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Toano, bimba nasce in ambulanza. Cicogne all’attacco

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Il fiocco rosa sul cofano dell'ambulanza rende furioso il comitato Salviamo le cicogne che invita ad una riflessione inversa sull'annuncio del comitato Croce Rossa di Toano che recita: “La piccola Mirha aveva fretta e ha deciso di nascere in ambulanza”. Il problema  - sostiene il comitato - non deve essere l'urgenza di un bambino di nascere, quanto la mancanza di un punto nascita in montagna.

"Ben poche notizie arrivano alla popolazione di questi parti in emergenza, assolutamente fuori sicurezza, e quando arrivano sono divulgate sempre come notizie liete, quasi divertenti, spesso elogiando la bravura del personale sanitario - prosegue il comunicato del comitato -. Perché ci vogliono abituare a pensare che tutto questo sia normale, normale che una donna e il suo bambino siano anche a due ore di macchina dalla prima sala parto, normale aver chiuso il punto nascita più sicuro in provincia dopo quello di Reggio, l’unico inquadrato in un ospedale che ha la rianimazione ed i cui medici preparati con corsi di rianimazione neonatale.

Normale anche essersi mostrati pentiti e con lacrime da coccodrillo per aver sbagliato nel chiudere tutti i punti nascita in montagna, aver promesso la riapertura immediata, e poi non aver ancora riparato al torto, senza spendere più una parola sull’argomento.

Normale anche che all’incontro con i dirigenti dell’Ausl il sindaco abbia ritenuto non dover parlare in quella sede della riapertura del punto nascite e normale la risposta della dottoressa Marchesi che si è nascosta dietro la frase: “sul punto nascita ha già detto tutto il sindaco”. Normale che alla nostra domanda di poter leggere il fantomatico studio di fattibilità nessuno abbia risposto. A questa normalità tombale noi non ci allineiamo e continuiamo la nostra battaglia, ormai al settimo anno dalla prima raccolta di 11 mila firme in difesa del punto nascita del Sant’Anna. Perché la vera considerazione per gli infanti e il genere femminile non si fa a parole, lo si misura nei fatti."

La direzione dell’azienda Usl di Reggio Emilia informa che la donna si trovava alla 40° settimana di gravidanza e a travaglio iniziato e che ha partorito, assistita anche dal personale dell’automedica, all’altezza di Cavola.

Il parto precipitoso - prosegue il comunicato Ausl - è avvenuto senza rischi particolari o complicazioni e mamma e bambina godono di ottima salute. A parto avvenuto, dopo avere verificato le condizioni di puerpera e neonata, l’ambulanza è partita alla volta dell’ospedale di Sassuolo, il più vicino, dove mamma e bimba sono state ricoverate.

22 COMMENTS

  1. Care Cicogne la bambina sarebbe nata lo stesso in ambulanza anche se ci fosse stato aperto il reparto.
    Dovreste fare i complimenti invece a tutti i volontari intervenuti insieme ad un mezzo di soccorso Avanzato. Personale volontario, Medici e Infermieri specializzati ormai per affrontare ogni situazione. Smettetela ogni volta di fare polemica, tanto vi è già stato risposto mille volte. Sono d’accordo anch’io che si debba riaprire, ma basta sempre con polemiche su polemiche. Iniziate a ringraziare un po’ il personale sanitario e non.

    Andrea

    • Firma - Andrea
  2. Complimenti alla Croce Rossa e voto zero ai politici che hanno approvato la chiusura del punto nascite di Castelnovo Monti anzi dovrebbero andare tutti a casa, a mio avviso incompetenti e non rispettosi delle persone che li hanno votati.
    Alle prossime elezioni, chi ha sostenuto tale scelta, farebbe bene a non ripresentarsi ed in caso contrario, gli elettori dovrebbero non votarli, al di la di ogni schieramento politico.

    fabio

    • Firma - fabio
  3. Tutto é bene quello che finisce bene!
    Dopo aver chiuso il punto nascite in nome della sicurezza, partorire in autombulanza o in elicottero è molto più sicuro, per chi come noi abitanti dell’appenino abbiamo viabilità ottima e altri ospedali Vivian.
    La Direzione dell’ USL con il suo comunicato ci ha tranquillizzato….

