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Crolla l’artigianato: in un mese fatturato in perdita di oltre 7 miliardi

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Il Covid 19 ha costretto alla chiusura 6 artigiani su 10. In un solo mese, l’artigianato italiano ha perso in Emilia-Romagna 731 milioni di euro, cioè il 3,7% di fatturato rispetto al totale annuo. Nella nostra regione la percentuale di imprese chiuse è del 59,2%. Risultano 46.516 aziende aperte e 60.018 aziende sospese a seguito del Dpcm del 22 marzo.

Ammonta a 7 miliardi di euro la stima della perdita di fatturato che, a livello nazionale, le imprese artigiane subiranno in questo mese di chiusura a causa del Coronavirus (dal 12 marzo al 13 aprile 2020). A fare i conti è stato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, pubblicati in un report del 4 aprile.

I comparti più colpiti sono anche quelli più rappresentativi di tutto il settore: le costruzioni vedranno una flessione del fatturato di 3,2 miliardi (edili, dipintori, finitori di edifici, ecc.), la manifattura di 2,8 miliardi (metalmeccanici, legno, chimica, plastica, tessile-abbigliamento, calzature, ecc.) e i servizi alla persona di 650 milioni di euro (acconciatori, estetiste, calzolai, ecc.) .

“L’artigianato rischia di estinguersi o quasi - segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - in particolar modo nelle piccole città e nei paesi di periferia. Molte attività, a fronte dell’azzeramento degli incassi, degli affitti insostenibili e di una pressione fiscale eccessiva, non reggeranno il colpo e saranno costrette a chiudere. Se la situazione non migliorerà entro la fine di maggio, è verosimile che entro quest’anno il numero complessivo delle aziende artigiane scenderà di almeno 300 mila unità: vale a dire che il 25% delle imprese artigiane presenti in Italia chiuderà i battenti”.

Una situazione, quella che sta vivendo l’artigianato in queste settimane, che si sovrappone a un quadro generale altrettanto pesante, che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. In Emilia-Romagna, dal 2009 al 2019, ne sono state chiuse oltre 19.000: vecchi mestieri in via di estinzione.

“Quasi il 60% della contrazione delle imprese artigiane registrata in questi ultimi 10 anni – fa notare il segretario Renato Mason – riguarda attività legate al comparto casa. Edili, lattonieri, posatori,dipintori, elettricisti, idraulici, ecc. hanno vissuto anni difficili e molti sono stati costretti a gettare la spugna. La crisi del settore e la caduta verticale dei consumi delle famiglie sono stati letali. Certo, molte altre professioni artigiane, soprattutto legate al mondo del design, del web, della comunicazione, si stanno imponendo. Purtroppo, le profonde trasformazioni in atto e la drammatica crisi che vivremo nei prossimi mesi cancelleranno molti mestieri che hanno caratterizzato la storia dell’artigianato e la vita di molti quartieri e città”.

A fronte delle difficoltà che certamente si intensificheranno nei prossimi mesi, la Cgia ha elencato 25 vecchi mestieri artigiani che, già in forte agonia, rischiano di scomparire definitivamente dalle nostre città e dai paesi di campagna, o professioni che sono in via di estinzione a causa delle profonde trasformazioni tecnologiche in atto:

  • Arrotino (molatore o affilatore di lame)
  • Barbiere (addetto al taglio dei capelli su uomo e alla rasatura della barba)
  • Calzolaio (riparatore di suole, tacchi, borse e cinture)
  • Casaro (addetto alla lavorazione, preparazione e conservazione dei latticini)
  • Canestraio (produttore di canestri, ceste, panieri, etc.)
  • Castrino (figura artigianale tipica del mondo mezzadrile con il compito di castrare gli animali)
  • Ceraio (produttore di torce, lumini e candele con l’uso della cera)
  • Cocciaio (produttore di piatti, ciotole e vasi);
  • Cordaio (fabbricante di corde, funi e spaghi)
  • Corniciaio
  • Fotografo
  • Guantaio (produttore e riparatore di guanti)
  • Legatore (rilegatore di libri)
  • Norcino (addetto alla macellazione del maiale e alla lavorazione delle carni)
  • Materassaio (colui che confeziona o rinnova materassi, trapunte, cuscini, etc.)
  • Mugnaio (macinatore di grano e granaglie)
  • Maniscalco (addetto alla ferratura dei cavalli, degli asini e dei muli)
  • Ombrellaio (riparatore/rattoppatore di ombrelli rotti)
  • Ricamatrice (decoratrice del tessuto con motivi ornamentali)
  • Sarto/a (colui o colei che confeziona abiti maschili o femminili)
  • Selciatore (addetto alla posa in opera di cubetti di porfido)
  • Sellaio (produttore di selle per animali)
  • Scopettaio (produttore di spazzole e scope)
  • Scalpellino (colui che sgrossa e lavora la pietra o il marmo con lo scalpello)
  • Seggiolaio (produttore o riparatore di seggiole impagliate)