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Confcooperative chiede un nuovo patto tra le associazioni. E il digitale per la montagna. Caramaschi confermato presidente

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Matteo Caramaschi, 44 anni, imprenditore agricolo, è stato confermato alla presidenza di Confcooperative Reggio Emilia, cui fanno capo 380 imprese con quasi 59.000 soci, 17.500 occupati (+3,6% in un quadriennio) e un fatturato di 2,025 miliardi (+4%).

La conferma di Caramaschi è venuta per acclamazione a conclusione dell’assemblea congressuale quadriennale della centrale cooperativa; un’assise segnata da un’ampia partecipazione e numerosi interventi, ma, soprattutto, dal deciso rilancio che Confcooperative ha messo in atto a proposito di legislazione cooperativa.

“Non ci basta più – ha detto al proposito Caramaschi - l’avere un esplicito riconoscimento della funzione sociale della cooperazione dal dettato costituzionale o dalle dichiarazioni sul valore della cooperazione, quando negli ultimi anni tutti i fatti, le norme di legge e persino gli investimenti e le scelte di politica economica sono andate in senso esattamente opposto”.

“Gestire e creare una cooperativa – ha proseguito il presidente di Confcooperative - è più difficile e oneroso che ricorrere a qualunque altra forma d’impresa, e persino i pur modesti riconoscimenti relativi alla fiscalità – cui hanno però sempre corrisposto precisi vincoli – sono da tempo scomparsi”.

“Oggi– ha aggiunto Caramaschi – chiediamo allora con urgenza una nuova legge nazionale che riconosca e sostenga la distintività cooperativa, che riprenda in senso allargato il concetto di mutualità, che riconosca i soci delle cooperative come imprenditori, che ne rispetti il lavoro e le possibilità di autoregolazione del lavoro stesso”.

“Sia chiaro – ha aggiunto il presidente di Confcooperative - che non chiediamo privilegi e non

vogliamo togliere qualcosa ad altri, ma siamo convinti che per affrontare le grandi questioni economiche e sociali riferite al legame fra imprese e territori, alla democrazia economica e ad una più equa partecipazione alla formazione e alla distribuzione della ricchezza vi sia proprio un grande bisogno di cooperazione”.

Molti – come è emerso dall’assemblea – i temi sui quali Confcooperative sarà impegnata nei prossimi anni, con accenti particolari sulla tutela e la valorizzazione della dignità dl lavoro in cooperativa, il rafforzamento del legame con il territorio e le comunità locali, la crescita della competitività delle imprese, la promozione di uno sviluppo fondato su principi di sostenibilità, le nuove attività di ricerca e sviluppo, la costruzione di nuove alleanze e reti tra cooperative, i rapporti con il mondo della scuola e dell’Università.

Da Caramaschi, poi, un deciso rilancio anche sulle relazioni con le altre organizzazioni imprenditoriali, segnate in questi anni – ha detto - da una sorta di torpore dal quale occorre uscire.

“E’ giunto il momento – ha detto il presidente di Confcooperative – di rimettere insieme più efficacemente sguardi e visioni di un futuro in cui si possano moltiplicare le azioni e i progetti condivisi per promuovere gli interessi del nostro territorio, delle famiglie, delle comunità locali” “Per parte nostra riprenderemo subito il lavoro, perché vi sono questioni – tra le quali anche il futuro della Camera di Commercio – attorno alle quali possiamo e dobbiamo ritrovare elementi di coesione, ridando slancio a quell’azione comune che già ci ha portato, in un passato non lontano, a lavorare insieme su grandi temi, tra i quali la legalità e gli appalti”.

Chiarissime, al proposito, anche le sottolineature del sindaco Luca Vecchi e del presidente della Camera di commercio, Stefano Landi.

“Nella nostra antropologia – ha detto Vecchi – c’è la cooperazione, e questa terra, in questi anni difficili, non ha mai perso i suoi valori fondamentali, mantenendo vivo un senso di comunità sul quale dobbiamo continuare a lavorare”. “Facciamo di più insieme – ha aggiunto Vecchi – rilanciando la comune volontà di parlare di futuro e di costruirlo”.

“Questo territorio – ha incalzato Landi – è cresciuto grazie ad un virtuoso rapporto tra tutte le forze in campo; dobbiamo riprendere questo cammino perché vi sono tante questioni di interesse comune di cui ha bisogno tutto il sistema imprenditoriale e il territorio: dalla regolarità del mercato alla lotta alle infiltrazioni criminali, dai sostegno alla capitalizzazione alla minor burocrazia, dall’innovazione all’internazionalizzazione”.

Ma c’è anche bisogno d’altro e in altri luoghi, come ha sottolineato il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna, Francesco Milza, che ha annunciato la presentazione, alla nuova Giunta regionale, di alcune priorità di intervento che vanno dallo sviluppo delle aree interne all’accesso al digitale in montagna, dal ruolo di co-progettazione che la cooperazione chiede a proposito del sistema di welfare, fino ad arrivare a meccanismi sugli appalti che guardino diversamente al lavoro, “i cui costi, nel rispetto dei contratti, non possono essere oggetto di gara .

All’Assemblea di Confcooperative Reggio Emilia sono intervenuti, tra gli altri, la vicepresidente di Legacoop Emilia Ovest, Michela Bolondi (che ha sottolineato il primato del valore sull’inclusione che la cooperazione è chiamata a realizzare), il Prefetto Maria Forte, i consiglieri regionali Stefania Bondavalli, Andrea Costa, Alessio Mammi (che ha parlato del rilancio del patto sul lavoro già adottato alcuni anni fa) e Ottavia Soncini, unitamente ai massimi esponenti delle forze imprenditoriali reggiane.