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Cinzia da Minozzo con la Lega e Manuela da Vezzano con Forza Italia

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Parlano d'Appennino anche due candidature a sostegno di Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra alle elezioni regionali in Emilia Romagna.

Cinzia Rubertelli, nata a Villa Minozzo 47 anni fa, seconda di tre figli, è stata consigliera comunale dal 2014. Ha trascorso la sua infanzia a Minozzo, che ha lasciato per studiare economia e commercio all’Università di Parma. A 23 anni, appena laureata, si è sposata con Andrea con il quale lavora nell'azienda di famiglia, Prati Group La consigliera civica (è stata eletta in Alleanza Civica in Comune a Reggio) sarà candidata nella lista della Lega alle elezioni del 26 gennaio per il rinnovo degli organi regionali dell’Emilia-Romagna, per la lista “Lega Salvini - Emilia Romagna”. "Tale scelta - commenta lei -, è maturata su proposta dei vertici nazionali del predetto movimento politico, è avvenuta alla luce di un progetto politico teso ad ampliare il perimetro di rappresentatività della Lega a settori civico-sociali di cultura cattolica e liberale, con l’obiettivo più ampio di rinnovare il governo della nostra Regione per affermare, senza paura, un cambio di passo. Quello di Lucia Borgonzoni è un progetto ampio e inclusivo, al quale ho aderito con convinzione ed entusiasmo - dice Rubertelli - Sono pronta a dare il mio contributo per rinnovare il governo della nostra Regione e per portare insieme, con coraggio e determinazione, il cambio di passo atteso in uno dei territori più sviluppati e civili d’Europa". Una candidatura, la sua, che trova l'apprezzamento del villaminozzese Maro Coriani, ex coordinatore An della Montagna e ora militante Lega, "perchè la montagna ha bisogno di persone che hanno mostrato il loro valore sia in campo professionale, che nell'impegno sociale e politico. I rappresentanti del Pd sanno benissimo che il Punto nascita della montagna è destinato a morire, hanno addirittura candidato Stefania Bondavalli, una delle maggiori sostenitrici del Mire, la cui costruzione comporterà de facto la chiusura di tutti gli altri reparti maternità". Sempre secondo Coriani se non si parlerà di "imprese, occupazione (soprattutto giovanile) e taglio delle tasse dovremo destinarci a un lento e inesorabile destino". Da qui il suo impegno a fianco della aspirante consigliera regionale.

 

Ci scrive anche Manuela Venturi: "Risiedo in collina a Vezzano - dove è stata consigliera comunale, di professione docente di discipline giuridiche ed economiche, candidato regionale di Forza Italia  a sostegno della Borgonzoni -   da sempre ho nutrito attenzione e interesse per le problematiche di chi vive fuori dall’area urbana e in contesti territoriali che spesso sono condizionati dalle proprie caratteristiche morfologiche e geografiche. Sono profondamente convinta che collina e montagna rappresentino uno spazio capace di garantire una elevata qualità della vita e costituiscano una risorsa preziosa, anche dal punto di vista umano, per il benessere generale della collettività. Si tratta di un ambito dotato di un potenziale enorme che deve poter essere espresso e trasformato in azione concreta e deve diventare attrattiva per chi vuole fuggire dalle città sempre più inquinate e spersonalizzate".

"Ecco quindi che affrontare i temi del territorio, della valorizzazione delle risorse, delle strategie di sviluppo, della cura delle persone è imprescindibile funzione della politica che deve essere esercitata in connessione con tutti i soggetti locali economici, culturali, sociali: i cittadini, le istituzioni, le imprese, le associazioni di categoria e, più in generale, tutte le formazioni sociali che in qualche modo collaborano al bene comune".

"Per definire quali siano le priorità, ritengo opportuno un cambio di metodo: occorre partire dalla base, dagli interlocutori presenti sul territorio perché sono quelli più in grado di leggere i reali bisogni della collettività locale. La politica deve avere capacità di ascolto, deve avere l’umiltà di mettersi al servizio e non la superbia di imporre dall’alto soluzioni preconfezionate. Una politica che mette al centro la persona e che si pone come obiettivo l’equità, l’uguaglianza e la giustizia sociale è una politica che sa farsi carico delle differenze trasformandole in opportunità".

"Non può e non deve esistere divario nella offerta di servizi, sia in termini di varietà che in termini di qualità, e quindi non può esistere divario nella possibilità da parte degli abitanti di godere di equivalenti 'diritti di cittadinanza' rispetto alle altre aree della Regione. E’ l’attuazione di un principio fondamentale della Costituzione che impone di rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Proprio per far fronte a questo pericolo è inutile, inopportuno, iniquo fare ricorso a soluzioni standardizzate. Al contrario occorre pensare a soluzioni nuove, anche di tipo normativo, che siano modellate, plasmate, conformate ai caratteri specifici del territorio e consentano di individuare strategie e risposte adeguate alle effettive esigenze".

