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“Domani è Natale” di Alberto Bottazzi

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Chiesa di Vaglie

Domani è Natale

“Quando verrà il giorno di Natale saremo tutti più buoni dietro un paravento di genuinità, ma non basterà a salvare il mondo! Non basteranno le tante promesse a cambiarci la vita per la salute del pianeta Terra, perché sappiamo fin d’ora che non daremo seguito alle parole”. Così parla il vecchio saggio della piccola comunità, seduto al tavolo della ragionevolezza, tra un sorso di vino rosso e una sbuffata di “toscano”. Tuona la sua voce possente nel vento serale del 24 dicembre, un vento di tramontana che soffia gelido dalla stretta gola di Mont Grand avvolgendo il piccolo borgo di Vaglie.

Fumano i camini e l’orologio invisibile del campanile rintocca l’ora della Santa Messa di Natale, riunendo così i due borghi del paese, prima di far riposare le lancette nel silenzio della notte. Imbacuccate di speranza le poche persone escono per strada avanzando verso la chiesetta in un orario che non è quello della mezzanotte, bensì di una prima notte, poco più tardi del pasto serale.

Volti solcati dal sacrificio della vita quotidiana, dagli zigomi taglienti, come il profilo dei monti, volti raccolti nell’orgoglio montanaro e nel silenzio delle panche spoglie. Quest’anno il muschio della carbonaia antica rende il presepe ancora più piccolo, poiché tanti pastori sono morti durante l’impervio cammino verso la capanna e le greggi, fuggite in libertà, sono andate incontro all’olfatto affamato del lupo, lasciando così vuoti gli spazi sulle sponde del “laghetto”.

Dal canto suo il parroco, calvo e corpulento, accelera la celebrazione liturgica per non vedere l’ora di riscaldare il proprio corpo alla stufetta elettrica della vicina canonica, a dispetto dell’anima che lo prega, ardentemente, di non abbandonare l’altare. Nell’eco delle sue parole e nel bel mezzo di un “coro” solenne, una folata di vento sbatte forte il portone contro il marmo del fonte battesimale, peraltro asciutto da decenni, cosicché uno spiffero d’aria gelida attraversa spietato le nostre schiene.

Ite missa est... la messa è finita, andate in pace... ” sono le sospirate parole del sacerdote, aggiungendo un frettoloso: Buon Natale a tutti! Fuori la tormenta di neve ci aspetta “a braccia aperte” e solo guardando il cielo la stella cometa riscalda i nostri cuori, illuminando i passi svelti e silenziosi verso casa... domani è Natale!

(Alberto Bottazzi)

4 COMMENTS

  1. I tuoi scritti ci riportano molto spesso ai nostri momenti giovanili, sempre emozionano e ci scaldano il cuore e l’anima. Continua a scrivere perché aiuta non solo noi a ricordare ma anche ai più giovani come erano i nostri paesi montani. Ciao leva ed auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo a tutti noi, un abbraccio a te ed un bacio a tua moglie.

    Gianni

    • Firma - Gianni
  2. Condivido pienamente le parole del signor Gianni! Leggere i suoi pensieri, racconti e poesie mi riporta a un tempo neanche troppo lontano ma quasi dimenticato.
    Grazie per regalarci momenti di dolce nostalgia!
    Marcella.

    Marcella

    • Firma - Marcella