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SocialMonti/ Nel nome del padre, radici affettive e stelle cadenti

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Questa rubrica vuole essere un luogo di spunti per stimolare una riflessione corale e collettiva su temi di attualità. L’idea è quella di partire dal nostro territorio verso cerchi più ampi, o vice versa ascoltare gli echi lontani e portarceli vicini.

(Ameya Canovi *)

Foto Stefano Fratti

E' tempo di stelle cadenti, in questo periodo di agosto. E la memoria va alla poesia del Pascoli X Agosto, dedicata al padre.  Mi è venuta in mente proprio oggi che in Brasile (mio paese di nascita), si festeggia il giorno del papà. Sono di ritorno da un viaggio proprio in questo paese dove sono nata da due migranti, in cerca di lavoro nel dopo guerra. E proprio lì ho scelto di tornare a fare un corso di formazione intensiva su una tecnica terapeutica definita dal suo ideatore Bert Hellinger Costellazioni familiari sistemiche. Contrariamente a quanto possa sembrare, il termine costellazione non si riferisce per nulla all'astrologia o all'astronomia, ma bensì dal termine tedesco posizionamento: esso riguarda la nostra posizione e il mantenimento del nostro ruolo dentro alla nostra famiglia.

Dopo una full immersion di parecchi giorni sui temi della famiglia così profondi che ci toccano tutti, sono particolarmente sensibile al tema del padre e ben consapevole della sua importanza nella nostra esistenza. Nel mio lavoro di psicologa vedo quanto le nostre radici (non solo le persone ma anche i luoghi in cui cresciamo) contribuiscano a formare chi siamo e chi diventiamo nel mondo.

Sentiamo nelle parole di Pascoli tutto il dolore e il dramma per la perdita e la mancanza del genitore.

Nel mio lavoro quotidiano con le persone, spesso avverto che il dolore impigliato sta proprio lì, nel pensiero di un padre che magari è in vita, ma viene percepito come "non abbastanza", come insufficiente, assente. Chi ha avuto la fortuna di avere una rete alle spalle di genitori presenti e accudenti si sente forte nel mondo e magari ha difficoltà a comprendere il disagio di chi invece sente di non aver avuto sponde salde e sicure mentre cresceva. Per mia esperienza di persona e di psicologa, solo se risaniamo e risignifichiamo dentro di noi il nostro rapporto col padre (vale lo stesso per la madre) potremo essere a nostra volta genitori "buoni" in primis di noi stessi e dei nostri figli. Il percorso di consapevolezza è possibile e utile a instaurare relazioni più sane. Se non riconosciamo le nostre radici affettive con gratitudine, facilmente andremo nella relazione con l'altro in cerca di quel genitore non ringraziato e onorato. Se non altro per la vita ricevuta.

Per approfondire Bert Hellinger  Gli ordini dell'amore Feltrinelli

X Agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli

*Ameya Gabriella Canovi è PhD, docente e psicologa, si occupa di relazioni e dipendenze affettive. Da poco ha terminato un dottorato di ricerca in ambito della psicologia dell’educazione studiando le emozioni in classe. Ha un sito e una pagina Facebook “Di troppo amore”.