non possiamo  introdurre i nostri  figli al rapporto con gli altri e con le cose, se non abbiamo un’ipotesi positiva circa la presenza degli altri nella vita nostra e del mondo”. Tincani:  “Il vescovo Massimo dice che grazie alla fede impariamo a conoscere il peso delle cose, il valore dei gesti prima che delle perorazioni  intellettuali. Io lo vedo nell’opera di trasmissione della fede ai figli”.

La prefazione è firmata da Michela Dall’Aglio, che annota: “In un dialogo franco e coraggioso, perché intensamente personale, Massimo Camisasca ed Edoardo Tincani testimoniano un desiderio sincero di farsi amici solidali di chi percorre il loro stesso cammino. È un dialogo tra sole voci maschili, tuttavia anche una sensibilità femminile può non sentirsi esclusa dal loro interloquire, perché quando si parla della vita, del desiderio di realizzarla, delle difficoltà a mantenere coerenti le proprie aspirazioni e la realtà, non c’è diversità tra uomini e donne, come non ce n’è tra laici ed ecclesiastici”.

“Di luci e di ombre” è un libro “reggiano”, non solo per la casa editrice (Aliberti) e per l’immagine di copertina, che ritrae piazza San Prospero, ma perché è stato scritto fra Reggio Emilia e Marola: il testo propone le riflessioni del vescovo scrittore, in forma di lettera, e i commenti del giornalista, che intinge la penna nell’esperienza del matrimonio e della paternità.