    Anna Giorgini

    • Firma - Anna Giorgini
  4. Anni or sono i bimbi nascevano anche a casa.
    Le cocogne ormai devono prendere atto che un piccolo ospedale come Castelnovo nè Monti, e’ una struttur superata ed in oltre Reggio Emilia ormai sempre piu’ vicina, offre maggiore sicurezza .
    Basta cicogne.
    W i merli

    Gianfranco P

    • Firma - Gianfranco P
  5. Eh niente signore e signore, adesso i neonati chiederanno il permesso alle Cicogne di nascere come quando e dove decidono loro. Mi è sinceramente dispiaciuto però non leggere da parte del Comitato la proposta di obbligare le mamme a mettersi sottosopra alle prime doglie in attesa di giungere in ospedale per contrastare un possibile parto precipitoso. Pensiamoci

    MartolaV

    • Firma - MartolaV
    • Bravissimo anche perché l’azienda usl gli mette a disposizione a Reggio Emilia degli appartamenti con tutti i comfort in uso gratuito. Ti puoi recare del nosocomio di Reggio anche 10 giorni prima del parto e ti consegneranno l’appartamento solo per te.

      Andrea

      Andrea

      • Firma - Andrea
  6. Sia che il Punto Nascite fosse stato aperto avrebbe partorito lo stesso la signora… Anche nell’ Appenino Modenese a Pavullo hanno chiuso il Punto Nascite e vi ricordo che non sarà né la prima né l’ultima volta che una signora partorisce in ambulanza anche hai miei colleghi Volontari della Croce Verde di Serra è successo la stessa cosa che più di una signora abbia partorito in ambulanza prima di arrivare in ospedale con al seguito l’Automedica e nessuno ripeto nessuno ha fatto così tanta polemica per una cosa del genere….

    Daniele Masini

    • Firma - Daniele Masini
  7. Le signore che abitano nella montagna modenese da sempre partoriscono nell’ospedale più vicino che è Sassuolo o Baggiovara e non pretendono un ospedale a Montefiorino…va già bene se le cose si mettono male che ci sia un’ambulanza… Castelnuovo non l’hanno chiuso… praticamente si è chiuso da solo nessuno più ci partoriva….

    M B

    • Firma - M B
  8. Prendiamo atto che i commenti su Redacon possono ospitare hater più facilmentfe che su facebook grazie alla mancanza di un profilo consultabile.
    Va da sè che è in atto l’ennesima campagna denigratoria per infangare le Cicogne, con l’intento di spostare l’attenzione dalle responsabilità di chi prima ha chiuso i punti nascita di montagna, poi ha fatto promesse elettorali di imminente riapertura che poi non ha ancora mantenuto
    Pur di difendere il partito preso questi odiatori sdoganano il peggior maschilismo, compreso quello che i bambini nascono e le donne partoriscono anche senza bisogno di assistenza… certo, e con questa logica si può giustificare anche la chiusura di un ospedale che fino al 1930 non esisteva ma le persone vivevano lo stesso, alcune anche raggiungendo la vecchiaia.
    È il tentativo di fiaccare il pensiero critico delle persone, assogettarle ad una nuova normalità che va oltre al buon senso e alla coscienza dei diritti fondamentali delle persone, come appunto facevamo riferimento nel nostro comunicato.
    È opportuno ricordare quindi la sostanza dei fatti: il punto nascita soppresso dalla giunta Bonaccini Venturi dava assistenza a tutto il periodo della gravidanza e all’evento del parto in un territorio pari a 2/5 della provincia reggiana, consentendo l’assistenza più prossima e continuativa in una zona ad alta difficoltà di percorrenza, ulteriormente aggravata da condizioni climatiche spesso difficili. L’ospedale che lo ospitava è l’unico dotato di rianimazione oltre a quello di Reggio e rispettava tutti gli standard di sicurezza previsti dalla legge. La sua mancanza, oltre a consentire di ridimensionare i servizi dei reparti ospedalieri,
    mette in grave rischio la sicurezza della gravidanza e dei parti. Per fare i tracciati occorre ora scendere a valle, il che può comportare un paio di ore di viaggio in andata e altrettanto di ritorno, spesso in condizioni precarie per la gestante. Il parto poi, che è un evento non programmabile, può necessitare di assistenza immediata e in caso di complicazioni anche specializzata, per la vita della partoriente e del nascituro.
    La legge stessa prevede il mantenimento in deroga dei punti nascita strategici per zone difficili, e ciò significa che anche lo Stato italiano riconosce che il parto è un evento che richiede prossimità di assistenza.
    Chi dice che la battaglia fatta daillla gente non è servita a niente sbaglia o diffonde rassegnazione: aver fatto ricredere il presidente Bonaccini sulle sue scelte e sulle sue responsabilità è il primo grande successo. Ma non basta. Le Cicogne non si sono prestate alle propagande elettorali che ci prevedevano a far la fotina con un sottosegretario, continuiamo la nostra battaglia incuranti delle cattiverie che ci vengono mosse, non perdendo mai l’occasione per rimettere in cima alle priorità la riapertura del punto nascita, che è proprio quello che chi comanda e chi esegue le direttive non vuole.
    Siamo donne, siamo montanare, abbiamo le spalle larghe per resistere agli attacchi di chi lancia il sasso e nasconde la mano. La gente libera lo sa.

