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Carletti dei Nomadi: “Dio è morto? Non lo so, ma a volte è cieco o sordo”

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Dal rapporto con Dio all’amicizia infinita con Augusto Daolio, dalle critiche per il mancato invito a Iva Zanicchi all’impegno nel sociale. Non sono mancate le sorprese alla presentazione dell’ultimo libro di Beppe Carletti “Questi sono i Nomadi e io sono Beppe Carletti”, avvenuta ieri sera a Cavriago in piazza Lenin e organizzata da Associazione culturale Carmen Zanti.

A dialogare con lui e a porre le domande il giornalista Pierluigi Senatore. Dinnanzi un pubblico di oltre ottanta persone.

Come noto I Nomadi sono la band formata nel 1963 da Beppe Carletti, tastierista storico, e Augusto Daolio voce, scomparso nel 1992. E’ il gruppo italiano più longevo – nel mondo secondo solo ai Rolling Stones - che “consacrò” i più grandi successi del poeta Francesco Guccini: Dio è morto (un inno contro il materialismo e alla resurrezione di un Dio vero), Canzone per un’Amica, Il Vecchio e il Bambino, Noi non ci saremo…

Ed è proprio alla domanda “Beppe, credi in Dio?” ha risposto con sincerità colui il quale, nelle piazze italiane, ha suonato più di tutti “Dio è morto” in 58 anni di carriera.

“Mah – dice Beppe stringendosi nella sedia -. Non lo so se esiste. Se anche esistesse a volte credo che sia cieco o sordo o quantomeno distratto. E poi, perché ognuno ha il suo Dio, nella sua religione? Allora quanti Dio ci dovrebbero essere, 3-4? Credo che Dio sia uno solo. Beh, ecco in una serata come questa, allora, guardo le stelle e osservo quanto sono belle. Posso dire che, sicuramente, credo in me stesso”.

Lungo spazio alla lunga storia dell’amicizia e di vita fraterna col compianto Augusto Daolio, scomparso a pochi mesi dopo il giovane bassista Dante Pergreffi. “Li ricordiamo ad ogni concerto, ma solo dopo 28 anni ho trovato la forza di fare una canzone dedicata ad Augusto. Se dovessi scrivere un libro sui cantanti, lui sarebbe oltre metà dell’opera. Con lui ci ha sempre contraddistinto l’evitare qualsiasi volgarità nelle canzoni”, oltre 300 quelle proposte dalla band novellarese.

Non sono mancati gli aneddoti curiosi. In particolare, per gli amanti della musica italiana, come quelli riferiti al Concerto per l’Emilia, l’iniziativa benefica svolta il 25 giugno 2012 allo Stadio Dall’Ara con molti dei cantanti più famosi della nostra regione, da Zucchero alla Pausini e Guccini.

“I cantanti che invitammo furono molti – ricorda Carletti – ma chiaramente non potevamo inserirli tutti. E, tra gli esclusi, Iva Zanicchi – l’aquila di Ligonchio ndr – che si arrabbiò moltissimo. Mi chiamò e mi disse come mai mi ero dimenticato di lei. Sarebbe voluta venire e avrebbe portato Orietta Berti e la compianta Milva. Io dissi che avevamo preso una linea… mi mandò a quel paese tre volte e me lo disse per diverso tempo…”

“Un concerto – ricorda Carletti – dove con Zucchero salimmo a Pavana per convincere Guccini che aderì commosso. Il presidente della Rai di allora – che trasmise il concerto in diretta, Leone, a fine evento mi abbracciò e disse: ‘è la prima volta che riusciamo a trasmettere Guccini dal vivo in prima serata’ – duettò con Caterina Caselli, la quale diceva di essere arrugginita ma venne volentieri. La Pausini rientrò da una tournee internazionale in America per duettare con Cremonini. Ogni artista si pagò il biglietto. Certo, ci furono diverse difficoltà nei soli 20 giorni con i quali organizzammo il concerto. Per avere la diretta salii ai piani alti della Rai, non c’ero mai stato! Subito dissero che la data era già impegnata, ma quando videro la lista dei cantanti, e dopo un breve confronto coi vertici ci accordarono la diretta. Avevo minacciato di andare alla concorrenza – chiosa Carletti -”.

A proposito di Rai: “Fabrizio Frizzi, compianto conduttore dell’iniziativa, disse che non aveva mai visto una iniziativa simile. Un vero concerto di vera solidarietà. Oltre ai cantanti, anche i giornalisti si pagarono il biglietto. Mi chiamò Raffaella Carrà: ‘posso venire?’ Certo le risposi, lei è nata in Romagna e venne”.

Tra gli inconvenienti: “le minacce per non avere preso questo o quest’altro cantante”. “Oppure la Siae che chiese 100 mila euro di diritti, ma poi ce li ridette indietro, forse la prima volta che la Siae ridà dei soldi!”.

Tra le note liete: “Griminelli, flautista diede un tocco di classica alla serata o i Modena City Rambles. 1 milione e 280 mila euro i soldi degli ingressi che, d’accordo con il presidente della Regione di allora, Errani, decisi di devolvere agli ospedali di Carpi e Mirandola. I casi della vita: "di lì a poco fui ricoverato lì", spiega Beppe. 2 milioni, invece, gli euro raccolti con gli sms.

“Questo concerto rimane l’orgoglio della mia vita” ha concluso Carletti. A inizio serata aveva esordito invitando tutti a cogliere la felicità. “E’ transitoria, ma in ogni giorno ci può essere. Non penso di andare in pensione perché amo la felicità dell’andare sul palco. Poi c’è la legge Fornero – scherza -. Dormo poco anche per cogliere ogni momento del giorno”.