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Chiuso il Teatro Bismantova, Mareggini-Ferrari: “non protestiamo, ma lavoriamo per la riapertura”

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Seconda chiusura per teatri e cinema quella prevista già nel Dpcm dello scorso 25 ottobre, che costringe gli operatori dello spettacolo a fermarsi di nuovo. Un nuovo stop che penalizza un settore già in forte crisi, coinvolgendo numerosi profili professionali: attori, compagnie teatrali, produttori, distributori, personale di sala, costumisti, truccatori e fonici. Le proteste sono iniziate già i primi di ottobre davanti al Duomo a Milano: 1.500 persone con i loro bauli che servono a trasportare il materiale scenico si sono posizionati a un metro di distanza e hanno iniziato a suonare.

Chiuso di nuovo anche il Teatro Bismantova a Castelnovo ne' Monti, dopo una riapertura estiva con più di venti date tra luglio e agosto. In conformità con le misure anti-Covid, sono state tante le iniziative promosse dal Comune: #Ioescofuori, Il non festival L'uomo che cammina con mostre, riflessioni, concerti, camminate, i Lunedì letterari in centro storico, il cinema all'aperto, le narrazioni ecc.

Di seguito la lettera del direttore artistico del Teatro Bismantova, Giovanni Mareggini e il vicesindaco e assessore alla Cultura Emanuele Ferrari

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ECCOCI QUI.
Forse, si potrebbe dire, “Siamo ancora “usciti di scena”!

E dire che ci avevamo provato a ripartire durante l’estate:
– con i numeri giusti,
– in luoghi insoliti,
– distanziati,
– con nuove modalità.

Abbiamo (è proprio il caso di dirlo) “APERTO” il Teatro Bismantova.

Ora però, VE NE SIETE ACCORTI?, siamo ancora CHIUSI, nonostante fossimo pronti e desiderosi di riaprire.
Forse per alcuni è una assenza che non si nota, per altri, solo la mancanza di una sala da utilizzare.
Noi vogliamo pensare che questo VUOTO parli a ciascuno, che questa ASSENZA FORZATA faccia sentire ognuno un po’ più povero, che questa CHIUSURA, come a noi, lasci in tanti, se non solitudine, quantomeno NOSTALGIA.

In questi giorni si parla di piazze come TEATRO di scontri: per noi è il Teatro Bismantova la PIAZZA della cittadinanza; luogo dell’incontro, del dialogo e del riconoscimento reciproco.
Per questo, pur denunciando la gravità della situazione, non ci uniamo solo al coro delle giuste proteste, ma stiamo usando questo tempo, questi giorni in cui sacrifichiamo un po’ della nostra felicità per il bene comune, lavorando di più e meglio su cosa proporvi e su come.

Noi del Teatro Bismantova, questo “piccolo” teatro di montagna, vogliamo essere RISTORO per le persone di ogni categoria del mondo artistico e culturale che soffrono (è il termine giusto) per la prolungata assenza di lavoro.
Chi scrive ne fa parte, conosce sulla propria pelle ciò di cui sta parlando; ha però il compito, supportato da chi amministra la cosa pubblica di provare a dare risposte.
È UN IMPEGNO CHE CI PRENDIAMO con queste poche righe scritte “a più voci”, a “4 mani”.
Usiamo con grande parsimonia la parola “ARTISTA”.
Ne conosciamo pochi.
Ma conosciamo tante persone che con PASSIONE, COMPETENZE, TALENTO, IDEE e grandi SACRIFICI fanno del Teatro, della Musica e della Danza, della Cultura e dello Spettacolo la loro attività. Conosciamo anche il loro modo di essere e abitare il mondo. È forse in questo modo, grazie a questo modo, il mondo diventa un posto migliore.
IL Bismantova È e SARÀ AL LORO FIANCO.
Sarà ECO della loro ARTE; darà voce, suono, occhi, gambe a chi oggi, come noi, sta faticando.

