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Apenninus oggi in edicola con la Gazzetta di Parma

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Oggi, venerdì 8 novembre, esce con la Gazzetta di Parma il numero 1 di Apenninus, rivista che dà voce a uomini, donne, storie e prodotti, ambiente e cultura della Riserva di Biosfera Appennino, nata dalla collaborazione fra Cooperativa Novanta  e Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano.
Apenninus racconterà attraverso focus monografici la Riserva di Biosfera, iniziando con questo numero dedicato al Monte Caio nell'Appennino Parmense.

“Esprimiamo un grande grazie alla redazione – spiega Gabriele Arlotti, giornalista, presidente della Cooperativa sociale Novanta Redacon e autore della rivista – che, con serietà e competenza, ha creduto nella bontà di questo progetto, creando a più mani la prima fotografia di quest’area MaB.

Gli autori di questo numero sono: Gianluca Bottazzi, storico, archeologo ex assessore turismo Langhirano; Roberto Carriero, Comune di Casina; Doris Corsini scrittrice e redattore; Nando Donnini giornalista di arte e storia; Elisa Fabbri, giornalista della Gazzetta di Parma; Fabio Fabbri avvocato e senatore; Fausto Giovanelli, presidente Parco Appennino e coordinatore Mab Unesco; Beatrice Minozzi, giornalista della Gazzetta di Parma; Federica Di Martino, assessore alla cultura e al turismo di Langhirano; Barbara Mazzieri, guida Gae; Luigi Notari curatore di eventi culturali tra cui la rassegna ‘I –Sapori del giallo’; Maria Cristina Piazza, Gal del Ducato -, Marco Rossi, responsabile Macroarea Parchi Emilia Occidentale - Parchi del ducato e Cecilia Tondelli, giornalista professionista. Quindi le immagini di Erik Concari, fotografo”.

La redazione di Apenninus

"Costruiamo un ponte tra MaB Unesco e le persone del suo territorio". Afferma il coordinatore del Mab Fausto Giovanelli.
Il Programma "L'uomo e la biosfera", Man and the Biosphere – MaB, è un programma scientifico intergovernativo avviato dall’Unesco nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.

Fausto Giovanelli. MAB UNESCO a Parigi

Il Programma mira a migliorare le relazioni tra le persone e l’ambiente in cui vivono e a tale scopo utilizza le scienze naturali e sociali, l’economia e l’educazione per migliorare la vita delle persone e l’equa distribuzione dei benefici e per proteggere gli ecosistemi naturali, promuovendo approcci innovativi allo sviluppo economico che siano adeguati dal punto di vista sociale e culturale e sostenibili dal punto di vista ambientale.

Il programma ha come obiettivo primario l’uso e la condivisione razionale e sostenibile delle risorse della biosfera. A tale scopo tende ad aumentare l’abilità delle persone di gestire in modo efficiente le risorse naturali, per il benessere degli esseri umani e dell’ambiente,

In questo contesto il Programma intende:

- identificare i cambiamenti della biosfera derivanti dalle attività umane e naturali e i conseguenti effetti sulle persone e sull’ambiente, in particolare nell’ambito del cambiamento climatico;

- studiare le interrelazioni dinamiche tra gli ecosistemi e i processi socioeconomici, in particolare in un contesto di rapida perdita di diversità biologica e culturale;

- assicurare il benessere dell’uomo e un ambiente vivibile in un contesto in cui la rapida urbanizzazione e il consumo di energia sono portatori di cambiamento ambientale;

- promuovere lo scambio di conoscenza dei problemi e delle soluzioni ambientali e rafforzare l’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile.

Il Programma MAB include al suo interno le Riserve della Biosfera, che comprendono ecosistemi terrestri, marini/costieri o una combinazione degli stessi. Le Riserve promuovono attività di cooperazione scientifica, ricerca interdisciplinare e sostenibilità ambientale nel pieno coinvolgimento delle comunità locali, pertanto rappresentano esempi di best practice nell'ottica dello sviluppo sostenibile e della interazione tra sistema sociale e sistema ecologico. Il Network mondiale delle Riserve della Biosfera comprende attualmente 701 Riserve della Biosfera (incluse 21 transfrontaliere)  In 124 Paesi,  di cui 19 in Italia.