"Il primo fondamentale passaggio consiste nella necessità di un’analisi a 360 gradi delle dinamiche socio economiche locali, in un approccio multidimensionale, capace di individuarne le maggiori cause di sofferenza, le criticità e le potenzialità per costruire insieme agli attori pubblici e privati una strategia complessiva di sviluppo orientata alla persona, al suo benessere individuale e collettivo per creare condizioni idonee a favorire una presenza desiderata e duratura di individui e attività. Infrastrutture viarie, strutture sanitarie, assistenziali, sociali, culturali, scolastiche, sportive, servizi postali, bancari, digitali, di informazione, attività produttive e commerciali devono creare una rete integrata e sinergica di opportunità e agire da collante con il territorio".

"Sicuramente - aggiunge la candida forzista - uno dei fattori che più penalizza e condiziona gli insediamenti in Appennino è rappresentato dai collegamenti non sempre adeguati e dalla velocità di spostamento vincolata anche alla morfologia dei luoghi, elementi che influiscono sul rapporto spazio - tempo della vita quotidiana. Questo determina e diversifica l’'accessibilità' delle persone alle offerte e alle opportunità presenti, in termini di pendolarismo lavorativo, di studio, di fruizione dei servizi. Occorre investire molte energie nella manutenzione delle strade che risultano penalizzate anche a causa delle condizioni climatiche, delle frane e degli smottamenti che in queste aree sono all’ordine del giorno. Una particolare attenzione va posta allo sviluppo delle comunicazioni immateriali. Se la connettività da un lato annulla la distanza fisica, dall’altro rischia di essere artefice di nuove disuguaglianze sociali. Per scongiurare il pericolo di un divario digitale, sia in termini di presenza di connettività che di velocità di connessione disponibile, occorre investire in adeguate infrastrutture di supporto alle tecnologie della comunicazione e della informazione. E’ chiaro che si apre la questione del rapporto tra costi e rendimenti attesi dai soggetti gestori, i quali possono non trovare conveniente operare sull’ultimo miglio. E’ necessario allora pensare a soluzioni alternative, magari pubbliche o miste. Per lo sviluppo delle zone collinari e montane, infrastrutture per le comunicazioni, banda larga e digitale sono elemento imprescindibile di sviluppo e devono essere accessibili a tutti poiché rappresentano una opportunità fondamentale per gli operatori economici e le istituzioni, costituiscono fattore di crescita culturale e umano, migliorano la qualità della vita".

"Un altro fenomeno - prosegue la Venturi - da non sottovalutare è la tendenza ad un graduale spopolamento che porta con sé pesanti conseguenze economiche e sociali tra cui la vulnerabilità del territorio con aumentato rischio di dissesto idrogeologico, l’indebolimento delle attività produttive e commerciali in genere, la modificazione della struttura demografica, un maggior costo dei servizi essenziali. Occorre pensare a misure in grado di rallentare l’esodo e di rilanciare l’economia delle aree collinari e appenniniche anche mediante l’adozione di politiche mirate, specifiche e quindi differenti rispetto a quelle rivolte ad altre aree, politiche fiscali, di detassazione, provvedimenti di natura incentivante, di mantenimento  sul  luogo dei servizi essenziali. Tra questi un riferimento particolare va ai presidi sanitari, e qui si pone la dibattuta questione della riapertura del Punto Nascite dell’ospedale di Castelnovo né Monti, servizio che deve ritornare sul territorio. E poi asili, scuole, uffici postali, linee di trasporto pubblico, segnale TV, telefonia fissa e mobile, servizi sociali a tutela delle fasce deboli, servizi alle imprese devono avere una presenza efficace, caratterizzata da adeguamento alla peculiarità dei luoghi piuttosto che da regole standardizzate. Il riequilibrio territoriale passa anche attraverso la reale accessibilità ai servizi da parte della popolazione, perché è la loro concreta fruibilità la condizione necessaria per dare impulso a processi di crescita durevoli e sostenibili. E’ necessario inoltre proteggere e valorizzare le ricchezze di un’area geografica,  mettendo in campo un’adeguata promozione dei prodotti tipici, del patrimonio culturale, delle bellezze paesaggistiche, delle tradizioni locali. Questo  produce innumerevoli benefici al territorio: richiama turismo, favorisce la permanenza di persone e imprese, genera un circuito positivo in termini di domanda, offerta e benessere".

"Un’altra esigenza locale è la realizzazione dell’invaso di Vetto per dare ossigeno alla agricoltura, creare energia sostenibile, mettere in sicurezza le zone a valle, innescare un trend positivo sia in termini occupazionali che economici. Sono già stati sprecati inutilmente decenni, non si può buttare altro tempo. Occorre collaborare con le associazioni del territorio, sostenere, riconoscere, dare voce e spazio a tutte le competenze, i mezzi e i valori che le contraddistinguono e le caratterizzano: è fattore indispensabile per favorire l’interesse generale della collettività e il coinvolgimento di ciascuno al servizio di tutti".