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Pozzo infinito di ricordi (racconto di Alberto Bottazzi)

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Pozzo infinito di ricordi

Pozzo infinito di ricordi, i tuoi occhi neri e profondi turbano l’anima, come un bel corpo di donna che ancheggia le sue grazie per le vie del Creato affollate di tenebre.

Io, scheletro alto e fragile, fiero della mia persona, seguo la scia della memoria inascoltata del passato per darle respiro e rifugio nel presente. Un cancello di ferro separa l’esistenza dall’eternità, là dove ci sono più ricordi sotto terra che vita quotidiana sopra la terra.

Irresistibile la voce del richiamo, profumi di giovinezza, volti ammaliatori, bizzarramente carezzevoli nella mente, come fantasmi di sogni perduti. Passato maschera del presente, un lungo e tortuoso sentiero in salita per cercare di cogliere il frutto maturo della vita.

Oggi il mio cuore è ammaccato da troppi eventi funesti, cenere e rabbia si mescolano nel pozzo infinito dei ricordi e non basta che io sia vivo per onorarli, poiché l’anima geme e si contorce, mentre il pensiero vola gagliardo nelle praterie della giovinezza per poi tornare mesto e spezzato in mille frammenti preziosi.

Alberto Bottazzi