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Confronto con i settori a rischio chiusura per il costo dell’energia. Chieste al Governo misure immediate

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Gli imprenditori alle istituzioni: “Drammatico aumento dei costi, si sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese”

Vincenzo Colla

“Siamo in una situazione che rischia di andare fuori controllo senza una indispensabile governance da parte dell’Italia e dell’Europa. Si sta concretizzando il paradosso che conviene più spegnere gli impianti che produrre, una condizione che ci prospetta un lockdown manifatturiero. Se non fermiamo le speculazioni in corso andiamo dritti verso una sconfitta per il manifatturiero, proprio nel momento in cui l’Europa ha messo in atto il più grande investimento della sua storia”.

Così l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, intervenuto nell’ambito di un confronto tra aziende e istituzioni, svoltosi oggi nel bresciano.

“È in atto una speculazione finanziaria - ha rimarcato Colla -, di gente che è diventata rapace e rischia di mettere in blackout il sistema manifatturiero, perché si è creato un vuoto e come sempre ci vanno sempre di mezzo le imprese e la gente che lavora. Se i prezzi del gas aumentano del 500% non è più conveniente prendere degli ordini. Siamo dentro una situazione che va fuori controllo”.

I rappresentanti dei settori manifatturieri hanno evidenziato “un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese. Una situazione che comporta per la manifattura italiana un drastico incremento dei costi per la fornitura di energia, che impatta principalmente sui settori ad alta intensità energetica: le industrie dell’acciaio, della carta, del cemento, della ceramica, della chimica, delle fonderie e del vetro e della calce sono nella concreta impossibilità di proseguire con le attività produttive”.

1 COMMENT

  1. Vorrei poter rivolgere all’Assessore Vincenzo Colla questa domanda: chi ci ha ridotto in questo stato?. conosce sicuramente la risposta ma non credo la direbbe mai. In Italia circa due terzi dell’energia che usiamo è prodotta dalle nostre centrali termoelettriche che usano combustibili fossili; per questi combustibili dipendiamo per circa il 90% dai paesi esteri e dai loro capricci; per quella che manca il 50% proviene dalla Svizzera, grande produttore di energia idroelettrica, il 30% dalla Francia grande produttore nucleare e il resto da Slovenia e Austria. E l’Italia sarebbe un grande paese?; forse lo era. L’energia è tutto per un paese come l’Italia, ma qui si continua a dire di NO a tutto, fuori che all’importazione di petrolio e metano, e si continua a dire di NO persino all’idroelettrico, immagino che usando l’acqua per produrre energia si guadagna poco, l’acqua non si importa, scende a titolo gratuito dai nostri monti, ma chi si definisce “ambientalista, verde o ecologista” cosa sostiene?, l’uso delle nostre acque o l’uso del petrolio?. Eolico e fotovoltaico sappiamo bene che sono energie ad “intermittenza” su cui l’industria italiana non può contare, ma questo nessuno lo dice, anzi non bisogna dirlo. Ma le Industrie, grazie a qualcuno, chiuderanno.
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    Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto

    • Firma - Franzini Lino Presidente della Municipalità di Ramiseto