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Lettera, critica all’amministrazione di Ventasso: “Si è gestito l’ordinario. Punto”

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Riceviamo e pubblichiamo

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Arrivati ormai alla fine di questa prima legislatura del neo Comune di Ventasso, credo che sia legittimo farsi una domanda: Che cosa è cambiato rispetto a prima, o meglio che cosa ha fatto l’Amministrazione che non poteva essere fatto dalle precedenti municipalità e dall’Unione dei Comuni?
La risposta è molto semplice: assolutamente niente.

A parte aver costruito la quinta inutile sede, che non si capisce ancora se sia un Municipio o un centro servizi, in cui la giunta e il sindaco si sono trincerati non è dato sapere a fare cosa, non è successo niente altro. I problemi che il crinale aveva sono peggiorati, soprattutto nelle parti più periferiche del Comune che hanno continuato nel loro inesorabile declino. Si sono umiliate e declassate le Municipalità che invece dovevano avere un ruolo cruciale e fungere da volano con l’Amministrazione centrale. Si sono svuotati di risorse umane e di funzioni i quattro ex municipi, tanto che dopo cinque anni i cittadini sono confusi e disorientati, perché non sanno dove e come trovare chi e cosa quando hanno bisogno del Comune.

Un’ Amministrazione radical chic lontana dai bisogni veri e dalle aspettative della gente.
I presupposti fondamentali per cui si era fatta la fusione sono stati completamente disattesi, a partire dai servizi, giovani, viabilità, turismo. I servizi si sono praticamente dimezzati sul territorio, a partire da poste banche, e servizi comunali in particolare, per non parlare poi del declassamento dell’ospedale Sant'Anna iniziato con la chiusura del punto nascite, e di molti altri servizi dirottati verso Reggio e altri ospedali della Provincia, e tutto nell’indifferenza più totale del sindaco e della Giunta che non hanno ritenuto doveroso neppure discuterne in un Consiglio Comunale, magari aperto.

La viabilità che per il nostro Comune è fondamentale, in particolar modo sul completamento della fondovalle Lonza per il versante ramisetano fondamentale per il turismo e le attività produttive, e dall’altro della realizzazione della Gatta – Giarola, che forse meriterebbe di diventare la Gatta- Collagna come alternativa vera per quel versante, visto che a chiederla non è più il sindaco di Ligonchio o di Busana, ma il sindaco di Ventasso che ha impiegato cinque anni solo per manifestare l’interesse di prendere in mano il progetto.

Io credo che a fine legislatura almeno si sarebbe dovuto avere un’incarico di studio o almeno un accordo con gli enti istituzionali superiori, che invece hanno smentito il sindaco tre giorni dopo. Sul turismo le uniche iniziative fatte hanno avuto la regia del Parco Nazionale, a parte qualche piccolo elemosinare a destra e manca fine a se stessa ma non certo a proiettare il nostro comune nelle sfide future. Sui giovani e le famiglie per incentivarli a rimanere sul territorio è stato fatto davvero poco o niente. Un territorio in cui si decide di vivere deve avere come presupposto irrinunciabile i servizi e le infrastrutture, non una mancetta di rimborso chilometrico, che forse può tamponare ma non è certo una misura strutturale e sicura.

Ci sono state poi alcune iniziative della Regione che sono positive, come il contributo sulla prima casa per le giovani coppie, ma anche qui - a mio avviso - il sindaco del Comune di Ventasso, doveva chiedere alla Regione che il contributo per rimanere sul crinale fosse raddoppiato, premiante, perché è qua che c’è un’emergenza caro sindaco non in comuni che distano 30, 35 minuti da Reggio.

Il dottor Manari è sindaco di Ventasso, presidente dell’Unione Montana, consigliere provinciale unico per tutta la montagna con delega alle attività produttive, chi meglio di lui poteva porre questi problemi nelle sedi opportune e chiedere con forza che venga riconosciuto al nostro territorio l’importanza che merita. Un sindaco che doveva turnarsi nei quattro municipi e che doveva mettersi a disposizione dei cittadini anche senza aspettare giorni per un appuntamento con tempo “cronometrato” come da sempre è funzionato nei nostri piccoli comuni, come figura di riferimento per i cittadini.

