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SocialMonti/ Per rinascere occorre accettare di lasciare andare

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Questa rubrica vuole essere un luogo di spunti per stimolare una riflessione corale e collettiva su temi di attualità. L’idea è quella di partire dal nostro territorio verso cerchi più ampi, o vice versa ascoltare gli echi lontani e portarceli vicini.

Mai avremmo pensato di reggere. Ancora un po', ancora una settimana, ancora un mese, ancora un anno. Un anno, ancora.

E invece siamo riusciti ad arrivare a questa seconda Pasqua, mezzi chiusi, malcontenti, scoraggiati, frustrati e, molti, in ginocchio. Ci siamo sentiti dire "forza gli ultimi cento metri", ma il traguardo sembra allungarsi via via.

Eppure andiamo avanti, perché siamo anche capaci di resistere, di trovare raggi di sole e schiarite nelle tempeste.

Qualcuno no, ma la stragrande maggioranza sì fa la sua parte e resta fiera, a testa alta, sotto la pioggia dei numeri che non ci hanno confortato.

Cosa abbiamo imparato in questo anno?

Qualcuno scoraggiato direbbe niente.

Tuttavia a guardare bene abbiamo praticato pazienza, perseveranza, rispetto. Qui alcuni protesteranno, diranno non è vero, non c'è stato rispetto. Stiamo attenti, fa più clamore la disobbedienza che la diligenza. E moltissimi lo sono stati in realtà rispettosi, siamo impauriti, preoccupati e stanchi ma consapevoli che vinceremo solo se ognuno farà la propria parte, e quanto ci stiamo provando!

In questi giorni di rinascita ci meritiamo un premio: la speranza. Il tempo sospeso ci ha portato in una dimensione riflessiva, intimistica, a fare bilanci e a scoprire anche risorse inaspettate.

Tantissime le perdite, dolorose e ingiuste. Ma altrettanto preziosi gli insegnamenti se li sapremo cogliere.

Concediamoci di rifiorire, di rinascere, acconsentendo a quelle parti che non ci servono più di andarsene.

Prendiamoci cura delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e dei nostri gesti.

Ricordiamoci che la parte che rinasce è la più forte, la migliore.

*Ameya Gabriella Canovi è PhD, docente e psicologa, si occupa di relazioni e dipendenze affettive. Da poco ha terminato un dottorato di ricerca in ambito della psicologia dell’educazione studiando le emozioni in classe. Ha un sito e una pagina Facebook “Di troppo amore”.

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