Leggi in anteprima Apenninus " Speciale Monte Caio"

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Gli articoli di presentazione

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Si scrive Apenninus, si legge Mab. Questa web rivista intende parlare di donne e uomini, storie e prodotti, ambiente e cultura della Riserva mondiale dell'Uomo e della Biosfera dell'Appennino tosco-emiliano. Vuole farlo attraverso focus monografici su singoli temi e luoghi iniziando con questo dedicato al Monte Caio, nell'Appennino parmense. Ogni giorno, per una settimana, pubblicheremo articoli sul tema scelto per questo numero zero della rivista.

La redazione di Apenninus

Apenninus ha un ispiratore nobile e instancabile: Fabio Fabbri, di Tizzano Val Parma, già ministro della Repubblica, fervente sostenitore e promotore del programma Uomo e Biosfera dell'Unesco a partire dalla sua "Heimat", la sua piccola patria. Ci ha creduto, ci ha sollecitato ed eccoci qui, redattori da Parma e da Reggio Emilia - in futuro anche da altri territori - per scrivere di uomini e ambiente e declinare in casa nostra un tema cruciale di livello mondiale.

Vorremmo parlare per il presente e per il futuro. Non solo di opportunità economiche che potrebbero derivare dall'essere Mab, quanto piuttosto di cosa significa essere cittadini, vivere e operare in una riserva mondiale dell'uomo e della biosfera: guardando alle innovazioni, alle risorse umane e alle reti che, ancora, l'Appennino sa costruire. Non manca, come leggerete, uno sguardo sul nostro passato cui siamo affezionati (forse troppo) perché dobbiamo coltivare le nostre radici.

Se questo progetto avrà un seguitolo si dovrà al riscontro del web; ma ha già un merito: persone, comunità e montagne sino a ieri rese distanti tra di loro da confini di stato o semplici torrenti iniziano a dialogare in termini nuovi, attraverso la rete e questo che è uno spazio aperto a ciascuno di voi.

Nel nostro piccolo ce ne siamo resi conto con la costituzione di questa prima redazione - ci sia consentito un grazie sincero a tutti quelli che hanno collaborato -  composta da una ventina di persone di diverse età ed estrazione: è stata una esperienza culturalmente entusiasmante.

Ora ci attende la sfida più difficile: il gradimento e il legame con voi che ci leggete e potrete intervenire nello spazio aperto che vogliamo essere. Per questo aspettiamo i vostri commenti e suggerimenti alla e-mail [email protected] o nello spazio commenti.

(Gabriele Arlotti - Doris Corsini)

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L’ho guardato per anni, quasi ogni giorno, senza nemmeno sapere il suo nome: una presenza familiare e anonima. Lo vedevo, e forse l’ho inconsciamente salutato, per lo più verso sera, al tramonto, perché, guardando da Castelnovo ne' Monti, il suo profilo allungato e inclinato disegna inconfondibilmente a ovest la linea dell’orizzonte.

Solo dopo molti anni ne ho imparato il nome: Caio; e dopo molti anni ancora, proprio leggendo le bozze di questa pubblicazione, ho appreso che deriva da “caglio”, retaggio di secoli produzione di formaggio, proprio lì tra Val d’Enza e Val Parma in questo Appennino che ancora oggi è stato ribattezzato “la montagna del latte” ai fini del programma aree interne.

Prima avevo appreso che ospitava i noti impianti sciistici di Schia. Poi attraversandolo in auto e anche in bici, curva dopo curva, e anche in seggiovia e con le ciaspole, fin quasi alla vetta, ho respirato quanto questa montagna – una delle tante anticime del crinale - sia ricca di luoghi diversi: di cose normali e profondamente belle; di case costruite di recente e di insediamenti davvero antichi; di toponimi, di borghi, di campi, di boschi, e anche di elementi di ricchezza e produzioni di alto livello, dai prosciutti al Parmigiano e naturalmente di paesaggi, e di quella parte di essi più superficiale e immediata da cogliere che è il panorama...

