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A Reggio Emilia i carabinieri commemorano Leone Carmana, l’eroe di Villa Minozzo

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Il carabiniere reggiano eroe Leone Carmana, decorato medaglia d'oro e a cui è intitolata la caserma cittadina dei carabinieri di Corso Cairoli, è stato commemorato dai carabinieri reggiani in servizio unitamente a quelli dell’associazione nazionale carabinieri in congedo. Alla cerimonia erano presenti i vertici del comando provinciale di Reggio Emilia, con in testa il colonnello Andrea Milani, il prefetto di Reggio Emilia Iolanda Rolli, il presidente della sezione carabinieri in congedo di Reggio Emilia maresciallo in congedo Antonio Storella, l'ispettore regionale dell’associazione carabinieri in congedo tenente in congedo Giuseppe Ciriello e il presidente di Assoarma Tenente in congedo Domenico Viola.

Dopo la messa in suffragio dell’eroe, officiata l'altro ieri, presso la basilica San Pietro Martire da mons. Tiziano Ghirelli (recentemente nominato canonico della basilica San Pietro in Vaticano), è stata deposta una corona alla lapide apposta in sua memoria nella piazzetta dei chiostri di San Pietro sempre a Reggio Emilia, intitolata al carabiniere eroe.

Leone Carmana nato a Gazzano di Villa Minozzo (Re) l’11 novembre 1894 dai contadini Giovanni ed Emilia Masini, appena ventenne partecipò alla prima guerra mondiale inquadrato nel 7° Reggimento Fanteria, riportando due ferite. Transitato nell’arma dei carabinieri al termine della guerra, vi operò fino al 1923, quando decise di ritornare alla vita dei campi, sposandosi e diventando padre di due bambine. Purtroppo l’Eroe, sopravvissuto a tremende prove, ancor giovane spirò per malattia presso l’ospedale di Reggio Emilia, il 10 febbraio 1926.

E’ stato decorato con la Medaglia d’oro al valor militare con questa motivazione: “Piantone all’ingresso di una polveriera, scorto l’avvicinarsi di una settantina di rivoltosi, che già si erano impossessati dei fucili di due corpi di guardia ed intendevano impadronirsi della polveriera stessa, ordinata la chiusura della porta dietro di sé, pur sapendo di precludersi così ogni via di scampo, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto, da solo benché ferito, dando così tempo al sopraggiungere di rinforzi, coi quali concorse poi a fugare i facinorosi, sventando in tal modo il criminoso tentativo. Esempio mirabile di eccezionale presenza di spirito, di coraggio e di altissimo sentimento del dovere”.

 

 

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