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A new look at the Shoah and the international Holocaust Remebrance Day. Speakeasy a cura di Matilde Comastri, India Merolla e Daisy Giacopelli

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Continua la collaborazione tra il liceo linguistico Cattaneo-Dall’Aglio e Redacon tramite la rubrica “Speakeasy”,curata direttamente dagli studenti dell’anno 2021-2022.

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Matilde Comastri, India Merolla e Daisy Giacopelli

The International Holocaust Remembrance Day is an international annual memorial day that took place a few days ago on 27 January with the aim to commemorate the victims of the Holocaust, on the date when Auschwitz concentration camp was liberated in 1945.

For some reasons we had an interesting debate about it and agreed that most speeches and celebrations which take place during this day have become dull, monotonous and rhetorical. It is a common human behavior not to have a strong emotional reaction when celebrations become a habit . The main reason for this lack of real emotional involvement can be found in the fact that the approach to these events doesn’t seem to change. From a certain point of view this approach could actually be considered as shallow and may lead to a sort of detachment from these events. The memory day was created in order to prevent people from forgetting the atrocities committed in concentration camps, but by repeating the same celebration every single year it seems to have lost its previous aim. Moreover, these speeches are full of cliches and don't get to the gist of the organisation of concentration camps and the ‘banality’ (to use a word from philosopher Hanna Arendt) of the nazi criminals. Even if some of them felt fully involved in the crimes they were committing and were actually aware of what they were doing, Arendt wondered whether criminals like Heichmann lacked thoughtfulness because of the dehumanization process they were subjected to. 

Hannah Arendt

Hannah Arendt wrote “The Banality of Evil” which is a detailed report on the war crimes trial of Adolf Eichmann, the Nazi responsible for organising the trasportation of millions and millions of victims to many concentration camps. In this book, Eichmann is shown as an ordinary man who acted with the only motive to improve his career prospects in the Nazi organisation and without any sort of sadism. In fact, due to this lack of mental ability, he never realized the seriousness of his actions. The issue stands in the fact that Arendt never expanded her study of this person by conducting a deeper study of  the evil nature of humans, taking a formalistic approach to the trial; even though, at the end, she could see the real horror behind Eichmann’s behavior. Nevertheless we can't deny that many of her arguments make us think. 

When it comes to concentration camps in general, another aspect which is usually hidden or misunderstood is how rationally they were actually organized. And this rational organization was based on the main principles which had also characterized the industrial revolution and the Western culture in general until then: efficiency, productivity and impersonality. The Nazi applied the principles of the Industrial Revolution to the organisation of a genocide. As a consequence, concentration camps could be seen as a sort of extreme radicalisation of modernity. 

Adolf Eichmann

The Nazi were also inspired by the same principles of Capitalism which gave birth to the Industrial Revolutions. The main aim of concentration camps was to exterminate the Jews, but they also had a social and economic aim and they had been using religious prejudice against the Jews as a sort of justification for years. They needed to exploit the workforce because they wanted to be as powerful as France and England, industrially speaking. Ghettos and concentration camps were one response to their desire for greatness.

In conclusion, we have to consider that the Shoah took some of its means from the Industrial Revolution and that they still govern our society.Extermination camps were an extremization of the principles of exploitation of the labour forces that also inspired, and in many cases still does, capitalism.In fact, the process of dehumanization which began during the Industrial Revolution was replicated in its most extreme form. If we figure it out, we won’t forget it.  

(Matilde Comastri, India Merolla e Daisy Giacopelli, classe 5^Q)

 

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Il giorno della memoria è un giorno commemorativo internazionale e annuale celebrato pochi giorni fa, il 27 gennaio, con lo scopo di ricordare le vittime dell’Olocausto il giorno in cui il campo di Auschwitz fu liberato nel 1945.

