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Quando il “ginepro di Natale” era già un regalo (racconto di Fabrizio Fontana

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I più grandi che son nati in montagna, anagraficamente parlando, di certo ricordano quando - fin da piccoli - nei preparativi natalizi l'albero di Natale era fatto su una pianta di Ginepro (Pianta aromatica e edibile come ci direbbe Luca Andrea Braglia Dell Erbe dei Boschi di Romanoro). Una volta procurato l'arbusto che fosse più rassomigliante possibile ad un abete, nel senso di forma conica, si poteva interrare in un vaso con terra pressata e conseguentemente adornato con semplici e gustosi addobbi, ricordo Fichi Secchi,
Grappoli di uva essicata, mandarini praline o stecche di cioccolato e biscotti cotti nella stufa a legna. Erano feste natalizie diverse, più povere per tanti di noi, cresciuti negli immediati decenni post bellici, non ci si aspettava regali e quant'altro, il ginepro di Natale addobbato era già un regalo in quanto nei giorni a venire pre natalizi, gli "addobbi" venivano giornalmente consumati e al 31 dicembre l'albero di Natale era già "smontato" o spoglio di ogni cosa appesa ai rami e il più delle volte non arrivava alla Befana integro.
Tempi ormai persi solo nei ricordi che emergono con una rombante nostalgia.