Home Economia Gli esperti riconoscono nei boschi dell’Appennino una risorsa sociale ed economica

Gli esperti riconoscono nei boschi dell’Appennino una risorsa sociale ed economica

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Oggi il primo appuntamento del ciclo di seminari che riunisce tecnici e studiosi per discutere di un corretto uso degli strumenti di pianificazione per la valorizzazione dei 620mila ettari di foreste della regione.

Il grande polmone verde dell’Emilia-Romagna – con un’estensione pari a 620mila ettari  - è stato al centro dell’iniziativa “Orientare la gestione delle foreste d’Appennino verso nuove responsabilità”. Un ciclo di incontri organizzato dall’assessorato alla Montagna, parchi e forestazione, che ha come focus le politiche che la Regione può e deve mettere in campo, per preservare e valorizzare in chiave green questa importante risorsa per i territori montani dell’Emilia-Romagna.

“Questi incontri sono una bella occasione per riflettere e aprire un confronto sulle nuove opportunità per far sì che il bosco possa rispondere al meglio alle tante esigenze del territorio: funzione depurativa dell’acqua, contrasto al dissesto, assorbimento CO2, conservazione biodiversità e del paesaggio, produzione legname ed anche luogo di svago e turismo sono solo tra le principali - afferma Barbara Lori, assessora alla Montagna, parchi e forestazione -. Sulla montagna sono diverse le iniziative che abbiamo attivato fino ad oggi: dai 10 milioni di euro per il sostegno all’acquisto di una nuova casa per i giovani che intendono vivere in Appennino, agli investimenti sulla connettività e sulla telefonia mobile. Siamo dunque impegnati nel sostenere il rilancio di una montagna che deve tornare ad essere protagonista”.

Si sono incontrati oggi,  in videoconferenza, esperti, amministratori locali, operatori economici, professionisti e cittadini per individuare le azioni da affiancare a quelle già in essere come i 3 milioni per il ripristino delle foreste danneggiate da incendi e calamità naturali stanziati dalla Regione nel 2020 a beneficio di Comuni, Unioni di Comuni e Enti parco.

 

 

3 COMMENTS

  1. Si sta deforestando il pianeta terra, questo sta provocando l’innalzamento delle temperature e l’avanzare della desertificazione da sud verso nord; presto gli ulivi, se almeno fossero gli ulivi, prenderanno il posto delle querce, le querce dei faggi e i faggi quello dei pini; ma chi prenderà il posto degli ulivi?, forse qualche palma in arrivo dal deserto. Già nel 2010 l’Espresso denunciava che l’Italia è coinvolta da questa desertificazione, conservo l’articolo per chi lo desidera. Sul nostro appennino abbiamo ancora la fortuna di avere una discreta area forestata; il taglio del bosco va fatto, ma va fatto con criterio; il bosco anche se tagliato deve restare bosco e non diventare un groviglio di rovi e spine. Una cosa è certa, se si vuole garantire un futuro ai boschi dell’Appennino a chi si impegna a non tagliarli per x anni, deve essere riconosciuto qualcosa, se ciò non avviene alla prima occasione lo farà tagliare per incassare qualche euro; ma questo è una scelta politica.

    Franzini Lino

    • Firma - Franzini Lino
  2. Qualcuno informi l’assessore regionale alla Montagna che esistono le amministrazioni degli Usi Civici e i Consorzi Forestali, unici e misconosciuti enti che fino ad ora si sono occupati con scarse risorse della cura,coltivazione e manutenzione dei boschi collettivi del Crinale. Quanto agli altri enti, specie dal Parco …. produzione di aria fritta in bicicletta a spese di pantalone.

    Cecco

    • Firma - Cecco
  3. Qualcuno vuole la “botte piena e la moglie ubriaca” come dice un detto, si propaganda che è buona cosa conservare i boschi perchè danno ossigeno a tutti, ma nessuno spende un euro a favore di chi mantenere i boschi, anzi mi risulta che sui boschi si paghi il Consorzio di Bonifica, ma non ho certezze; se fosse sarebbe il colmo.

    Davide

    • Firma - Davide