E SARÀ ancora di più la VOSTRA CASA!
La casa del PUBBLICO, della gente della montagna: casa di incontri “non contingentati”, casa di relazioni, di magia e divertimento, di pianto, di leggerezza e profondità, di innovazione, a volte di noia o di “sonore ronfate”…
Una casa accogliente, aperta ad ospiti vicini e lontani, a chi è più bravo di noi, a chi la pensa diversamente; un luogo che non ha paura del confronto ma che lo promuove, lo stimola, lo coltiva, lo abita. Un FATTORE DI COMUNIONE, come diceva don Vittorio Chiari (amico dei giovani, dell’arte, del Teatro e del nostro teatro, scomparso nel febbraio di 10 ani fa), o se volete, più laicamente,
FATTORE DI SOCIALITA’.

È all’incrocio tra la memoria del passato, la gestione del presente e la fiducia nel futuro che si trova il destino di ogni comunità.
Siamo “qui in mezzo”, in questo tempo sospeso e ci vogliamo stare in pieno, non a mezzo servizio e, certamente, senza paure.
Per questo lavoriamo per tornare ad APRIRE quanto prima e con una nuova progettualità, confidando che il “CHI È DI SCENA” risuoni presto tra i camerini del Bismantova.

CI VEDREMO non appena sarà possibile…
E SARÀ MOLTO BELLO!

 

5 COMMENTS

  1. Mi viene da sorridere, più di un mese fa ho scritto alla segreteria del teatro, chiedendo perché non avessero riaperto il cinema, nessuna risposta, ho continuato quindi ad andare ad Albinea e Puianello, dove i cinema erano aperti, non credo sia per via degli assembramenti che il cinema non ha riaperto, perché purtroppo assembramento nel nostro cinema non se ne vede mai. Tutti gli anni faccio l’abbonamento a Teatro e quasi tutte le settimane vado al cinema, a me è mancato molto in questo periodo e sinceramente quello che leggo in questa lettera non rispecchia quello che è arrivato a me. Prima di chiudere per la seconda volta, era in programma la rassegna LA LANTERNA DI DIOGENE, tanto di cappello per gli argomenti trattati e per i relatori, che sono comunque persone che hanno tuttora un lavoro, sarebbe forse stato meglio far lavorare qualcuno , dei tanti artisti che abbiamo in montagna, e sono tanti, che invece di arte e spettacolo vivono e che da marzo non lavorano, tolti i concerti, io non ho visto nessun segnale del Teatro per andare incontro agli artisti in questo difficile momento e nemmeno la volontà di aprire il cinema per permettere a chi ama il cinema di distrarsi due ore per gustarsi un bel film e dimenticare per un attimo l’assurdo periodo che stiamo vivendo
    Penso proprio che avreste potuto fare di più, almeno per gli artisti locali. Per il cinema, pazienza, continuerò in futuro ad andare a Puianello ed Albinea visto che in questo momento particolare c’erano e ci saranno.

    Mb

    • Firma - Mb
  2. A numero chiuso mantenendo il distanziamento e portando la mascherina il servizio lo lascerei aperto e disponibile….. Se la cultura.. Teatri.. Sport vengono interrotti il paese di spegne…. Ma ahi me… Viviamo una politica al quanto discutibile e masochista

    Caterina zafferrin

    • Firma - Caterina zafferrin
  3. Non si è ancora compreso che lo scopo principale di chiudere queste attività è ridurre la circolazione delle persone. Tutti i luoghi sono sicuri se utilizzati in modo intelligente ma dato che spesso ciò non avviene non resta altro da fare che chiudere il più possibile così le persone restano a casa. Il teatro, le palestre, la piscina mancano a tutti ma purtroppo alternative efficaci non ne vedo. Giusto poi aiutare questi imprenditori.

    Giovanni

    • Firma - Giovanni