Panorama superbo dalla vetta della montagna che quatta quatta supera i 1700 metri  presentando di colpo tutta la “north face” della catena appenninica lì di fronte, una a una le montagne dall’Orsaro al Cimone. Mentre d’altro lato domina la Pianura Padana, Parma, che è lì a due passi è lontano, ma non troppo, anche le Alpi e il profilo del monte Bianco. Poi via via ho scoperto che ci sono, sui diversi versanti e ai diversi livelli di altitudine, insediamenti e usi del territorio più o meno intensi; che ci sono ben quattro comuni; e che c’è anche un premio letterario intestato al monte Caio, promosso da Fabio Fabbri, già senatore e ministro della Repubblica, che dopo tante primavere vissute qui è ancora innamorato perso della sua “heimat”(patria e focolare) nel suo Appennino e nella sua Tizzano Val Parma.

Fausto Giovanelli a Parigi nella sede Unesco

Il libro che ha riassunto e divulgato per primo il dossier di candidatura dell’Appennino Tosco Emiliano alla rete mondiale Unesco delle Riserve Uomo e Biosfera 'Persone e Natura nell'Appennino Tosco-Emiliano', edito da Diabasis, è stato fra i vincitori di quel premio nel 2016, ecco perché abbiamo scelto proprio il vecchio, per me nuovo, monte Caio, l’antico monte del caglio, come “cavia” di questo tentativo di realizzare una rivista che dia voce a questo riconoscimento Unesco e a persone che se ne rendono protagoniste.

Nel video di presentazione della missione MaB abbiamo scritto “conoscere e far conoscere i 100 perché del riconoscimento Unesco e i 100 valori depositati in ogni metro della nostra terra”. E allora cominciamo per esempio dal monte Caio e guardiamolo non in una o due ma in tante prospettive diverse e sperimentiamo se questo numero zero della rivista porterà a qualcuno, noi speriamo molti, il piacere della scoperta.

Avrei voluto scrivere qui il bilancio dei primi quattro anni di MaB Appennino, partendo dall'esperienza fatta con le scuole e dalle scuole, con tanti e da tanti dirigenti, insegnanti e studenti. Volevo elencare tante cose e azioni fatte e indicare quelle, naturalmente più numerose, ancora da fare.

Volevo scrivere della neonata rete nazionale italiana delle 19 MaB che, proprio noi MaB Appennino, abbiamo tenuto a battesimo a Parigi, un mese fa, con l’ambasciata italiana all’Unesco e il ministero dell’ambiente nell'ambito di una conferenza mondiale del programma. Siamo orgogliosi di questa fatica e di questo compito da “sherpa” che ci è stato assegnato dal ministero e abbiamo cercato di svolgere.

Siamo orgogliosi dei giovani e delle donne dipendenti e collaboratori del Parco Nazionale che si sono impegnati, non retribuiti (si sono pagati persino il volo di tasca loro) per allestire e portare a Parigi nel palazzo Unesco una mostra, una brochure, un filmato e un ragionamento sulla eccellente crescita dell’Italia nel sostegno al programma.

Abbiamo avuto in cambio emozioni e formazione. Abbiamo bisogno che siano in tante e tanti a sentirsi parte attiva dell’essere riserva di biosfera. Siamo certi che in molti vorranno esserne parte visto che sono ben 24 i nuovi comuni da cui è giunta richiesta di ampliamento della Mab. “Siamo noi, sei tu la riserva di biosfera dell’Appennino Tosco-Emiliano” abbiamo scritto in un video fondativo.

“I Care Appenino” - “Mi prendo cura dell’Appennino”- è il brand dal contenuto etico e civile di responsabilità sociale e appartenenza al territorio che vogliamo rilasciare a progetti di imprese e operatori che, con più coerenza e capacità innovativa, vorranno perseguire lo sviluppo sostenibile per questo nostro territorio e per il pianeta.

Raccontare un cammino di quattro anni in poco tempo non si può. MaB Appennino ha un sito web, http://www.mabappennino.it/ dove si possono trovare tantissime informazione. A quello rinvio i lettori.

Con questa web rivista, che speriamo diventi l’editore di tante monografie territoriali e tematiche, vogliamo accumulare altri elementi, dare spazio ad altre voci, ad altri punti di vista, altre persone che prendono la parola e l’iniziativa.

Ci auguriamo che voi lettori diventiate anche i nostri interlocutori e che da questa rivista nasca un dialogo propositivo e costruttivo, che ci accompagni in un percorso verso la consapevolezza del rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile.

(Fausto Giovanelli)