Home Cronaca La mucca che sta bene fa un formaggio migliore, anche in Appennino

La mucca che sta bene fa un formaggio migliore, anche in Appennino

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Cinque anni di lavoro ed ecco i risultati presentati al Consorzio Parmigiano Reggiano. “Ci eravamo accorti nel 2017 – spiega Nicola Bertinelli a Redacon – che i grandi gruppi di acquisto, soprattutto inglesi, chiedessero al Parmigiano Reggiano le certificazioni per il benessere animale. Tenendo anche presente che una Dop ha due pilastri, nel sapere fare ma anche nell’ambiente e nell’animale, abbiamo fatto la scelta di creare un Ufficio produzione primaria che, con otto veterinari assunti, ha sviluppato il progetto “benessere animale”, mirato ad aumentare la qualità della vita delle bovine che contribuiscono alla produzione lattiero-casearia, incentivando e responsabilizzando gli agricoltori”.

“Dapprima – prosegue il presidente – abbiamo fatto una foto per capire quale era la situazione e, con piacere, noto che hanno aderito la maggioranza delle aziende conferenti ai caseifici , il 72%. Così, nel 2021, abbiamo messo in campo un incentivo 8,7 milioni di euro nel (derivati dalla programmazione della produzione con la contribuzione ordinaria e straordinaria) affinchè le aziende fossero incentivate a utilizzare pratiche virtuose. Il Parmigiano vince se ogni anello della filiera, comprese le aziende e il tema del benessere animale, danno valore al progetto. Non basta essere buoni, ma per il cittadino è importante come gli animali sono allevati. Naturalmente questo progetto può essere usato in termini comunicativi”.

 

Questo progetto è stato totalmente finanziato dal Consorzio Parmigiano Reggiano con un investimento che nel 2021 è stato pari a 8,7 milioni di euro e che punta a raggiungere i 15 milioni nell’arco del triennio 2021-2023.

 

Grazie a questo progetto, quindi, nel 2021 il Consorzio ha premiato  sia le aziende che hanno mostrato una particolare attenzione al benessere degli animali, sia quelle che, puntando a nuovi specifici investimenti, hanno mostrato nel corso dell’anno miglioramenti misurabili. Per ognuna, in base al punteggio ottenuto, risorse da 0 a 35.000 euro.

Un progetto importante per l’Appennino perché, ad esempio, mira a incentivare la diffusione delle stalle a stabulazione libera. Attualmente quelle dove le bovine vivono legate sono il 15% del totale, concentrate, però, prevalentemente in montagna.

 

Questo è uno dei dati emerso con questo primo censimento degli allevamenti, ottenendo anche una visione completa delle aziende che producono il latte utilizzato per la lavorazione del Parmigiano Reggiano.

 

Al progetto di sostegno del miglioramento del benessere delle vacche hanno aderito 1.417 stalle (il 58% degli allevamenti che rappresentano il 72,5% del latte lavorato per produrre la Dop Parmigiano Reggiano) e 200 caseifici su un totale di 305 presenti nel territorio di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova a destra del fiume Po e Bologna a sinistra del Reno.

 

Le valutazioni delle aziende sono state fatte su base volontaria per promuovere un cambiamento nella cultura e nella sensibilità del benessere animale.

 

Il progetto è stato creato con il contributo di esperti esterni chiave, permettendo al Consorzio di attingere a competenze tecniche da accademici, associazioni non-profit e anche agenzie governative. Per sviluppare questa strategia, otto veterinari sono stati reclutati dal Consorzio, a seguito di una formazione intensiva sui protocolli e sui requisiti di benessere animale da parte del Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale (CReNBA), il gruppo che conduce un censimento di tutte le aziende agricole coinvolte nella filiera, giudicando le loro prestazioni attraverso visite periodiche in loco.

 

Il CReNBA opera presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e l’Emilia-Romagna con l’obiettivo di fornire una base scientifica alla quantificazione di un concetto altrimenti difficile da definire oggettivamente come il benessere animale.

 

Per le bovine da latte, CReNBA ha prodotto una check list articolata in 105 criteri (per le stalle libere, 99 per le fisse) organizzati in 3 aree (management aziendale e personale, strutture ed attrezzature, animal-based measures) che, una volta compilata da veterinari adeguatamente formati ha permesso di assegnare un punteggio che quantifica in modo ripetibile e riproducibile il livello di benessere animale di una stalla.