Ci voleva forse un po' più di umiltà, ci voleva forse la conoscenza dei problemi del territorio, ci voleva forse la consapevolezza che Ventasso era un comune da costruire dalle fondamenta, che il territorio doveva essere unito non solo sulla carta, ci vuole senso di comunità quello che abbiamo messo in campo a Succiso e che - dico con orgoglio - ha fatto scuola al mondo, anche se questo non è sempre compreso e sostenuto.

Un territorio che ci aveva creduto davvero che ci potesse essere un'opportunità di riscatto per il crinale, e che invece si è impantanato nei meandri dei campanilismi, degli interessi di parte. Si è gestito l’ordinario. Punto. Questa è la sintesi di cinque anni che dovevano essere fondamentali per costruire solide basi del futuro di questo comune, che ha avuto finanziamenti straordinari da parte della Regione. Però il sindaco e la Giunta hanno i loro nuovi uffici questo è certo, nel loro nuovo Municipio o Centro Servizi dipende dalle circostanze.

(Emiliano Pedrini)

5 COMMENTS

  1. Bravo! Da abitante di questa montagna, condivido in toto le sue affermazioni. E per palesarle come ha fatto lei, fuori dal coro e fuori dal Bar Sport, serve coraggio. Molte delle cose che lei dice, si ascoltano da anni e il livello di insoddisfazione è diffuso e palpabile.

    • Firma - Umberto
  2. Io a chi scrive domanderei che proposte ha fatto in questi 5 anni per risollevare la situazione? e che proposte aveva fatto e che progetti aveva compiuto negli anni passati quando è stato amministratore di uno dei comuni… pure vice sindaco…
    sente forse aria di elezioni…

  3. Da non abitante del territorio di Ventasso mi mancano gli elementi per sapere se vi siano state “promesse tradite” – ossia aspettative andate deluse per chi si attendeva significativi benefici dalla fusione dei quattro Comuni – e se vi siano stati o meno peggioramenti nella erogazione dei servizi, ma mi sento di poter egualmente spendere .una qualche considerazione in proposito..

    Allorché si procede a fusioni come quella avvenuta nel nostro Crinale, non può a mio avviso sfuggire che vi sarà una nuova impostazione nella fornitura dei servizi comunali, posto che se non fosse così cadrebbero le ragioni della fusione (in questi circostanze si usano normalmente termini come “ottimizzazione” dei servizi, ma in concreto vediamo poi trattarsi di sostanziali cambiamenti).

    Cambiamenti che possono semmai portare i cittadini ad essere “confusi e disorientati, perché non sanno dove e come trovare chi e cosa quando hanno bisogno del Comune”, come sta scritto in questa nota critica, ed è forse proprio la ragione per cui .in altre zone, dentro e fuori i confini nazionali, sopravvivono ancora piccole entità comunali (orgogliose e gelose della loro autonomia).

    Lo stesso orgoglio, per quanto “è stato messo in campo a Succiso”, che prova l’autore di queste righe, del quale io non so se a suo tempo si sia espresso a favore della fusione del Crinale, ma qualora lo fosse stato andava compreso bene, a priori, come sarebbero stati organizzati i nuovi servizi (visto che alla fusione precedette l’Unione, ed esistevano. dunque i termini di confronto).

    Ma se il passaggio dalla Unione dei quattro Comuni del crinale alla loro fusione è stato per caso un fatto di natura essenzialmente politica, potrebbe essere allora successo di mettere in secondo piano gli aspetti più amministrativi – vedi lo stabilire come si sarebbe configurata l’erogazione dei servizi nel nuovo contesto istituzionale – con le conseguenze e “disfunzioni” oggi qui lamentate.

    Da ultimo, non sarei così ostile al “campanilismo”, perché talora può essere “salutare”, visto che da esso nasce il senso di appartenenza, con relativo orgoglio, nonché la determinazione per poter mantenere i propri servizi, Ospedale incluso, anche se poi occorre saper “mediare” col resto che ci circonda, ed altre esigenze, ma si parte intanto da una posizione non arrendevole e rinunciataria.

    P.B. 29.06.2021

    • Firma - P.B.