    NB: La preparazione e la professionalità degli operatori sanitari, tutti, da noi non è mai stata messa in discussione.

    Comitato Salviamo le Cicogne

    • Firma - Comitato Salviamo le Cicogne
    • Care cicogne voi dite che chi scrive su redacon i commenti si nasconde. Almeno noi un nome ce lo mettiamo e voi che vi firmate le cicogne ???mettete anche voi il nome. Poi una curiosità scusate ma in quante siete rimaste del vostro comitato perché mi sembra che molte ma molte siano già uscite da tempo.

      Andrea.

      Andrea

      • Firma - Andrea
  9. C’è stato un tempo in cui alcuni bambini con la “fretta di nascere” nascevano in ambulanza anche col punto nascite aperto a Castelnovo Monti. Per questo nelle lezioni del corso volontari che feci undici anni fa c’era anche la lezione sul parto!! E grazie che ci siano volontari e personale sanitario pronti anche a questo tipo di evenienza!

    Chiara

    • Firma - Chiara
  10. Mi spiace leggere alcuni commenti sminuenti, denigranti e anche un pochino maschilisti.
    Premetto che son felicissima per la nascita in salute di una nuova creatura, della nascita di una nuova mamma e anche di sapere di poter fruire di un servizio eccellente, fatto di persone eccellenti che svolgono bene il loro mestiere ed in grado di tamponare anche le situazioni particolari.
    Da mamma non avrei voluto partorire un figlio su un ambulanza e neppure su un elicottero, vorrei vicino un ostetrica (con la sua vicinanza emotiva, comprensione e capacità) e la possibilità di aver un medico che di bimbi ne fa nascere di continuo.
    Leggo che “tutto è perfetto nell’organizzazione”, che “i bimbi a volte non aspettano neanche l’ambulanza per nascere”, che “nascono in macchina”, che “nascono in casa”, che “tutto quel che finisce bene va bene”… tutto vero, perchè tutto è finito bene anche questa volta e probabilmente in questo caso la mamma ha avuto un ottimo supporto professionale e morale. Per questo grazie davvero a tutte le figure intervenute, sicuramente di alto livello.
    Possiamo però chiederci se questo sarà sempre garantito? Questa volta è andato tutto bene, ma se qualcosa fosse andato storto? Ribadisco la mia felicità per la nuova nascita e per la neomamma in salute.
    Da cicogna mi rendo conto che come comitato possiamo risultare a volte “stanchevoli”, “ripetiamo sempre le stesse cose”, ci facciamo venire la “barba” da sole!!! Tentiamo di tenere alta l’attenzione su un servizio che è stato tolto alla montagna e che tutti dovrebbero rimpiangere anche solo per la libertà di scelta delle mamme e dei papà di far nascere il proprio figlio in un ambiente accogliente, sicuro ed il più vicino possibile alla propria casa (da ex partoriente assicuro a tutti i maschi che per una mamma sentire di aver nelle vicinanze -quindi nell’ospedale di prossimità- figure mediche specializzate che ti possano aiutare nel momento del bisogno è di gran sollievo).
    Ribadisco, questo “servizio” c’era ed è stato tolto, come tanti altri servizi che piano piano vengono limati e scompaiono… !!! il mondo va così!!! dobbiamo rassegnarci !!!!… a me non piace che i mondo vada così, stiamo lasciando demolire tutto quello che i “vecchi” ci hanno lasciato per farci vivere bene con i servizi che a loro son mancati, con un pizzico di indifferenza e tanta rassegnazione. Anzi, delle volte proviamo anche uno strana gioia quando ci tolgono un pezzo… paradossale.
    Qualche volta ci scordiamo come comitato di citare il personale medico e di ringraziarli; mi auguro non ne abbiano a male perchè la nostra gratitudine è sempre presente. La differenza la fanno le persone, di questo son convinta.
    Queste son le opinioni personali di una “cicogna”, una delle cicogne.
    Daniela Baroni, mamma, membro Comitato delle Cicogne.

