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I 42 sindaci reggiani a sostegno del lavoro delle Usca che assistono i malati di covid a domicilio

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«Come tutti ben sappiamo le implicazioni del Covid portano con sé anche oggettive conseguenze di forte stress e talvolta di tensione, individuale e collettiva, all'interno della nostra società. Non solo a Reggio, quanto in tutte le società civilizzate del mondo, non in un solo settore ma in molteplici aspetti delle nostre vite quotidiane a livello personale e professionale. A maggior ragione, in questo momento di evoluzioni cruciali per l'andamento epidemico e per la gestione della sua progressiva risoluzione, non dobbiamo abbandonarci a reazioni scomposte e fuori luogo soprattutto se rivolte all'indirizzo di chi, come medici e personale sanitario, è ogni giorno in prima linea nella gestione della pandemia. Dobbiamo continuare ad avere pazienza e fiducia nel lavoro che ognuno di noi sta portando avanti».

È questo l’appello che i 42 sindaci reggiani vogliono fare alla comunità provinciale a seguito di alcuni spiacevoli episodi segnalati nei giorni scorsi da operatori USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che garantiscono l’assistenza dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero.

«Il nostro è un ulteriore messaggio di sostegno a tutti i professionisti del settore sanitario che da oltre 10 mesi stanno lavorando 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 per gestire la situazione emergenziale e offrire le migliori risposte possibili a tutti coloro che ne hanno necessità. Si tratta di un lavoro faticoso a livello fisico, mentale e che mette a dura prova anche la vita personale di medici, infermieri, medici di base, pediatri di libera scelta, Os, giovani laureati e di tutti i volontari che quotidianamente non fanno mancare il proprio supporto non solo all’interno degli Ospedali, ma anche negli ambulatori Covid, sulle ambulanze, nelle case di riposo, telefonicamente (dove lavora incessantemente anche il personale amministrativo) e all’interno delle unità Usca. Il comportamento di ognuno di noi, in questo momento, ricade in maniera ancor più amplificata su tutta la comunità. Non tollerare alcun fenomeno di negazionismo, di insulto e intolleranza verso il personale socio-sanitario non è solamente sinonimo di buonsenso, ma condizione minima per contribuire al raggiungimento dell'obiettivo comune a cui tutti stiamo lavorando. Solamente continuando ad agire insieme, come comunità, riusciremo a vincere questa quotidiana lotta contro il Covid19 e contro tutti gli impatti sociali ed economici che la pandemia ha portato inevitabilmente con sé, dai quali nessuno dev'essere lasciato indietro».