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Le Cicogne: “Bene l’ammissione di Bonaccini, ora al lavoro per cambiare le cose anche contro l’ostracismo locale”

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Punti nascita in montagna, dopo la nota di ieri riceviamo e pubblichiamo.

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Il presidente della Regione Stefano Bonaccini intervenendo in Assemblea Legislativa ha dichiarato: "Sul tema della chiusura temporanea dei punti nascita, quando i reparti si svuoteranno, noi attiveremo il protocollo sperimentale discusso proprio qui a Bologna con il ministro Speranza per riaprirli. Non solo lì, ovviamente. A Porretta, a Pavullo, a Castelnovo de’ Monti, a Borgotaro. Ho solo una parola. Anche quando sbaglio. Feci un errore. Facemmo un errore. Rimedieremo e quei punti nascita li riapriremo".

Queste parole, al contrario delle numerose dichiarazioni precedenti, non cercano scappatoie di responsabilità e neanche giustificazioni, e per la prima volta ammettono quanto abbiamo sempre ritenuto: è stata una scelta assunta dalla giunta della Regione Emilia Romagna che poteva essere evitata. Ed invece era stata preparata.

La lunga lotta che noi Cicogne abbiamo intrapreso porta finalmente al riconoscimento delle nostre ragioni e del diritto disconosciuto alle donne di montagna di poter partorire in sicurezza e in prossimità dei propri luoghi di residenza, senza dover soffrire i rischi ed i disagi disumani di trasferimenti anche a due ore di distanza lungo strade tortuose. Una battaglia di civiltà che noi Cicogne siamo fiere di aver combattuto, ma che ancor prima di rallegrarci, ci fa provare grande amarezza per tutto quanto abbiam vissuto e subito in questi anni, a Bologna, a Castelnovo, a Roma.

Ci siamo spese oltre ogni ragionevole prudenza e convenienza e proprio per questo siamo state umiliate e isolate. Ma ancora il nostro ruolo non si è esaurito: finchè non riapriranno i punti nascita dovremo rimanere attive e nel farlo chiediamo che cessi immediatamente l'ostracismo che ci è rivolto dalle autorità locali.

Vogliamo prendere parte alla discussione e alla verifica del progetto di riapertura. Vogliamo partecipare a pieno titolo ai tavoli della sanità e alla discussione del protocollo. Abbiamo persone qualificate per farlo, medici e madri che possono esprimere il valore aggiunto che è mancato in questi anni di oblio delle coscienze.

Noi ci siamo, non andiamo a letto e rimaniamo sveglie. Non pretendiamo scuse: attendiamo solo che la progettualità abbia luogo e il punto nascita riapra.

Il nostro impegno civico rimane. Siamo la società civile che i partiti favoleggiano ma poi di fatto osteggiano. Noi non molliamo. Siamo entrate in consiglio comunale per continuare la lotta ma non apparteniamo a partiti, la nostra bandiera sono i diritti delle donne, della montagna, della salute.

E chiediamo l’appoggio dei cittadini.

 

 

Nadia Vassallo, portavoce del comitato Salviamo le Cicogne

2 COMMENTS

  1. La salute…ah quanto è importante! La vita, ah… quanto è importante! Dal concepimento alla morte. Per tutti. Serviva dunque una pandemia, ovvero provare sulla propria pelle quanto sia importante essere curati bene e velocemente, come è stato il motto delle “Cicogne” da quando sono nate, per capirlo? Sembra di sì. Dico “sembra” perché al di là di notare il numero delle letture dei due articoli non noto alcun commento, nel momento in cui scrivo, anche se il punto è di grande importanza, direi di vitale importanza. Lo faccio io perché so molto bene cosa significa avere perso la salute a causa di un cancro ed avere un ospedale vicino. In parallelo, essendo mamma, so cosa significhi aspettare un figlio e sapere che in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo un problema può causare apprensione in una gravidanza, ma avere la sicurezza che non dovrai affrontare ulteriori disagi, è già un sollievo. Ogni malattia, ma anche una gravidanza che malattia non è, per molte persone e donne meno fortunate, sono fonte di grandi disagi. Più sopra ho scritto “sembra” anche perché sono già due anni che si doveva riaprire il punto nascite nel nostro ospedale come promise il presidente Bonaccini vinte le elezioni, sorvolo su tutti i reparti, ma tutto taceva. Ora le parole sono chiare, ma non si perda ulteriore tempo. Un ospedale efficiente in montagna, terre di Matilde, come si vuol fare aggiungere alle segnaletiche autostradali e stradali, direi che è indispensabile. Il mio totale sostegno e il cauto ottimismo l’ho e lo rivolgo alle “ CICOGNE”. La politica ha asservito da sempre il pensiero del capo e dei capi. Si doveva tagliare. Le esigenze dei cittadini ai politici non interessano o meglio: pare interessino solo in campagna elettorale.
    Forza “CICOGNE” non mollate mai.
    Finché vivrò vi appoggerò come posso.
    E…Grazie per ciò che avete fatto e farete.

    Luisa Valdesalici

    • Firma - Luisa Valdesalici
  2. Benissimo la riapertura e non mollare anche perché uno dei problemi, di cui non sento parlare ma forse è stato uno dei principali, è la disponibilità di medici a “coprire il punto nascite del s. Anna” anche per problemi logistici. Mi risulta che in passato questo sia stata una delle problematiche che hanno accelerato la chiusura. Bene il pressing su politica e istituzioni ma se gli specialisti indispensabili per riaprire il punto nascite non sono in loco, non si vogliono trasferire o non vogliono spostarsi da Reggio… forse qualcuno deve valutare se questo è ancora un problema?!

    Massimo Carpineti

    • Firma - Massimo Carpineti