    Daniela Baroni – membro Comitato le Cicogne

    • Firma - Daniela Baroni - membro Comitato le Cicogne
  11. premetto che sono per la riapertura del centro , senza polemiche sterili io penso che per le partorienti residenti a Castelnovo , il problema , anche se esiste , sia risolvibile. Un ambulanza arriva in 10 minuti e comunque vada , una assistenza medica competente è garantita. Diversamente , se sei residente a Ligonchio , Cerreto o Civago , le cose cambiano ( in negativo ) notevolmente. Sia per le condizioni delle strade , traffico e agenti atmosferici , anche l’ambulanza potrebbe avere tempi tecnici lunghi già a raggiungere Castelnovo , se aggiungiamo il percorso fino a Reggio, si evince che la situazione potrebbe diventare molto disagevole , se non drammatica per chi deve affrontare l’evento.
    L’ elicottero non deve diventare la soluzione di routine , i costi dei voli sono alti e non tutti sono idonei al volo ….condizioni meteo proibitive ….

    giubba

    • Firma - giubba
  12. Chi è a favore della chiusura del punto nascite di Castelnovo sta utilizzando lo spazio dei commenti di Redacon per scrivere 50 sfumature di pensiero rozzo, che fa molti accoliti in questi tempi malati.
    Si passa dalla normalità del partorire in ambulanza alla normalità di chiudere il Sant’Anna che sarebbe ormai una struttura superata, ed anche si salta senza pagar ammenda dalla maggior sicurezza di essere assistiti a Reggio al che ce ne facciam della sicurezza di un punto nascita quando si può benissimo partorire con l’ambulanza o l’elisoccorso.
    50 sfumature di rozzo pensiero, a suo agio nell’anonimato garantito e autorizzato, che potrebbe essere scritto da chiunque, persone che davvero son così o anche hater di partito.
    Non è un caso che lo sdoganamento del trivial pensiero avvenga ora che il nuovo segretario del PD è quel massimo Gazza che nel dicembre 2018 disse “sta cosa qui dei punti nascite fa un po’ sorridere. Tenere in vita centri in cui nasce un bimbo alla settimana, è sottosviluppo”.
    Allora, nel 2018, si scatenarono centinaia di commenti indignati che riempirono pagine di giornali per una settimana, oggi invece su Redacon fioriscono questi pensieri, che fanno assonanza con quello di Andrea Rossi, deputato del Pd, che disse “Si tratta solo di 72 ore, una donna può benissimo andare a viverle a Reggio” e aggiunse che se si va a Reggio per una pizza ci si può andare anche per un parto. E l’Andrea che qui produce commenti allarga il concetto ricordando che una donna della montagna ha appartamenti a disposizione in città con tutti i confort in uso gratuito per dieci giorni… uomini che capiscono le donne.
    Sì, questo è il livello di sottosviluppo del pensiero di certa politica che ragiona in termini di numeri, concentrazioni, edilizia faraonica, socialità da caserma, nessuna idea di come vive la gente normale.
    Ma ai convegni parlano di sanità di prossimità, questione femminile, pari opportunità, inclusione. Alle elezioni poi si sbilanciano e promettono addirittura la riapertura dei punti nascita della montagna da Bologna a Parma entro 60 giorni, “abbiamo sbagliato e rimediamo subito, non è un problema di soldi, siamo pronti, ho una sola parola”.
    Intanto, il tempo passa, si fiaccano le menti delle persone e si sguinzagliano gli assaltatori da tastiera, quelli da tifo da stadio.
    E di punto in bianco quelle donne che ci han messo la faccia per 7 lunghi anni e che non hanno avuto vantaggi ma solo pensieri e ripercussioni, di colpo diventano oggetto di illazioni e vengono colpevolizzate per non aver riaperto loro il punto nascita. La battaglia che raccolse 11000 firme e 2000 persone alla fiaccolata diventa una pretesa bizzarra di tre o quattro teste calde. La necessità di avere la rianimazione intensiva neonatale, prima indispensabile (ma non era vero!), è ora assolta con gli infermieri volontari che han fatto una lezione sul parto 11 anni fa.
    Modena poi che ha 3 comitati per la riapertura del punto nascita, qui si dice che nessuno ha mai protestato per la chiusura di Pavullo.
    Insomma il carnevale della verità, dove tutto perde valore e niente più è realtà.

    Gianni

  13. Sono sorpreso nel prendere atto di come tanta gente sia disposta a perdere i loro diritti con così tanta rassegnazione da convincersi che questo sia giusto. Ragionando come si evince da alcuni commenti diventeranno inutili anche le ambulanze, tanto un tempo si nasceva in casa con l’allevatrice. Vi rendete conto che giustificando queste cose, in base alla legge dei numeri, stiamo creando i presupposti per toglierci altri servizi importanti ? Se volete che la nostra montagna abbia la speranza di un futuro, datevi da fare anche voi, invece di criticare chi si batte per i nostri diritti.

    Antonio D. Manini

    • Firma - Antonio D. Manini