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“Le letture odierne ricordano che la logica di Dio guarda sempre in avanti”: su questo invita a meditare monsignor Guiscardo Mercati

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UNITÀ PASTORALE DI CARPINETI (335/8257036)

 San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro,

Onfiano, Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone

Vita parrocchiale dal 27 marzo al 03 aprile 2022

DOMENICA

27 marzo

Quarta domenica di Quaresima Laetare.

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (def. Gentili Filippo) ore 11.15 (def. Monti  Amelio e Ines)

ore 18.00(def. Lazzaretti Luisa)      Pontone  ore 10.00     Pantano ore 10.00

LUNEDI’

28 marzo

S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione)
MARTEDI’

29 marzo

S. Messa: ore 18.00 (def. Ferrari Nunzio)
MERCOLEDI’

30 marzo

S. Messa: ore 10.30

(def. Becchetti Fanny Giacomo e Graziano)                             

GIOVEDI

31 marzo

S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione
VENERDI’

01 aprile

Primo venerdì del mese. S. Messa: ore 15.00 (sec. int. di Capitani Paolo) via Crucis.

Ore 21.00 chiesa di Marola, Liturgia Penitenziale per tutta l’Unità Pastorale

SABATO

02 aprile

Catechismo dalle ore 15.00 alle ore 16.00

S. Messe prefestive: ore 18.00  S.Donnino     Velluciana ore 19.00

DOMENICA

03 aprile

Quinta domenica di Quaresima.

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (def. Canovi Ettore ed Edmea) ore 11.15 (pro populo)

ore 18.00 (def. Izzo Giuseppina)      Pontone  ore 10.00     Pantano ore 10.00

 

Meditazione domenicale. Le cose di oggi e le cose di prima. La logica di Dio guarda sempre “in avanti”: ce lo ricordano le letture di questa quarta domenica. Per gli Israeliti, che hanno attraversato il Giordano, non c’è più la manna di prima ma i frutti della Terra promessa (prima lettura) e per il figlio sprecone della parabola evangelica non c’è più una vita degradata, ma il ritorno nella casa paterna (vangelo). Guardando alle opere di bontà compiute dal Signore, il salmista ci invita a gustarle e a benedirlo; l’apostolo Paolo, con la certezza di colui che ha provato nella sua carne la novità di Dio, ci proietta nel cammino della creazione futura, che è nuova non perché ricomincia da capo la vecchia e fa ripartire da capo le cose passate, ma perché è totalmente altra (seconda lettura): come la Terra promessa e i suoi frutti non sono la manna, come il vestito e l’anello  al dito del figlio non sono le cose portate via da casa e perdute. Lasciare il “prima” della vita vecchia consente al Padre di attrarci irresistibilmente verso il suo futuro

 

Anche la nostra unità pastorale ha pregato. Il 25 marzo, nella solennità dell’Annunciazione, il Papa ha consacrato l’umanità intera, e in particolare Russia e Ucraina, al cuore immacolato di Maria. Un atto che, secondo la tradizione cattolica, significa affidare alla Madre, e per sua intercessione a Dio, ogni persona della terra, in particolare oggi quanti soffrono a causa della guerra. In quest’ora buia – scrive il Papa ai vescovi di tutto il mondo nella Lettera, in cui li invita a partecipare – la Chiesa «è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto». Di qui la gratitudine a chi si sta impegnando nella preghiera, nel digiuno e nella carità e la sottolineatura del significato dell’atto, deciso «accogliendo anche numerose richieste del popolo di Dio», di affidare in modo speciale alla Madonna le nazioni in guerra. Si tratta cioè di «un gesto della Chiesa universale – aggiunge Francesco nella Lettera – , che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace». La consacrazione, è avvenuta in San Pietro, intorno alle 18.30. Il messaggio inviato a pastori di tutto il mondo, sollecitati a convocare i sacerdoti, i religiosi e tutti i fedeli alla preghiera comunitaria nei luoghi sacri. Abbiamo accolto l’invito del Santo Padre, e al termine della Messa dell’Annunciazione, ci siamo rivolti a Maria Santissima con la preghiera composta dal Papa.

 

Chiesa in sinodo. Il Sinodo è l’occasione per mostrare la Chiesa come “una casa” ospitale dalle porte aperte, abitata dal Signore e animata da rapporti fraterni. Per questo occorre “metterci in cammino, insieme, nell’ascolto reciproco nella condivisione di idee e progetti”. Lo scrivono il segretario del Sinodo dei vescovi, cardinale Mario Grech, e il prefetto della Congregazione per il clero monsignor Lazzaro You Heung Sik, in una lettera a tutti i preti pubblicata il !9 marzo. Vanno evitati tre rischi “il formalismo, l’intellettualismo e l’immobilismo”. Come Unità Pastorale, abbiamo iniziato questo cammino, non dobbiamo fermarci ma crederci e proporre iniziative e confrontarci. Uno dei temi urgenti da affrontare, è l’indifferenza nei confronti della pratica religiosa, che non riguarda solo ragazzi e giovani, ma tutte le età. “Dove sono due o tre uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”: Parola di Gesù che ci sprona e incoraggia.

 

Il mondo ha bisogno di giovani forti e di vecchi saggi. “Noi anziani dobbiamo essere profeti contro la corruzione, come Noè è stato profeta della corruzione nel suo tempo”. È l’invito fatto del Papa nella catechesi L’anzianità, risorsa per la giovinezza spensierata dell’Udienza del 16 marzo. “Quale senso ha la mia vecchiaia?” è la domanda che “ognuno di noi, me compreso”, deve porsi. Ha detto Francesco. Se si è “profeta della corruzione”, occorre dire agli altri: “io ho fatto quella strada e non ti porta a niente, adesso ti dico la mia esperienza”. “Noi donne e uomini di certa età -per non dire vecchi, perché alcuni si offendono- non dimentichiamo che abbiamo la possibilità della saggezza”, ha proseguito “faccio un appello a tutte le persone di una certa età: state attenti, voi avete la responsabilità di denunciare la corruzione umana, nella quale si vive e nella quale va avanti il modo di vivere del relativismo, come se fosse tutto lecito. Andiamo avanti: il mondo ha necessità di giovani forti che vedano avanti e di vecchi saggi: chiediamo al Signore la grazia della saggezza"

 

Diversi per formare una sinfonia.“Cari coristi, voi fate questa bella esperienza di cantare insieme, di creare armonia con la varietà delle vostre voci. Pensate se le vostre voci fossero tutte uguali, tutte identiche, ma che coro sarebbe? Sarebbe noiosissimo, anche brutto…No, siamo diversi per formare una sinfonia di voci, una sinfonia di popoli. Questa è la pace. La pace non appiattisce le differenze, è armonia delle differenze”. Papa Francesco. Grazie alle nostre corali!

 

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La riconciliazione con Dio è un passaggio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce.

Come il cammino pasquale dall’Esodo significa allontanarsi dalla schiavitù per vivere nella libertà dei figli di Dio.

Chi veramente ama non può non gioire nel vedere il fratello riconciliato con il Padre.