 

Alla checklist sono stati aggiunti altri fattori che hanno permesso di premiare e di valutare aspetti che questa non prevede se non in modo generico, vale a dire:

 

  • disponibilità ampia area movimento adulte lattazione;
  • disponibilità ampia area movimento adulte asciutta;
  • disponibilità ampia area movimento manze;
  • contatto materno vitelli;
  • basso livello di zoppie;
  • basso livello di cellule somatiche;
  • basso livello di riforma;
  • elevato numero di lattazioni a fine carriera.

 

 

Da un punto di vista zootecnico, gli esiti del censimento permettono di affermare che nella filiera del Parmigiano Reggiano è in corso un significativo percorso di miglioramento del benessere animale.

 

Tenendo presente che il punteggio CReNBA va da 1 a 100 e che 60 rappresenta la sufficienza, nel 2021 gli allevamenti del Parmigiano Reggiano hanno ottenuto un punteggio medio pari a 74,02 contro un 67,2 del 2018, registrando una crescita pari a 6,4 punti.

 

Attraverso il “bando benessere”, il Consorzio Parmigiano Reggiano ha quindi assegnato alle aziende virtuose un premio in denaro: oltre 7,77 milioni di euro agli allevamenti e 930 mila euro ai caseifici per un totale di 8,7 milioni di euro.

 

Sulla scorta del significativo successo del bando 2021, sia in termini di partecipazione che di risultati perseguiti, il Consorzio ha confermato il suo programma di rinnovare il bando anche per il 2022 (ed una terza annualità seguirà nel 2023), per una spesa che nel triennio arriverà ai 15 milioni di euro.

 

Durante l’incontro, il Consorzio ha lanciato un’altra iniziativa legata al mondo degli allevatori: allevaweb.it. Si tratta di un nuovo canale di comunicazione tra il Consorzio, gli allevatori e tutta la filiera interessata al mondo del latte da trasformare in Parmigiano Reggiano.

Uno spazio che raccoglie news, approfondimenti tecnici e contenuti video per confrontarsi sulle specificità degli allevamenti che fanno parte della filiera del Parmigiano Reggiano e per essere aggiornati sulle iniziative e i progetti del Consorzio di tutela. Si tratta di un investimento senza precedenti per il Parmigiano Reggiano che punta a legare direttamente il prodotto al territorio, per accompagnare la crescita tecnica e professionale delle imprese di produzione del latte secondo modelli tecnici coerenti al disciplinare e sviluppando direttamente la partecipazione dei produttori alla vita del Consorzio.

Alla conferenza stampa, condotta da Riccardo Deserti, direttore generale, hanno partecipato, oltre al presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, gli assessori regionali Alessio Mammi (Emilia-Romagna) e Fabio Rolfi (Lombardia).

 

Ancora una volta complimenti al Parmigiano Reggiano, che dimostra di essere un'eccellenza di cui andare orgogliosi. Non solo per la qualità e la bontà ma anche per l'attenzione rivolta al benessere animale e alla sostenibilità. In linea con questi principi anche la nostra Regione è orientata a promuovere una visione integrata della sostenibilità in ambito zootecnico, che possa conciliare metodi produttivi meno impattanti, così come modalità produttive che contemplano misure rivolte al benessere degli animali impiegati, garantendo al tempo stesso il mantenimento di un livello di qualità eccellente dei prodotti.

Siamo contenti di vedere che i dati esposti dalla ricerca evidenziano come gli oltre 100 milioni di risorse destinate dal precedente Piano di Sviluppo Rurale al settore lattiero-caseario regionale abbiano permesso di realizzare investimenti aziendali fondamentali per tutto il ciclo produttivo: il compito della Regione è quello di aiutare le imprese a produrre, tutelare il prodotto sui mercati e promuoverlo sempre di più. In aderenza con quanto proposto dal Consorzio la Regione ha deciso inoltre di introdurre nei bandi che stanno uscendo in questi mesi criteri di priorità e premialità per quei progetti che prevedono il miglioramento della libertà di movimento degli animali, come condizione che ne garantisce una migliore condizione di vita” ha dichiarato Alessio Mammi, assessore all'agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna.

“Gli allevamenti italiani sono i più sicuri e controllati al mondo e sono la base di una Dop economy che per la Lombardia vale più di 2 miliardi di euro all’anno e che vede Mantova al quinto posto nazionale tra le province con il più alto impatto economico derivato dal cibo a indicazione geografica. – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – Covid, guerra, rincari energetici e nuove tendenze di consumo ci impongono miglioramenti continui, sia sotto il profilo della produzione che della comunicazione. Il progetto del Parmigiano Reggiano indica la strada. Non solo migliora le performances già eccellenti in materia di benessere animale, ma contribuisce in maniera significativa a fornire informazioni certificate sulla filiera anche per contrastare alcune fake news sul comparto lattiero caseario e sui nostri grandi prodotti”.