Continua la collaborazione tra il liceo linguistico "Cattaneo-Dall'Aglio" e Redacon tramite la rubrica "Speakeasy", curata direttamente dagli studenti dell'anno 2021-2022.
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Since the outbreak of the conflict between Russia and Ukraine, many countries have expressed their opinion on the current situation,at times making controversial decisions..
Although Italy has shown itself to be available to help Ukraine, some unpleasant incidents have occurred, including what we will analyse, which has threatened general culture.These decisions have, as it was to be expected, led to conflicting public opinions.
The event we want to focus our attention on is the one that occurred at the Bicocca University of Milan. Professor Paolo Nori was forced to suspend a university course on the famous Russian novelist Fedör Dostoevskij to "avoid any form of controversy given the current tense moment".
During an interview, Professor Nori said: "What is happening in Ukraine is a horrible thing, but part of what is consequently happening in Italy is ridiculous", including censoring a course on an author "sentenced to death in 1849 for having read something forbidden». Dostoevsky, in fact, was one of the first to fight for freedom of thought and of the press.
We would like to reflect on the distinction that should be observed between the author and the country of origin. Furthermore, we would like to analyse how, in this specific case, an author who has been dead for many years has been "blamed" for being born in a country whose ruling elite is currently carrying out unforgivable actions.
It is fundamental to underline the importance of studying different cultures in order to understand the differences of thought that exist between different countries. In this case we can do it through writers such as Dostoevsky; as a consequence this censorship sounds like a paradox. Only the knowledge of other cultures allows and facilitates a dialogue between different peoples. In our opinion, the only tool to facilitate dialogue, in this moment of high tension, is knowledge, which can help us to really understand what’s going on.
Thanks to authors like Dostoevskij, who are such an important part of Russia’s history, we can understand essential cultural features of the Russian people. This will make it easier not to stigmatise and banish Russian literature. We mustn’t blame it for responsibilities that have nothing to do with it, but rather with politics and wish for power.
Another question that we should ask ourselves is: where is the limit between the liability of the work and the liability of the author? Is this limit real or is there no distinction between the two of them? We can take as an example author Gabriele D’Annunzio and his works.
Although his works are still considered as masterpieces and taught in schools, we can't deny his closeness to Mussolini's fascist movement.
Should his works be cancelled for this? Should we get rid of an artist because some of his actions, ideas or interests are despicable and as a consequence he/she is therefore wholly despicable? If our knowledge were based on these concepts, it would be restricted and superficial and much worth would be lost on the way.
(Cecilia Reverberi, Caterina Tosi e Rosa Magnani, classe 5^R)
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Dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, molti paesi hanno espresso la loro opinione riguardo alla situazione attuale, prendendo a volte anche decisioni discutibili.
Nonostante l'Italia si sia dimostrata disponibile nei confronti dell'Ucraina, sono accaduti alcuni spiacevoli episodi, tra cui quello che andremo ad analizzare, che hanno minacciato la cultura generale. Tali decisioni hanno suscitato pareri contrastanti nell'opinione pubblica, ma cerchiamo di essere più concreti.
L'avvenimento su cui vogliamo concentrare la nostra attenzione è quello verificatosi all'Università Bicocca di Milano. L'insegnante Paolo Nori è stato costretto a sospendere un corso universitario sul celebre romanziere russo Fedör Dostoevskij per “evitare ogni forma di polemica dato il momento di forte tensione attuale”.
Il professore durante un'intervista ha affermato: «Ciò che sta succedendo in Ucraina è una cosa orribile, ma parte di quello che sta accadendo di conseguenza in Italia è ridicolo», tra cui censurare un corso su un autore «condannato a morte nel 1849 per aver letto qualcosa di proibito». Dostoevskij, infatti ,è stato uno dei primi a battersi per la libertà di pensiero e di stampa.
Vorremmo dunque riflettere sulla distinzione che si dovrebbe fare tra autore e paese di appartenenza. Inoltre vorremmo analizzare come, in questo caso specifico, un autore ormai morto da molti anni sia stato "colpevolizzato" per essere nato in una paese il cui governo attualmente sta compiendo azioni imperdonabili.
È importante sottolineare l'importanza di studiare culture e civiltà diverse per comprendere le differenze di pensiero che intercorrono tra i diversi paesi. In questo caso, attraverso scrittori come come Dostoevskij , comprendiamo come questa censura si può ritenere un paradosso. Solamente la conoscenza di altre culture permette e facilita il dialogo fra popoli nettamente differenti. Secondo il nostro parere, l’unico strumento per facilitare il dialogo, in questo momento di alta tensione, è la conoscenza e il saper riflettere.
Attraverso scrittori come Dostoevskij, che fanno parte della storia russa, si arrivano a capire caratteristiche fondamentali della cultura del popolo russo. Questo renderà più semplice e corretto non stigmatizzare ed esiliare la letteratura russa, caricandola di responsabilità che non le appartengono ma che sono definite dalla politica e dalla sete di potere.
Un’altra domanda che potremmo porci è: dove sta il confine tra la responsabilità dell’ opera e la responsabilità dall’autore? Questo confine esiste o non c’è distinzione fra le due?
Possiamo prendere l’esempio dell’autore italiano Gabriele D’Annunzio e le sue opere. Nonostante siano tutt’oggi considerate come dei capolavori e insegnate nelle scuole, non si può negare la sua adesione al movimento fascista di Mussolini. Le sue opere dovrebbero essere cancellate per questo?
Dovremmo, quindi, liberarci completamente di un’artista perché alcune sue idee, azioni o caratteristiche sono disprezzabili, e di conseguenza lui o lei è, quindi, del tutto spregevole? Se la nostra conoscenza si basasse su questi presupposti risulterebbe ristretta e superficiale e molto valore si perderebbe per strada.
(Cecilia Reverberi, Caterina Tosi e Rosa Magnani, classe 5^R)