Per una serie di motivi abbiamo avuto un interessante dibattito al riguardo ed eravamo d'accordo sul fatto che gran parte dei discorsi e delle celebrazioni che hanno luogo durante questo giorno sono diventate banali, monotone e retoriche. Fa parte di un normale comportamento umano il fatto di non avere una forte reazione emotiva quando le celebrazioni diventano un'abitudine. La ragione principale di questa mancanza di coinvolgimento emotivo può essere rinvenuta nel fatto che l'approccio a questi avvenimenti non sembra cambiare. Da un certo punto di vista quest'approccio può essere considerato addirittura superficiale e portare ad una sorta di distacco da questi avvenimenti. Il giorno della memoria era stato creato per impedire che le persone dimenticassero le atrocità commesse nei campi di concentramento, ma ripetendo la medesima celebrazione ogni singolo anno sembra aver perso il suo scopo. Inoltre, questi discorsi sono pieni di cliché e non giungono all'essenza dell'organizzazione dei campi di concentramento e alla banalità ( per usare una parola della filosofa Hannah Arendt) dei criminali nazisti. Anche se certamente molti di loro erano pienamente coinvolti nei crimini che stavano commettendo ed erano consapevoli di ciò che stavano facendo, Arendt si domandò se a criminali come Eichmann mancasse la capacità di pensare a causa del processo di disumanizzazione a cui erano soggetti.

Hannah Arendt scrisse "La banalità del male " che è una dettagliata relazione sul processo ai crimini di guerra di Adolf Eichmann, il responsabile nazista nell’organizzazione del trasporto di milioni e milioni di vittime verso i campi di concentramento. In questo libro, Eichmann è visto come un uomo ordinario, che agì con l’unico obiettivo di migliorare le sue prospettive di carriera nell’organizzazione nazista e senza alcun tipo di sadismo. Infatti, a causa di una mancanza di capacità emotiva e razionale, egli non realizzò mai la gravità delle sue azioni. Il problema sta nel fatto che Arendt non allargò gli studi su Eichmann, conducendo cioè uno studio più profondo sulla natura maligna dell’uomo, avendo un approccio formale nei confronti del processo.Tuttavia, alla fine, ella poté vedere il reale orrore dietro al comportamento di Eichmann. Ciononostante non possiamo negare che tante delle sue argomentazioni ci facciano pensare.

Per quanto riguarda i campi di concentramento in generale, un altro aspetto che viene di solito nascosto o frainteso è quanto fossero in realtà dei sistemi razionalmente organizzati. E quest'organizzazione razionale era basata sui principi che avevano caratterizzato la rivoluzione industriale e la cultura occidentale in generale fino a quel momento: efficienza, produttività ed impersonalità. I nazisti applicarono i principi della rivoluzione industriale all'organizzazione di un genocidio. Di conseguenza i campi di sterminio potrebbero essere considerati come una sorta di estrema radicalizzazione della modernità. 

I nazisti furono ispirati anche dai principi del capitalismo che diedero vita alla rivoluzione industriale. Lo scopo principale dei campi di concentramento era quello di sterminare gli ebrei, ma avevano anche uno scopo sociale ed economico e per anni utilizzarono il pregiudizio religioso nei confronti degli ebrei come una sorta di giustificazione. Avevano bisogno di sfruttare la forza lavoro perché volevano essere potenti quanto la Francia e l'Inghilterra, industrialmente parlando. I ghetti e campi di concentramento erano una risposta al loro desiderio di grandezza.

In conclusione, dobbiamo considerare che la Shoah utilizzò i mezzi dalla Rivoluzione Industriale che governano ancora la nostra società. I campi di sterminio possono anche essere considerati un'estremizzazione dei principi di sfruttamento delle forze di lavoro che ispiravano, e in molti casi lo fanno ancora, il capitalismo. Infatti, il processo di disumanizzazione iniziato durante la rivoluzione industriale fu replicato nella sua forma più estrema.Se lo capiamo, non dimenticheremo.

(Matilde Comastri, India Merolla e Daisy Giacopelli, classe 5^Q)

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